• Des ONG « taguent » l’Assemblée nationale pour alerter sur le conflit au Yémen
    Publié le jeudi 28 mars 2019 à 6h59 par Thibaut Cavaillès
    https://www.franceinter.fr/info/des-ong-taguent-l-assemblee-nationale-pour-alerter-sur-le-conflit-au-yem

    Un message projeté en pleine nuit sur la façade de l’Assemblée Nationale à Paris afin de dénoncer les ventes d’armes françaises à l’Arabie Saoudite. C’est l’action de quatre ONG qui voulaient ainsi interpeller les parlementaires français, quatre ans après le début de la guerre au Yémen.

  • #Nul_homme_n'est_une_île

    ...« chaque homme est un morceau du continent, une partie de l’ensemble. » Nul Homme n’est une île est un voyage en Europe, de la Méditerranée aux Alpes, où l’on découvre des hommes et des femmes qui travaillent à faire vivre localement l’esprit de la #démocratie et à produire le #paysage du #bon_gouvernement. Des agriculteurs de la #coopérative le Galline Felici en Sicile aux architectes, artisans et élus des #Alpes suisses et du #Voralberg en #Autriche, tous font de la politique à partir de leur travail et se pensent un destin commun. Le #local serait-il le dernier territoire de l’#utopie ?


    http://www.allocine.fr/film/fichefilm_gen_cfilm=260888.html
    #agriculture #alternative #agriculture_biologique #Sicile #Italie #agrumes #Galline_felici #localisme #Suisse #commons #communs #film #documentaire #Vorarlberg #Autriche #Alpes #architecture #dignité #coopérative #aménagement_du_territoire #prix_équitable #vente_directe #exode_rural #artisanat #économie_solidaire #EES #pizzo #auto-gestion #mafia #réseau_européen #réseau #Grisons #Bregenzerwald #conscience_européenne #fierté #participation_citoyenne #fête #utopie #Bureau_des_questions_du_futur (1’18’00)

    –—

    #Zwischenwasser (#Bregenzerwald) : Nel comune hanno costruito una scuola in cui hanno aiutato benevolmente gli abitanti e richiedenti asilo
    min. 1’12’15
    #asile #réfugiés

    • “Dalla Sicilia ripartirà tutto”. #Roberto_Li_Calzi: da “Le Galline felici” agli Sbarchi Gas

      “Prodotti bio e naturali a casa vostra. Coltiviamo rispettando la natura, vendiamo rispettando la gente. Creiamo occasioni di occupazione gioiosa rispettando la dignità del lavoro. Promuoviamo lo sviluppo armonico del territorio. Sosteniamo la crescita della concorrenza perché per noi ‘concorrere’ significa correre assieme”. È questa la filosofia che anima il consorzio Le Galline Felici, ideato da Roberto Li Calzi, conosciuto e intervistato da Daniel Tarozzi a Siracusa, tra le ultime tappe del suo viaggio nell’Italia che cambia.

      Dopo diversi anni trascorsi all’estero, Roberto è tornato in Sicilia ed ha iniziato ad acquistare dagli allevamenti intensivi le galline, restituendo loro condizioni di vita dignitose. Da qui il nome “Le Galline felici”, nato ufficialmente nel settembre 2007.

      Il consorzio, che oggi mette insieme più di 15 realtà economiche, riunisce siciliani innamorati della propria terra e determinati ad agire per cambiare. Si tratta di agricoltori dediti all’agricoltura biologica, che lavorano per un’agricoltura rispettosa degli equilibri naturali e da molti anni servono numerosi Gas al centro-nord.

      Roberto Li Calzi racconta che tutto è iniziato una decina di anni fa, proprio quando è entrato in contatto con il mondo dei Gas. “Ho chiesto a mio fratello di insegnarmi ad usare il computer e ho scritto a tutti i gruppi di acquisto presenti in rete offrendo i miei prodotti, principalmente agrumi. Immediatamente hanno cominciato ad arrivare richieste dal Centro-nord. Per qualche anno ho fatto da ponte anche per i prodotti agricoli di altre aziende. Li compravo e li rivendevo senza chiedere commissioni. Ad un certo punto, quindi, creare il consorzio e sistematizzare questo processo è stato quasi naturale” (da “Io faccio così”, pag. 335).

      Da “Le Galline felici” all’associazione culturale Siqillyàh (dall’antico nome arabo della Sicilia), creata da Roberto e altri tra il 2009 ed il 2010 per sperimentare e proporre altri modi di vivere e consumare e divenuta poi una delle più importanti Reti di economia solidale nel sud Italia.

      Tra persone, Gas e altre associazioni, l’Arcipelago Siqillyàh conta oggi circa 600, soci, il 40% dei quali non è in Sicilia. Tra gli obiettivi vi è la valorizzazione dei produttori locali e delle coltivazioni tipiche siciliane. In questi anni Siqillyàh ha inoltre favorito uno scambio nord-sud: i produttori biologici ed etici siciliani creano rapporti commerciali e culturali con i Gas del centro-nord .

      Proprio in quest’ambito si colloca un’altra importante iniziativa ispirata dal lavoro di Roberto Li Calzi: gli Sbarchi Gas, un nuovo modo di vivere gli incontri nazionali di tutti i rappresentanti dei gruppi di acquisto solidale. Il primo Sbarco (il nome si deve proprio a Roberto e si riferisce all’idea di una nave di gasisti che sbarcasse proprio sulle coste siciliane) è stato nel giugno del 2009 a Petralia Sottana, in provincia di Palermo. Tre giorni di festa con concerti, balli, campeggi ed esposizioni che hanno fatto sì che l’incontro venisse ricordato come una piccola Woodstock dei Gas.

      A questo primo Sbarco Gas hanno quindi fatto seguito gli Sbarchi in Piazza e si è contribuito alla creazione della Ressud, rete di economia solidale volta a rafforzare i legami tra i soggetti solidali del Sud nell’ottica di un percorso evolutivo di tutto il movimento nazionale dell’economia solidale.

      Gli obiettivi degli Sbarchi in piazza sono molteplici:
      – dimostrare che l’economia solidale offre risposte per i problemi prodotti dalla globalizzazione e dall’esasperazione del mercato;
      – diffondere questa consapevolezza e le sue pratiche tra la gente “comune” ed in particolare a quelle fasce “contigue” al mondo dell’Economia Solidale (associazioni, ecc.)
      – accrescere il numero dei consumatori consapevoli ed allargare quindi il consumo di beni provenienti da reti di produttori solidali;
      – consentire l’accesso a questo mercato a tutti quei produttori (con le caratteristiche adeguate) finora esclusi da questo mercato;
      – favorire la riconversione colturale (verso il bio) e culturale (verso la solidarietà) dei produttori;
      – stimolare i produttori ad operare in reti e agevolare la costruzione della rete sud sud;
      – favorire il ritorno alla terra di molti giovani (e non solo) disoccupati o insoddisfatti della qualità della propria vita;
      – uscire dalla testimonianza e cominciare a fare statistica;
      – raggiungere quei numeri, quella massa critica che permetta di concretizzare quelli che finora vengono considerate utopie.

      Una molteplicità di obiettivi, dunque, riconducibili ad un unico importante valore: l’importanza della rete, nella consapevolezza che ‘concorrere’ vuol dire correre insieme.

      “Non ci interessano i singoli – afferma Roberto Li Calzi – non cerchiamo gli eroi, ci interessa la rete. Siamo un mosaico, tutti insieme formiamo un quadro, ognuno è fondamentale, ma preso da solo non ha molto significato. Noi stiamo cercando di ribaltare i paradigmi, dimostrare che con le proprie energie si può sostenere la concorrenza e guadagnarci tutti. Sono convinto che dalla Sicilia ripartirà tutto”.

      http://www.italiachecambia.org/2014/01/io-faccio-cosi-10-dalla-sicilia-ripartira-tutto-roberto-li-calzi-da

  • Le mall est mort, vive le mall !
    https://www.demainlaville.com/mall-mort-vive-mall

    Aux États-Unis, près de 25% des centres commerciaux pourraient disparaître dans les cinq années à venir. Temples de la consommation, points de ralliement iconiques des teen movies et accélérateurs de l’étalement urbain, ces « #malls » doivent entre autre faire face à la concurrence des sites de #vente_en_ligne. De l’autre côté de l’Atlantique, le modèle français traverse les mêmes difficultés. Pourtant, déjà championne d’Europe du nombre de #centres_commerciaux par habitant, la France continue à distribuer les autorisations de construire, dans une fuite en avant inquiétante.

    #Europacity

  • Arms Sales : #USA vs #Russia

    U.S. and USSR/Russian arms sales from 1950 through 2017. The underlying data comes from the Stockholm International Peace Research Institute’s Arms Transfers Database. Units are expressed in trend indicator values (TIV). Each dot on the map = one TIV.

    https://vimeo.com/286751571

    #data_viz #data_visualisations #data_visualizations
    #cartographie #armes #états-unis_d'amérique #russie #vente_d'armes

  • Amazon se dote d’une impressionnante flotte de 20.000 vans Mercedes Gilles Boutin - 9 Aout 2018 - le figaro _
    http://www.lefigaro.fr/societes/2018/09/09/20005-20180909ARTFIG00095-amazon-se-dote-d-une-impressionnante-flotte-de-20

    Le géant du e-commerce complète son offre aux États-Unis avec une flotte de 20.000 camionnettes, destinées à effectuer la livraison dite du « dernier kilomètre ».

    Les images parlent d’elles-mêmes. Amazon a annoncé la semaine dernière avoir passé commande de 20.000 vans Mercedes-Benz Sprinter pour constituer sa toute première flotte de véhicules légers de livraison aux États-Unis. La commande initiale était de 5000, mais face à l’afflux de candidatures pour postuler à ce nouveau service, le géant du web dit avoir réévalué ses ambitions. Les premiers utilitaires aux couleurs du géant du e-commerce sont sortis ces derniers jours de l’usine du constructeur allemand, récemment installée à Charleston, dans l’État de Caroline du Nord. Dave Clark, vice-président des opérations mondiales d’Amazon, a diffusé le 5 septembre sur son compte Twitter une vidéo sur laquelle on peut voir des milliers de camionnettes arborant sur leur flanc une flèche bleue et un sobre « Prime », en référence au service de livraison auquel les clients d’Amazon peuvent s’abonner. « J’ai hâte de les mettre entre les mains de nos partenaires du service de livraison », écrit Clark.

    Ce dernier fait référence au lancement du nouveau service de livraison d’Amazon, qui entre directement en concurrence avec les acteurs traditionnels du secteur que sont FedEx, UPS ou encore DHL et Chronopost. La société de e-commerce s’attaque ainsi au marché dit du « dernier kilomètre ». Les Américains qui le désirent peuvent, depuis le mois de juillet, postuler pour devenir livreurs pour le compte d’Amazon, sans pour autant être salariés. En échange d’un investissement minimum de 10.000 dollars, ils pourront ouvrir et gérer leur propre service de livraison de colis Amazon et se verront confier des camionnettes, des uniformes et bénéficieront de formations de trois semaines délivrées par l’entreprise. Selon cette dernière, un entrepreneur à la tête d’une petite flotte de 40 camionnettes Amazon pourrait générer un profit de 300.000 dollars, rapportait le New York Times en juin.

    Dans une interview accordée à CNN, Dave Clark affirme s’attendre à développer une centaine de partenariats et voir rouler plusieurs milliers de ses vans sur les routes américaines d’ici la fin de l’année. D’après lui, « des dizaines de milliers » de personnes ont déjà déposé leur candidature pour devenir collaborateurs d’Amazon. Le représentant n’a pas indiqué si la compagnie comptait étendre son service à d’autres pays.

    #gafa #amazon #mercedes #uberisation les #drones à la poubelle #vente_forcée #has_been #raket

  • Vidéo - Eurosatory, ventes d’armes : et si les députés jouaient leur rôle ?
    http://obsarm.org/spip.php?article307

    A l’occasion du salon Eurosatory, comment changer la politique liée aux ventes d’armes ? En compagnie de Sébastien Nadot, député LREM qui demande la mise en place d’une commission d’enquête sur le Yémen, on va tenter de comprendre pourquoi le système français ne tourne pas rond et ce qu’il faut faire pour améliorer le rôle démocratique des députés et citoyens

    #Transferts_d'armes

    • En dehors de cette manie détéstable de faire disparaitre les femmes de l’humanité et d’appelé « plaisirs sexuels » la prostitution, de dissimulé l’ethique sous le gros mot de moral, je tiens à dire que les illustrations sont d’une laideur impressionnante. Si c’est pour mettre des horreur pareilles ne mettez pas d’images. Sinon cet article qui amalgame tout n’importe comment et qui insulte la rétine autant que l’intelligence est un partenariat publique-privé entre la sorbonne et Orange
      https://fr.wikipedia.org/wiki/Orange_Labs

      D’ailleurs je comprend pas pourquoi ce e-mondes sociaux s’affiche sur mon seenthis car je suis pas abonné à cette mocheté du service R&D de france télécome.

      #invisibilité #femmes #télécom #ethique #laideur #vacuité #pornographie

    • Bonjour, je ne comprends pas trop votre demande ? Je ne comprends pas trop non plus vos commentaires. Mondes Sociaux est un magazine gratuit fait par des chercheurs en SHS (leur affiliation ne nous regarde pas), financé par le LaBeX SMS qui relève de l’Université de Toulouse. Son but est d’ouvrir les thèmes de recherche à un public le plus large possible. Les illustrations sont toutes libres de droit et la politique éditoriale du magazine, que vous pouvez lire sur notre site, est d’illustrer les articles de manière « décalée ». Je ne sais pas pourquoi cela apparaît dans votre fil, mais c’est sûrement un problème de configuration de votre part. Bonne fin de journée.

  • Les contenus sexuels dans la #publicité existent depuis longtemps. A juste titre, on les étudie souvent sous l’angle du #sexisme. Et si on les analysait aussi sous celui de la #sexualité ? Mais chut, lisez plutôt !

    https://sms.hypotheses.org/4063

    #publicité, #sexe, #sexualité, #sexisme, #vendre, #vente, #pub, #marketing, #publicitaire, #porno_chic, #porn_studies, #acceptabilité, #communication

  • « Un scénario de financiarisation du logement social se dessine au détriment du bien commun » Patrice Lanco (Ancien haut fonctionnaire au ministère du logement)
    Dans une tribune au « Monde » (08.05.2018) Patrice Lanco, ancien inspecteur général de l’équipement, estime qu’un partage progressif entre l’Etat, des investisseurs et certains groupes HLM,du gâteau que représente ce pilier du modèle social français est en cours.

    Le logement social est un pilier du modèle social français. Avec 4,6 millions de logements, il loge un ménage sur six, soit 10 millions de personnes. Amortisseur face à la crise, filet de sécurité pour les plus fragiles, c’est aussi un poids lourd de l’économie : 17 milliards d’euros d’investissement en 2015.

    Ce patrimoine s’est constitué au fil des générations par l’effort cumulé des locataires (20 milliards d’euros de loyers par an, dont 40 % servent à rembourser les prêts qui ont financé le patrimoine), de l’Etat, des collectivités locales, des épargnants sur le Livret A, des entreprises et des salariés (ex-1 % logement). L’ancien ministre du logement Louis Besson l’a qualifié en 1990 de « patrimoine de la nation ».

    BIEN QUE GREVÉ DE 140 MILLIARDS D’EUROS DE DETTE, CE PATRIMOINE SUSCITE DES CONVOITISES

    C’est un bien commun dont les bailleurs sociaux ne sont que les dépositaires et les gestionnaires, qui n’a vocation à être approprié ni par l’Etat ni par des actionnaires. La loi garantit la pérennité de sa vocation sociale en fixant des plafonds de ressources et de loyers.
    Bien que grevé de 140 milliards d’euros de dette, ce patrimoine suscite des convoitises. Le modèle économique HLM est ébranlé par trois facteurs : le niveau historique des prix de l’immobilier et du foncier, la paupérisation des locataires et le désengagement de l’Etat.
    L’Etat a arrêté de subventionner la production de logements sociaux, financée par des prélèvements sur les bailleurs sociaux eux-mêmes. Il veut aller plus loin en inversant les flux financiers afin de prélever une partie de la richesse accumulée. La loi de finances 2018 met ainsi la pression sur le logement social avec une vision budgétaire, mais aussi stratégique : il s’agit d’impulser un changement de modèle.

    Montage complexe
    Le gouvernement, échaudé par le tollé contre la baisse de 5 euros de l’aide personnalisée au logement (APL), a conçu un montage plus complexe. La réduction de loyer, dite « de solidarité » (RLS), censée bénéficier aux locataires modestes, est déduite de leur APL à hauteur de 98 % : un gain misérable pour eux, mais de 800 millions d’euros pour l’Etat. Une péréquation a été instaurée pour ne pas décourager l’attribution de logements aux plus pauvres, mais chaque bailleur social sera prélevé in fine à hauteur de 4 % de ses loyers. Fragilisés, les bailleurs devront encore réduire la maintenance et l’investissement, au détriment des locataires et de l’emploi.

    D’ICI TROIS ANS, TOUS LES BAILLEURS SOCIAUX DÉTENANT MOINS DE 15 000 LOGEMENTS DEVRONT SE REGROUPER POUR ATTEINDRE CE SEUIL

    Avec le projet de loi ELAN [évolution du logement, de l’aménagement et du numérique], le gouvernement dicte sa solution : regroupez-vous pour faire des économies et favoriser la circulation des capitaux, et vendez pour pouvoir réinvestir. D’ici trois ans, tous les bailleurs sociaux détenant moins de 15 000 logements devront se regrouper pour atteindre ce seuil. Les sociétés anonymes d’HLM devront soit rejoindre un groupe, tels ceux contrôlés par Action logement (ex-1 % logement) ou par des établissements financiers, soit constituer entre eux une société de coordination. Dans tous les cas est prévue une centralisation au niveau du groupe pour définir la stratégie et les objectifs chiffrés.
    La contractualisation avec l’Etat s’effectuera au niveau national. Les collectivités locales ont ainsi de fortes chances d’être court-circuitées, malgré leur rôle-clé dans les politiques locales d’habitat. Les locataires ne seront plus représentés. Aucun contre-pouvoir n’entravera celui de l’actionnaire.

    Laboratoire
    La vente aux locataires correspondait jusqu’ici à une respiration normale du logement social : un peu moins de 9 000 logements ont été vendus en 2016. Ce n’est pas assez aux yeux du gouvernement, qui vise un objectif de 40 000. Des sociétés de vente d’HLM achèteront en bloc aux bailleurs qui veulent vendre vite, et se chargeront de la commercialisation des logements. Sans besoin de l’accord de la commune.

    UN NOUVEAU MODÈLE SE FAIT JOUR : LE PASSAGE D’UN LOGEMENT SOCIAL PÉRENNE À UN LOGEMENT SOCIAL À DURÉE DÉTERMINÉE

    L’étude d’impact estime à 800 000 le potentiel de logements susceptibles d’être mis en vente, et affiche la couleur : « Le paramètre de la revente à terme (dix ou quinze ans) pourrait même être intégré pour améliorer l’équilibre d’exploitation prévisionnel au moment du lancement de nouvelles opérations. » Un nouveau modèle se fait jour : le passage d’un logement social pérenne à un logement social à durée déterminée.

    Le logement intermédiaire a été un laboratoire : des fonds privés ont été créés avec des investisseurs pour produire des logements qui seront remis sur le marché au bout de dix à quinze ans. Le projet de loi prévoit l’extension de ce modèle aux logements sociaux haut de gamme : ceux de plus de quinze ans pourront être vendus à toute personne morale de droit privé. Le statut HLM des locataires en place sera maintenu, mais on peut anticiper la pression pour faciliter la vente à la découpe, et craindre l’extension de la vente en bloc à la meilleure partie du patrimoine, la plus intéressante pour des investisseurs.

    Partage du gâteau
    Ces projets sont bien sûr affichés comme permettant de produire plus. Bercy prétend que, avec un logement vendu, on peut en faire trois. Mais on ne reconstitue pas facilement une offre de logements sociaux dans les quartiers bien placés. Combien resterait-il de logements sociaux à Paris s’ils ne l’avaient été que pour vingt ans ?

    L’ALLEMAGNE, OÙ LA CRISE DU LOGEMENT REFAIT L’ACTUALITÉ APRÈS DES VENTES MASSIVES À DES FONDS DE PENSION, N’EST PAS UN MODÈLE

    Un scénario de financiarisation du logement social se dessine au détriment du bien commun, un partage progressif du gâteau entre l’Etat, des investisseurs et certains groupes HLM, qui voudraient déjà pouvoir transférer des fonds du logement social vers le logement intermédiaire, sas idéal avant une privatisation.

    Le modèle français du logement social doit être protégé, le bien commun trouver un statut qui le mette à l’abri de toute tentative de prédation. Pourquoi pas dans une fondation ? Des réformes sont certes nécessaires, mais ce doit être au profit des demandeurs qui ne parviennent pas à accéder au logement social trop cher, pas pour organiser son dépeçage. L’Allemagne, où la crise du logement refait l’actualité après des ventes massives à des fonds de pension, n’est pas un modèle.

    #logement_social #logement_intermédiaire #locataires #vente_d’HLM #loi_de_finances #banksterspartoutlogementnullepart

    • Si ces projets deviennent réalité ils constituent une catastrophe pour les locataires et pour la société entière.

      En Allemagne le systéme des appartements sociaux - abolis et remplacés par rien du tout - était fondé sur des subventions pour l’industrie de l’immobilier. Un investisseur avait accès á un prêt à taux d’intérêt subventionné pour son chantier. En échange il promettait pour une durée limitée de ne pas dépasser les loyers plafonnés et de ne louer qu’aux personnes possédant un Wohnberechtigungsschein attribué aux moins fortunés.

      Ceci était accompgané par un grand nombre d’appartements en possession de l’état fédéral, des Länder et des municipalités.

      Le troisiéme pilier du logement social était constitué par les sociétés immobilières privées en possession complète ou partielle de la « main publique ». Ils sont le seul élément de l’ancien système du logement social encore en place.

      Aujourd’hui on a toujours droit au Wohnberechtigungsschein si on ne gagne pas beaucoup, mais ce papier ne donne droit qu’á l’inscription sur la longue liste d’attente auprès des sociétés immobiliéres. Comme de nombreuses municipalités la ville de Berlin a vendu la quasi totalité de ses logements, des appartements de type logement social n’existant plus dans le privé depuis un bon moment.

      Chez nous le hold-up contre les municipalités et ses locataires a commencé dans la phase de l’appropriation des biens en possession des citoyens de la #RDA par les capitalistes ouest-allemands. Pour organiser et justifier ce vol le Docteur Schäuble , que vous connaissez pour son rôle dans le pillage de la Gréce, a introduit des lois qui forcent l’état à vendre tous les biens dont il n’a pas besoin dans l’immédiat. Chez les dogmatiques du libéralisme on ne veut pas que l’état et la société soient en mesure d’investir parce que ceci doit rester ou devenir le privilége des investisseurs privés riches (forcément).

      Depuis tous les gouvernments au niveau fédéral poursuivent cette ligne politique et maintiennent l’aubaine pour les super-riches.

      Le pillage des biens communs et communaux n’était pas une politique limitée aux Länder établis sur le territoire de l’ancienne RDA . Les lois introduits á l’occasion servent toujours à justifier la vente d’immeubles du Bund à des sociétés privées plutôt qu’à leur passage dans le patrimoine municipal de Berlin. La conséquence de cette politique pour les Berlinois est la hausse de loyers la plus élevée d’Allemagne.

      Les victimes de cette politique ne sont pas seulement les locataires et les personnes á la recherche d’un appartement. La ville de Berlin est de plus en plus souvent en situation d’échec quand il faut trouver des locaux pour son administration, pour des projets sociaux, pour loger des personnes en détresse après une incendie et pour réagir aux crises à caractére politique comme l’afflux de travaileurs pauvres des pays de l’Est et de réfugiés démunis.

      Wohnberechtigungsschein - WBS - Antragsannahme - Dienstleistungen - Service Berlin - Berlin.de
      https://service.berlin.de/dienstleistung/120671

      #Allemagne #Berlin #logement_social

  • La France doit mettre en place un contrôle parlementaire effectif des ventes d’armes
    http://obsarm.org/spip.php?article302

    A l’occasion de la visite de Mohammed Ben Salman à Paris, Tony Fortin, chargé d’études à l’Observatoire des armements, appelle, dans une tribune au « Monde », les parlementaires à faire la lumière sur les ventes de matériels militaires français à Riyad. Si le drame yéménite tient encore une place marginale dans le débat public, la France n’échappera pas longtemps à son examen de conscience. En ligne de mire, nos ventes d’armes aux forces de la coalition. On pourrait rétorquer comme Florence Parly, ministre (...)

    #L'Observatoire_dans_les_médias

    • La France est en effet la seule puissance européenne dont le gouvernement dispose de tous les leviers en matière de vente d’armes. Au regard des nouvelles pratiques européennes en matière de défense, les pratiques françaises – héritières de notre régime présidentiel centralisé – paraissent archaïques, dangereuses et hors de contrôle. Chez nos voisins germaniques et suédois, le parlement doit par exemple approuver les licences d’exportation d’armes. Quant aux députés britanniques, ils enquêtent, parfois avec mordant, sur la vente de matériel de guerre. Chose impossible en France, nous rétorque-t-on, avec parfois un soupçon de condescendance. Les ventes d’armes y restent étrangères aux notions de transparence ou de contrôle chères à tout régime démocratique. Et la défense impose un tout autre champ lexical : domaine réservé, secret défense, grande muette…

      #vente_armes #controle #démocratie

  • Così Malta mette in vendita la cittadinanza europea ai ricchi del mondo

    “Sono più che infastidita dal fatto che un’azienda si senta autorizzata a vendere la cittadinanza di un Paese contro la volontà dei suoi cittadini, dopo un subdolo accordo sottoscritto con un governo che non ha avuto, su questo, alcun mandato”. Le parole sono di Daphne Caruana Galizia. Era il 12 maggio 2017, e in un post del suo blog Running Commentary scriveva a Christian Kalin, presidente della società di consulenza Henley&Partners. Una società specializzata nel costruire sistemi per attrarre ricchi che vogliono acquistare una seconda cittadinanza europea. Il governo di La Valletta ha un contratto con loro che scadrà nel 2019. Ma non sono i soli: Henley&Partners lavora da decenni in tutto il mondo, e da due anni spinge per l’introduzione di un sistema simile anche in Italia.

    Le domande che Daphne si ponevano erano semplici: chi sono i nuovi cittadini maltesi? Caruana Galizia aveva trovato alcune risposte. Il consorzio Daphne Project è partito dal suo lavoro per scavare più a fondo sulle conseguenze di questo sistema e sull’azienda che lo ha lanciato a Malta.

    https://irpi.eu/cosi-malta-mette-in-vendita-la-cittadinanza-europea-ai-ricchi-del-mondo

    v. aussi :
    Daphne Project, così Malta mette in vendita la cittadinanza europea ai ricchi del mondo

    Dal 2014 a oggi, circa mille stranieri hanno ottenuto il passaporto di La Valletta, al costo minimo di un milione di euro. Del meccanismo si occupa la società #Henley&Partners che ha incassato non meno di 20 milioni di euro. Tra i ’nuovi cittadini’ uomini vicini a Putin, banchieri dal Kenya, ex parlamentari dal Vietnam, imprenditori nigeriani, cinesi e arabi

    http://www.repubblica.it/esteri/2018/04/18/news/daphne_caruana_galizia_daphne_project_malta_la_valletta_henley_partners-194219157/?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P3-S1.8-T2

    #Daphne_Project : la vendita di passaporti a Malta

    La giornalista d’inchiesta #DaphneCaruanaGalizia ha indagato sulla vendita di passaporti a Malta. Cinque mesi prima del suo assassinio, entrò in possesso di alcune e-mail nelle quali membri del governo discutevano di iniziative legali per fermare il suo lavoro.

    https://www.youtube.com/watch?v=O3B0tuXQB-c

    #Malte #passeports #citoyenneté #business #vente #riches #richesse #vente_de_passeports #citoyenneté_en_vente

    –—

    ajouté à la métaliste sur la #vente de #passeports et de la #citoyenneté de la part de pays européens/occidentaux à des riches citoyen·nes non-EU :
    https://seenthis.net/messages/1024213

  • Comment la #Bulgarie fabrique de faux (et dangereux) citoyens européens

    De hauts responsables bulgares corrompus vendent la nationalité bulgare à des milliers d’étrangers, dont des #criminels. De notre envoyé spécial.

    https://www.nouvelobs.com/monde/20180322.OBS4008/comment-la-bulgarie-fabrique-de-faux-et-dangereux-citoyens-europeens.html
    #criminalité #passeports #citoyenneté #vente_de_nationalité

  • Des scènes d’émeute pour du Nutella dans des Intermarché
    http://www.leprogres.fr/loire-42/2018/01/25/la-guerre-pour-du-nutella

    L’enseigne proposait, ce jeudi matin, des pots de Nutella de 950 grammes à 1,41 euro seulement, soit près de 70 % de réduction. Résultat : des scènes d’émeute un peu partout.

    (...)

    A Saint-Chamond, le magasin est assez petit, c’est un Intermarché Contact. Mais les 300 pots sont partis en un quart d’heure aussi. « Ça se battait. On a vendu ce qu’on vend en trois mois. Sur les tapis des caisses, il n’y avait que du Nutella », témoigne une salariée, qui assure n’avoir jamais connu ça en seize ans.

    (...)

    A l’Intermarché de Saint-Cyprien, les gens se sont battus, ils se sont jetés sur la personne qui transportait les pots de Nutella sur une palette.

    A Rive-de-Gier, les portables étaient de sortie pour filmer l’émeute : « Ils se sont acharnés comme des animaux. Une femme s’est fait tirer les cheveux, une dame âgée a pris un carton sur la tête, une autre avait la main en sang. C’était horrible », témoigne une cliente qui a assisté à la scène.

    • Michel Cymes évoque le sucre et ses dangers, à la faveur de la sortie en salle du passionnant documentaire « #Sugarland ». Le médecin campe sur sa position : le #sucre est une substance ultra-addictive, au même titre que la drogue.
      http://www.rtl.fr/actu/bien-etre/michel-cymes-persiste-et-signe-le-sucre-est-hautement-addictif-7791976607

      Huile de palme + sucre + 70% de réduction, un cocktail d’Intermarché qui occasionne partout en France des scènes inédites de cette concurrence entre fauchés dont se soutient la #guerre_aux_pauvres
      #nutsy

    • @ninachani

      Ça me donne envie de pleurer !

      Pareil. Et c’est souvent cette même envie de pleurer quand je fais les courses d’épicerie. les monceaux de saloperies que je vois dans les caddies de mes semblables et qui disent à la pauvreté de goût et les maladies futures. Des fois quand je vois des personnes hésiter et que j’ai une recette en tête avec ce qu’ils tiennent dans les mains, j’essaie le plus simplement du monde de leur donner cette recette, parfois ce sont les caissiers et les caissières qui m’interrogent à propos de tel ou tel produit un peu exotique sur le tapis, et alors-là je suis intarissable des choses que l’on peut faire avec du nioc man, des pois cassés ou encore du mascarpone, et j’insiste toujours sur le fait que cela ne coûte pas plus cher et cela prend à peine plus de temps que d’ouvrir un truc tout fait et de le faire réchauffer. Ou encore de repérer ans leur caddie un truc tout cuisiné mais qu’on peut améliorer facilement.

      Il n’y a pas longtemps une cassière m’a dit : « on doit bien manger chez vous mais on ne doit pas rigoler beaucoup », ça m’a fait rire, puis ça m’a un peu secoué, cette idée de riz complet = tristesse

      Par petits gestes comme ça, aimables paroles, je me demande si on ne grignote pas un peu de terrain et puis c’est une avalanche de Nutella à -70% qui emporte tout.

    • Il n’y a pas longtemps une cassière m’a dit : « on doit bien manger chez vous mais on ne doit pas rigoler beaucoup », ça m’a fait rire, puis ça m’a un peu secoué, cette idée de riz complet = tristesse

      Ça me rappelle cette discussion avec de jeunes universitaires à qui je racontais que ne consommais jamais de coca cola. L’un m’a répondu que c’était une chose de boycotter les marques qu’on estime prédatrices, mais que là c’était de la frustration. Ben non, aucune frustration de ne pas boire cette merde.

    • @philippe_de_jonckheere
      Maître Mô


      Personne ne s’est battu pour du Nutella.
      Mais on s’est battu parce du luxe est bradé (de 4 € 50 a 1 € 40 !) et donc exceptionnellement accessible.
      En fait on s’est battu parce que trois euros c’est beaucoup d’argent, pour beaucoup de gens : la voilà la tristesse.

    • @unagi Ce n’est pas mon impression. Le nutella il y en a chez les pauvres même si c’est effectivement assez cher. Je pense qu’on s’est battu pour la marque parce que le marketing est très, très bien fait et aussi pour la satisfaction de faire une bonne affaire, pas forcément d’économiser de l’argent. Lordon l’explique très bien, les grandes marques sont très efficaces pour attiser notre désir de nous procurer leur produit, c’est normal ils paient plein de gens très compétents pour étudier nos bas instincts et y répondre. Le capitalisme et la pub qui en est indissociable convainquent plein de gens que le bonheur c’est d’acheter telle marque et si on peut, en plus, avoir l’impression qu’on a été malin, qu’on a eu accès à un prix réservé à une petite minorité, qu’on fait partie des gagnants en quelque sorte, là c’est le top du top. Les gens ils ne vont pas faire d’économie forcément. Si j’achète 4 pots d’un coup je vais manger encore plus de nutella que d’habitude parce que je vais me dire qu’en plus ça coûte beaucoup moins cher cette fois ci alors pourquoi m’en priver, puisqu’il y a 4 pots d’avance. Ça aussi c’est calculé, c’est comme les grands conditionnements. Et en plus on crée ainsi un niveau de consommation + grand qui sera éventuellement maintenu par la suite même quand il n’y aura plus la promotion.

    • Nutella, révélateur de notre temps

      Dans les pots de Nutella, nous le savons désormais, on trouve du sucre, de l’huile, mais aussi de l’humiliation, du cynisme et une bonne dose de mépris de classe. Regardez-donc ces pauvres (non, pardon, ces beauf) qui s’écharpent pour des pots des Nutella ! Les cons ! Mais ils ne le savent pas, que le Nutella c’est mauvais pour la santé, plein de graisse et que ça détruit les écosystèmes des Orangs Outans ? Bien entendu, qu’ils le savent. On le leur a expliqué, à la télé, dans les journaux, à l’école, ou lors de la sortie annuelle au zoo de Beauval. Seulement voilà, c’est bon le Nutella. Et quand il n’est pas cher, pourquoi se priver de pouvoir revenir le soir avec une petite (ou grosse) surprise pour les enfants ? C’est compliqué, de résister, quand on sait qu’on fera plaisir aux gosses, ou qu’on se fera plaisir à soi, ce soir ou demain, avec une tartine de Nutella pas chère.

      Evidemment, l’attitude des gens, accentuée par les films et les commentaires des réseaux sociaux, est rapidement un peu ridicule. Quelle époque, je vous jure, s’entre-tuer, ou presque, pour du Nutella ! Quelle idée ! Et bien je trouve pour ma part qu’il y a plus inquiétant, et sans doute plus révélateur encore des dérives de notre temps : l’attitude des commentateurs. Je lis sur Twitter et sur Facebook énormément de commentaires très ironiques, très méprisants, à l’égard des gens que l’on voit sur ces films. « des têtes à regarder l’Amour est dans le Pré », des « cassos », des « beaufs », des « Groseille » (version plus cinéphile de la même réalité), des « gros veaux trop cons pour ne pas savoir que le Nutella c’est de la merde ». Et j’en passe. Mais franchement... Qui sommes nous, derrière nos écrans (le plus souvent mais - bizarrement - pas toujours, cachés derrière un confortable anonymat) pour juger ces gens et se moquer d’eux ? Il y a sur ces films un concentré de cette France que certains, par calculs politiques, appelaient la France d’en bas, celle des petits, des sans grade. Il y a là des gens qui sont ce que nous avons été, pour beaucoup d’entre nous, ou ce qu’ont été nos parents, nos grands-parents, nos amis d’enfance. Et personnellement, ces commentaires me mettent mal à l’aise. Certains me font mal.

      Ne jugeons pas. Essayons plutôt de comprendre. Comment en arrive-t-on à de telles situations ? Comment en arrive-t-on à se battre dans un magasin pour payer moins cher de la pâte à tartiner ? Fait-on cela par plaisir ? Mais aussi, comment en arrive-t-on à rire collectivement de l’humiliation des plus fragiles d’entre nous qu’apportent ces images ? Comment ne pas voir (et s’il se trouve quelques commentateurs pour en parler ici ou là, ils sont une très faible minorité) que derrière ces images, se cache en réalité le cynisme de Ferrero, qui s’offre une publicité gratuite pour son produit phare ? Comment ne pas voir l’indifférence et le cynisme des responsables de grande surface qui trouveront bien, demain, le moyen de dénoncer les dégradation qui nuisent à l’image de leurs établissements, après avoir réussi en quelques secondes une opération promotionnelle hors norme ?

      C’est là, à mon sens qu’est le vrai enjeu : comprendre comment, une fois de plus, nous acceptons et cautionnons que ceux qui sont peu de choses se moquent de ceux qui sont moins encore, sous le regard amusé et intéressé de ceux qui tirent les bénéfices (au sens premier du terme, sans doute) de ce lamentable épisode ? Sans doute m’accusera-t-on de vivre au pays de Oui-Oui. Peu importe, je l’assume. J’assume, en tout cas, de vouloir vivre dans un monde où décidément, non, se payer des gorges chaudes sur les effets de la pauvreté et du déclassement n’est pas quelque chose d’acceptable.

      https://blogs.mediapart.fr/lionel-jeanjeau/blog/250118/nutella-revelateur-de-notre-temps

    • Dans « la paix sociale », pour quoi peut on encore se battre ? Ces scènes en rappellent d’autres lors de #black_friday où il peut s’agir de produits très coûteux.

      @objectifocean signale :

      Au dela de « Ouh, les cassos, ils se battent pour un pot de #Nutella... »
      Regardez le taux de chômage autour des #intermarché en question.
      Ostricourt 20%
      Roubaix 30%
      Wingles 20%
      Marles-les-Mines 27%
      Saint-chamond 20%
      Saint-Cyprien 25%
      Rive-de-Gier 20%
      Voilà...
      (source Insee 2014)

      La marque, ça compte, c’est pas seulement une aliénation. J’imagine que ceux qui mange du Nutella le préfère aux « pâtes à tartiner » qui l’imitent. Et puis un enjeu de reconnaissance (ici, je suis chômeurs mais je peux quand même filer du Nutella aux mômes comme un salarié intégré, et tant pis si les vrais « gens bien » font aujourd’hui éviter le sucre à leurs enfants, ce modèle là ne se diffusera que lentement, vu les intérêts en jeu). Qui d’entre nous n’a pas vécu une scène où c’était pas le bon jeans, les bonnes chaussures, le bon gâteau, parce que c’était pas assez cher, ou pas assez connu, où c’était moins bien qu’une norme

      Sinon, @philippe_de_jonckheere, c’est sûrement un désastre mais il me parait faux de dire que cela prend pas plus de temps de faire à manger. C’est au minimum 15 minutes, et plutôt une demi heure tous quart d’heure, sauf repas exceptionnel (à lire tes seens je me demande d’ailleurs toujours comment tu fais pour trouver le temps, varier autant, etc.). Pour beaucoup de monde, où bien selon les moments, cuisiner n’a malheureusement rien d’une activité de détente, créatrice, oblative, plaisante, c’est une corvée, du travail domestique.
      En milieu populaire, le repas a pu être un moment important (supposant cuisine). Ce n’est très souvent plus le cas au quotidien mais seulement par exception. Le travail-emploi des femmes et bien d’autres facteurs ont joué. Non seulement, ça dégèle du surgelé plus que ça ouvrait des boites, mais en plus le moment commun du repas a souvent laissé place à l’ingestion post moderne ou chacun tend à manger à sa façon et à son heure (spectacle affreux si il en est).

      Le prix au kilo et au litre ça compte grave. Les promos c’est l’occasion de stocker/consommer des produits de « qualité » standard et pas des produits bas de gamme. Je dois être bien daronisé comme disent les djeuns, mais il y a plein d’articles de supermarché de centre ville que je n’achète que lorsqu’ils font l’objet de réduction et coûtent ainsi le prix du bas de gamme, voire moins. Il peut m’arriver d’acheter 10 paquets de café d’un coup parce qu’il est correct mais à 2€ au lieu de 3, ou trois fois trop de pâtes potables, il n’y a qu’à stocker.

      La conso populaire, elle oblige aussi bien souvent à disposer d’un congelo, pas juste pour le transformé et l’ultra transformé de l’#agrolimentaire mais aussi pour stocker du périssable lorsqu’il est disponible pas cher, en saison, en promo. Pour ma part j’achète souvent pour les congeler des produits bruts soldés pour cause de date de péremption (par exemple des poulets moins pourris que le bas de gamme), ou je prend chez le poissonnier plus de poisson en promo que ce que je cuisinerais de suite, etc.

      #économie_domestique #abondance (s’en donner l’impression)

    • Les prix exceptionnellement bas et la promesse d’une vie meilleure

      @ninachani dit

      Je pense qu’on s’est battu pour la marque parce que le marketing est très, très bien fait et aussi pour la satisfaction de faire une bonne affaire, pas forcément d’économiser de l’argent.

      et je pense qu’elle a raison, elle a indentifié l’essence du fait divers.

      Pour comprendre l’importance de l’idéologie et du marketing il faut éliminer tous les facteurs biologiques. On peut alors tester si l’idéologie est capable d’exercer un influence assez grande pour pousser des adultes à se comporter comme le décrit l’article.

      De ma propre observation je peux contribuer un événement qui s’est déroulé dans les nuits qui ont suivi le 9 novembre 1989 à proximité d’un point de passage entre Berlin-Ouest et l’Est. Il faut savoir que la situation alimentaire en RDA et Berlin-Est était comparable à celle à l’ouest à l’exeption des produit de luxe - on trouvait des croissants Lenôtre au grand magasin de luxe KaDeWe à Berlin-Ouest mais il fallait se contenter des Ost-Schrippen à l’Est. Il n’y avait donc pas de famine à l’est et les gens se nourrissaient d’une manière plus saine qu’on le fait chez nous actuellement - les plats cuisinés et industriels n’existaient simplement pas.

      Il devait être vers 22 heures le 10 ou le 11 novembre 1989 près du pont Bösebrücke qui menait vers le post de contrôle qui était ouvert depuis peu. Les douaniers de l’Est y vérifiaient encore les papiers mais il laissaient passer librement chacun avec une carte d’identité.

      Le large boulevard qui mène vers le pont du côté ouest est peu éclairé, prèsque noir. Un camion comme celui sur la photo s’arrête à cent mètres du pont et ouvre son hayon.

      Il faut savoir que Mon Chérie est une marque de Ferrero amplement annoncée dans les publicités télévisées. Il s’agit de chocolat contenant une cerise qui flotte dans une sorte de Cognac de mauvaise qualité très sucré.

      Du coup des centaines d’habitants de Berlin-Est se ruent vers l’arrière du camoin où des ouvriers distribuent des paquets de chocolat périmé comme si c’étaient des rations de riz pour les affamés du Sahel. Les gens sont sur leur chemin de retour après une visite de la partie ouest de la ville fermée pour eux jusqu’il y a quelques jours. Ils profitent de l’occasion pour s’emparer de quelques paquets de cette merveille devenue accessible d’une manière inattendue et miraculeuse.

      C’est la bagarre, la confusion dans la peinombre est totale, pourtant il me semble que malgré l’enthousiasme frénétique des pauvres gens personne n’est blessé. Le contenu du 40 tonnes part en espace de quelques minutes. Le conducteur ferme le hayon et s’en va après une cigarette bien méritée. Le calme retourne au boulevard Bornholmer Straße où les derniers visiteurs de l’est de dirigent vers leur quartier à Prenzlauer Berg et Weissensee .

      http://www.openstreetmap.org/node/268917019

      Volià ce que tu peux réussir avec un peu de publicité et des prix trés bas.

      #Berlin #mur #publicité

    • Sweet Movie
      https://www.youtube.com/watch?v=QO0BJi5j_wg

      Sweet Movie - Wikipedia
      https://en.wikipedia.org/wiki/Sweet_Movie

      She picks up the hitchhiking sailor Potemkin, though she warns him that if he falls in love, she will kill him. He ignores her many suggestions for him to leave and their relationship evolves. Eventually, in the state of love making, she stabs him to death in their nidus of sugar.

      #film

    • Longtemps j’ai pensé que seuls les marginaux s’éduquaient à échapper aux hallucinations collectives : celles de la morale et l’ordre.
      La publicité et le marketing s’occupent du désir comme la police de l’ordre.
      Résister mentalement aux injonctions sociales qui sont reprises par une foule, à la transe collective du désir (avoir ce que l’on n’a pas), c’est un effort mental auquel peu de gens sont préparés. Ce n’est pas tant une question d’argent que de ressort qui lâche.
      Je n’ai pas d’argent, j’aime modérement le Nutella, mais je souffre avant tout de la transformation en animal que cela pourrait opèrer sur moi.
      Je l’ai vu une fois, c’était un petit village en Normandie, bord de mer, les gens n’y sont pas pauvres, pas loin de Deauville, soir d’Halloween sous la halle du marché. Depuis la remorque d’un tracteur étaient jetés sur la foule des bonbons divers. Très vite, ce qui devait être une fête pour les enfants déguisés se transforme en cauchemar. Les parents veulent accumuler le plus possible de bonbons, ils sont venus avec des sacs, ils marchent sur les mains des enfants qui ont réussi à se baisser dans la cohue. Au départ on croit que c’est drôle, de gagner plus que les autres, mais ça se pousse, ça devient méchant, des petits se mettent à pleurer de peur.
      On a arraché les enfants de là vite fait, mais ils nous en ont voulu !

    • Sinon, @philippe_de_jonckheere, c’est sûrement un désastre mais il me parait faux de dire que cela prend pas plus de temps de faire à manger. C’est au minimum 15 minutes, et plutôt une demi heure tous quart d’heure, sauf repas exceptionnel (à lire tes seens je me demande d’ailleurs toujours comment tu fais pour trouver le temps, varier autant, etc.).

      Ah mais, d’abord je n’ai pas la télévision et je n’ai ni Facebook ni Twitter, et sinon je suis assez organisé comme gars.

      Et sinon en un quart d’heure : tu prends n’importe quel filet de poisson que tu déposes dans du papier alu avec des oignons, des carottes, de l’huile d’olive, du sel du poivre du citron, tu refermes le papier alu et tu colles ça au four pendant unq uart d’heure et c’est très bon. Si tu as un quart d’heure de plus tu fais du riz complet pour accompagner. Et pendant que le riz et le poisson cuisent tu découpes des quartiers de tomates de la feta ou de la mozarelle, de l’huile d’olive et du seul et hop !

      Je maintiens cela peut prendre un quart d’heure. Ensuite je mise beaucoup sur le fait que toute personne qui réaliserait un tel truc aussi facile et en tirer une insigne satisfaction va s’enhardir à faire d’autres trucs (comme des bricks à l’oeuf, une quiche avec de la pâte toute faite... et puis....

      Et puis c’est l’avalanche de Nutella à -70%).

    • @colporteur

      Pour ma part j’achète souvent pour les congeler des produits bruts soldés pour cause de date de péremption (par exemple des poulets moins pourris que le bas de gamme), ou je prend chez le poissonnier plus de poisson en promo que ce que je cuisinerais de suite, etc.

      Tu n’es pas obligé de stocker, continue de n’acheter que les trucs qui sont en promotion, de semaine en semaine il y a toujours des trucs en promotion et du coup ça t’oblige à varier (comme tu dis)

      Phil, hyper daronisé velu

    • Une superbe phrase d’une amie sur Facebook : « quand l’émeute montre la misère, l’imbécile regarde le Nutella ». Reprenez vous mes amis ! Ces femmes et hommes avaient enfin les moyens d’ offrir à leurs gosses une gourmandise qu’ils jugent désirable parce su’ ils en entendent parler sans y gouter jamais. Reprenez vous ! Vous ne pouvez pas reprocher aux pauvres les idées dominantes ni les standards de consommation de la societe de consommation. Ici ils font dans le bruit et la cavalcade ce que vous faites paisiblement et en silence parce que vous en avez les moyens. Et si vous ne le faites pas, comme moi, c’est parce que vous savez de quoi il s’agit. Mais pas eux. LES PAUVRES NE SONT PAS RESPONSABLES DE LEUR PAUVRETÉ QUELQU’EN SOIT LE DOMAINE. jlm

    • @philippe_de_jonckheere genré si tu veux mais c’est pas moi qui en décide, ça se passe comme ça, c’est les femmes qui font la bouffe tous les jours, sauf exception très exceptionnelle (il y a même des « ménages » ou la division routinière des taches c’est popote pour l’homme vaisselle pour la femme), si des hommes font la cuisine, c’est en général pour des exploits culinaires qui n’ont rien à voir avec l’ordinaire (ou bien le barbeuc d’été... sans cuisine).
      Oui, c’est un plaisir de ne pas laisser aux entreprises ce besoin vital, et d’y oeuvrer, un plaisir certainement de surprendre ses enfants par des repas. L’impression quand même que non seulement tu es organisé mais aussi très actif, et pas trop trop fauché.
      35h hebdo, ou temps partiel avec horaire en coupures, plus temps de transports, plus temps de travail domestique, c’est comme d’aller à l’usine, ça peut donner envie de se détendre, de se laisser aller à ne rien faire, voire ne plus laisser la force de faire davantage et chercher à réduire le temps de travail (domestique inclus, de mauvaises mères ! ou le choix de faire la lecture aux lardons le soir plutôt que de cuisiner, qui sait ? ). Et même de se vautrer devant la téloche (un bon neuroleptique) « pour décompresser ».
      Par ailleurs, plein de monde vit seul, ça incite pas à faire à manger lorsque personne ne se joint au repas.

      Si je stocke des promos c’est pour pas faire le chasseur cueilleur qui alterne période de disette et festin selon les arrivages (spécialement pour les protéines animales car je vais au marché régulièrement pour ce qui est végétal, mais ce que je dois y acheter ressemble souvent à de l’imitation de Nutella pour cause de fric). Et puis je trouvais dinque que ma grand mère qui avait connu la guerre ait toujours des kilos de sucre, et finalement moi c’est les pâtes, l’huile d’olive, les pois chiches ou les cornichons (et si quelqu’un apportait de la charcut ? n’en manquons pas) et je sais quoi encore. Je sais que je finirais toujours le mois.
      Plein de produit tiennent fort bien la congélation (à proscrire dans bien des cas). Il m’arrive y compris de stocker des surplus de récup sur le marché (légumes congelables sans trop de perte de qualité), ça demande un taff de mise en oeuvre (acheter des haricots verts ou des rondelles de courgette picard c’est plus vite fait, surtout si on se les fait livrer...). Et ça permet à quelqu’un de pas toujours très organisé de s’organiser autrement : avoir toujours de quoi manger, pour soi ou en cas de repas collectif impromptu. Bon j’arrête, je suis pas un modèle du tout :) et j’ai pas de théorie de la chose (vivre sous le capitalisme) sous la main.
      Faire gaffe aux promos, c’est aussi un boulot de bonne femme, et ça prend du temps (tout comme ça prend du temps de voler l’essentiel de ce que l’on mange). Je me souviens d’avoir vu des pauvresses trimbalant une grosse boite en carton avec les bons de réducs dans un supermarché U.S pour remplir le caddie « à bon escient ». Ce que je vois aujourd’hui au supermarché en bas de chez moi, c’est des femmes qui consultent des comparateurs de prix sur smartphones.

      Ne pas oublier. Ça aussi un petit goût de revanche (à défaut d’être « la » revanche de la chanson) : cette fois je me saignerais moins pour ces machins dont j’ai besoin. Sous les comptabilités ordinaires, le mégotage, ce « matérialisme » vulgaire, un refus de la mesure capitaliste, aussi.

    • Ça me rappelle cette discussion avec de jeunes universitaires à qui je racontais que ne consommais jamais de coca cola.

      Tout comme celles et ceux qui te regardent comme un Martien quand tu leur dis que tu ne bois pas d’alcool. Là aussi, l’injonction sociale est à la clef de la partition. Sauf que j’ai perdu l’envie de danser sur ce que la musique jouait et quand la musique joue trop fort, je me bouche les oreilles :-))

    • @colporteur

      Faire gaffe aux promos, c’est aussi un boulot de bonne femme

      euh, mais c’est pas possible d’écrire ça sur seenthis !
      Dire que c’est un rôle toujours dévolu aux femmes, mais dire « bonne femme », non, franchement, tu plonges … assume ta beauferie et utilise bobonne ou pouffiasse pendant que tu y es mais surtout ne va pas raconter derrière

      genré si tu veux mais c’est pas moi qui en décide

      Si si, c’est toi qui décide de mettre bonne femme, un terme méprisant et condescendant.

    • @touti, Si les guillemets implicites s’entendent pas, je les ajoute. ce que ça veut dire c’est que un taff que les mecs font pas, le soin, la reproduction, ça reste les femmes, en général, et très massivement, idem pour la gestion du budget domestique (promos incluses), sauf pour un homme sans femme, ce citron sans fusée spatiale.

    • Pourtant ces images ne sont pas rassurantes puisqu’elles nous mettent sous les yeux ce que c’est qu’être pauvre dans une société de consommation, ce que c’est que manquer de pouvoir d’achat dans une société d’abondance, au point de se battre pour des pots de Nutella.

      http://rf.proxycast.org/1394173213663043584/13983-26.01.2018-ITEMA_21568105-0.mp3

      https://www.franceculture.fr/emissions/lhumeur-du-matin-par-guillaume-erner/lhumeur-du-matin-par-guillaume-erner-vendredi-26-janvier-2018

    • @sombre

      Tout comme celles et ceux qui te regardent comme un Martien quand tu leur dis que tu ne bois pas d’alcool.

      – Désolé je ne bois pas d’alcool
      – quoi t’es breton et tu bois pas ?
      – oui, enfin j’ai bu mais je ne bois plus.
      – ah ben là oui, d’accord.

      Comme quoi la Bretagne est une terre d’alcooliques, une idée encore bien ancrée. yec’hed mat !

    • A Cologne on lance 300 tonnes de bonbons dans la foule - c’est le poids distribué le lundi gras (Rosenmontag) uniquement. Pourtant ca se passe d’une manière plutôt calme dans le cadre de la folie collective annuelle du carnaval.

      Auf der Jagd : Kids im Kölner Kamelle-Rausch (1:17)
      https://www.youtube.com/watch?v=AXIPePZOsm0

      Là c’est un rituel alors que les excès se produisent lors des situations extraordinaires.

      Rosenmontag
      https://en.wikipedia.org/wiki/Rosenmontag

      Celebrations usually include dressing up in fancy costumes, dancing, parades, heavy drinking and general public displays with floats. Every town in the Karneval areas boasts at least one parade with floats making fun of the themes of the day.[6] Usually sweets (Kamelle) are thrown into the crowds lining the streets among cries of “Helau” or “Alaaf”, whereby the cry “Kölle Alaaf” is only applied in the Cologne area – the exact meaning of Alaaf is disputed, it may stem from “alaf”, Celtic for “luck”, or “Alle af”, Ripuarian for “all [others] away”. Sweets and tulips are thrown into the crowd.

      The celebrations become quieter the next day, known as Veilchendienstag ("Violet Tuesday", Shrove Tuesday), and end with “Aschermittwoch” (Ash Wednesday).

      2018 date : 12 February

      reportage de la télévision régionale SR3
      http://www.ardmediathek.de/tv/aktueller-bericht/aktueller-bericht-27-02-2017/SR-Fernsehen/Video?bcastId=743232&documentId=40967918

      Buntes Treiben beim Umzug in Neunkirchen, Beamtenbesoldung unter dem Durchschnitt, Rosenmontagsumzug in Burbach, Rosenmontagsumzug in Saarwellingen und Illingen, Rosenmontagsumzüge in Freisen, Wadern und Losheim, Rosenmontagsumzüge in Merchweiler und Marpingen, Interview mit dem Kinderprinzenpaar, Rosenmontagsumzüge in Ommersheim und Reinheim, Rosenmontagsumzüge in Friedrichsthal, Riegelsberg und Schwalbach, Rückblick auf die Fastnachtsumzüge am Fastnachtssonntag.

      #carnaval

    • Les autorités sanitaires ont recensé six fois plus d’intoxications en 2016 qu’en 2010 suite à la consommation de cocaïne et à ses dérivés, dont le crack, a indiqué vendredi l’Agence du médicament.
      Une promotion proposant le pot de Nutella de 950 grammes à 1,41 euro au lieu de 4,50 euros a provoqué la cohue et l’hystérie dans des magasins.
      Dessin de #Chereau pour #Urtikan.net

      http://www.urtikan.net/dessin-du-jour/cocaine-nutella-chacun-ses-addictions
      https://seenthis.net/messages/556318

    • L’analyse de Jean Gadrey
      https://blogs.alternatives-economiques.fr/gadrey/2018/01/27/ruees-sur-le-nutella-a-prix-casse-qui-sont-les-fauteu

      Mais ce n’est pas tout. L’oligarchie est certes d’abord constituée des super dealers que sont les multinationales et la finance, mais ses fondés de pouvoir dans les institutions publiques sont les plus hauts responsables politiques. Pas tous, mais certains, et nombreux. Ceux qui, entre autres, peuvent amplifier les inégalités de revenu et la pauvreté. Par exemple via une fiscalité qui privilégie les riches contre les pauvres, et via l’appauvrissement des services publics. Car la fiscalité, si elle est progressive, et les services publics gratuits ou à des tarifs très abordables, sont deux des grands réducteurs d’inégalités de revenus, avec bien entendu les prestations sociales, si elles ne sont pas réduites à une peau de chagrin, et avec des mesures qui seraient nécessaires pour limiter les écarts de salaires entre les plus hauts et les plus bas.

      Or la dernière période, y compris les derniers mois, ont vu une offensive de grande ampleur de l’oligarchie et de la macronarchie contre les plus modestes, les plus précaires, contre les services publics, contre la fiscalité progressive, contre les prestations sociales et, en préparation, contre le SMIC. Le nombre de pauvres au sens officiel a progressé d’un million en dix ans.

      Il ne s’agit pas de dire que « les pauvres » sont les seuls à participer, pour certains d’entre eux, à la ruée sur les soldes. Ce serait faux. Mais l’incitation à gagner plus de 3 euros sur un pot de Nutella est malgré tout autrement plus forte chez ceux qui doivent compter le moindre euro, ou à qui on vient d’enlever 5 euros d’APL par mois, que chez la plupart de ceux qui les critiquent en oubliant d’incriminer les dealers et les requins.

    • Je me permets d’ajouter une hypothèse : le assez banal phénomène de foule.

      Tu mets les gens dans un espace restreint, tu leur donnes une même destination, avec un même but, et tu regardes comment ça dégénère. Voir comment s’énervent très vite les gens qui se font doubler, ou qui ont l’impression de se faire doubler, ou juste l’impression qu’on va essayer de les doubler, pour ne pas trop théoriser les qualités du marketing du Nutella. Même pour aucun avantage pécunier (genre attendre son queue devant le rayon boucherie), si les gens font la queue dans le désordre, le ton monte vite.

    • Héhé ! Lemmings !!!
      https://www.techsupportalert.com/content/play-classic-lemmings-game-online-your-browser.htm

      Game fans of a certain age will surely remember Lemmings, which was one of the hottest games of the 1990s. Amazingly, someone actually managed to recreate a clone of the game as a Web-based application that you can play in your browser. It works just like the original, and is just as fun and addictive as you’ll remember it.

      To see for yourself, head to http://www.elizium.nu/scripts/lemmings

      Lemming
      https://en.wikipedia.org/wiki/Lemming#Behavior


      @arno ... banal phénomène de foule ... ;-)

      Lemmings have become the subject of a widely popular misconception that they commit mass suicide when they migrate by jumping off cliffs. It is not a mass suicide but the result of their migratory behavior.
      ...
      It is not known why lemming populations fluctuate with such great variance roughly every four years, before numbers drop to near extinction.

      Bah, comme chez l’Homme quoi. Reste à savoir si c’est mieux chez la Femme ;-)

      #it_has_begun

    • Après le Nutella, la vente de couches-culottes provoque des ruées dans un Intermarché
      http://www.bfmtv.com/societe/apres-le-nutella-la-vente-de-couches-culottes-provoque-des-ruees-dans-un-inte

      Après des rabais effectués sur des pots de Nutella allant jusqu’à -70% et provoquant des scènes d’émeutes, c’est au tour des couches-culottes Pampers de rendre les consommateurs hystériques, au sein de l’Intermarché de Metz Vallières.

      Un prix de 23,95 euros à 7,18 euros

      Ce mardi matin, le quotidien Le Républicain Lorrain fait état d’une émeute, ayant éclaté dès l’ouverture du magasin. En cause : une promotion exceptionnelle de -70% sur le paquet de couches Pampers, faisant passer le prix du paquet de 23,95 euros à 7,18 euros.

      Dans les colonnes du journal, la gérante du magasin raconte scène : « C’était l’horreur ! C’est devenu ingérable. Environ 250 personnes étaient présentes à l’ouverture spécialement pour acheter des couches. Des femmes se sont battues, nous avons été contraints d’appeler les forces de l’ordre. Le personnel était à bout ».
      Une enquête ouverte par la répression des fraudes

      La même opération sera toutefois reconduite dès demain matin mais avec la présence des forces de l’ordre afin d’éviter tout débordement. La Répression des fraudes (DGCCRF) a toutefois lancé une enquête sur ses rabais à 70 % sur le Nutella.

      Du café moulu faisait également partie de la liste des produits à prix réduits, dans le cadre de l’opération « Les quatre semaines les moins chères de France », durant lesquelles de nombreuses promotions ont lieu à travers toute la France. Une opération commerciale qui risque de donner lieu à de nombreuses scènes d’émeutes comme on a pu en voir ces derniers jours.

      70%, ça reste un ovni dans le monde des promos, souvent de 20 à 40%, ou, plus trompeur, de 40 à 70% sur le deuxième article identique acheté.
      Je croyais la #vente_à_perte encadrée.
      https://fr.wikipedia.org/wiki/Vente_à_perte
      #intermarché #pub

    • Sur les phénomènes de foule, il y a eu dans les années xxxx un système de surveillance qui détectait les comportements déviants. Je crois que vous tous qui critiquez le gout national pour le Nutella vous êtes bons pour être classés dans cette catégorie. D’éminents sociologues avaient œuvré pour étudier la foule dans le métro et pouvait ainsi déduire que celui ou celle qui ne courrait dans le sens opposé à la foule était déviant, tout comme rester 2 métros de plus sur le quai ou lever un bras (quand les autres ne le font pas). Grace à un logiciel informatique couplé à la vidéosurveillance, la RATP, grand laboratoire du contrôle de la foule, dit plus communément (voire politiquement pour ceux qui osent encore ce mot) #contrôle_social, créa #prismatica, ce fameux logiciel prêt à épingler ceux qui n’aiment pas le Nutella.

    • Emeutes au Nutella - Analyse de Mélenchon
      La Luciole Mélenchantée
      https://www.youtube.com/watch?v=AQ1e1LefyqU

      Les médias n’ont retenu que le tweet de Mélenchon à propos des émeutes causées par la promo sur le Nutella dans certains supermarchés de la grande distribution. Pourtant, il a émis une analyse complète de la société de consommation capitaliste où la pauvreté explose, notamment dans son livre L’ère du peuple .

      « La publicité est dans la démocratie ce que la propagande est dans la dictature »

  • Enquête chez les agents immobiliers, ces précaires en col blanc, Lise Bernard [« La précarité en col blanc : une enquête sur les agents immobiliers », PUF, Paris, 338 p. (collection Le lien social).]
    http://theconversation.com/enquete-chez-les-agents-immobiliers-ces-precaires-en-col-blanc-8763

    Les agents immobiliers sont confrontés à ce que je propose d’appeler une « précarité en col blanc ». La notion de « précarité en col blanc » revêt deux significations qui expriment la « double vérité » de l’existence sociale des agents immobiliers. C’est d’abord une précarité de cols blancs, c’est-à-dire une précarité que connaissent des cols blancs. C’est aussi une précarité qui porte (au sens métaphorique) un col blanc, c’est-à-dire une précarité à l’apparence soignée, qui peut présenter des aspects attrayants, contenir des promesses. Et ce notamment en termes de revenu et d’autonomie dans le travail. La précarité en col blanc n’est ainsi pas systématiquement vécue sur le monde du manque. Il existe des manières très diverses de vivre cette incertitude. Tous les agents immobiliers n’aspirent pas au salariat stable. Au total, la position des agents immobiliers est marquée par l’ambivalence : elle est à la fois attirante et fragile.

    Une condition révélatrice de tendances profondes

    Il importe d’étudier la condition de précarité en col blanc des agents immobiliers pour plusieurs raisons.

    Elle permet d’abord de mieux comprendre de nombreux aspects de leurs manières de faire au travail, les contraintes qui sont les leurs, leurs aspirations, ainsi que plusieurs dimensions de leur rapport au monde. Ensuite, cette condition est révélatrice de tendances profondes qui traversent la société française. Elle est, en particulier, intimement liée au développement du secteur tertiaire et à celui d’entreprises sans salarié. La multiplication des positions d’indépendants des services qui exigent, par comparaison à d’autres activités, un patrimoine relativement faible, prend sens dans le cadre du marché du travail contemporain.

    Dans un contexte de chômage, ces entreprises peuvent d’abord constituer un moyen de créer son propre emploi. De plus, dans un cadre de « course au diplôme », de déclassement et d’effritement du salariat, créer une entreprise de ce type, ne comportant souvent pas d’employé, peut apparaître comme plus attrayant et pas nécessairement plus risqué que certains postes de salariés. Être satisfait de son travail tout en occupant une position fragile s’observe aussi, mais sous des formes différentes (en particulier quand les perspectives de revenus sont moins prometteuses), dans d’autres régions de l’espace social, comme chez des artistes ou des « intellectuels précaires ». Ces précarités sont liées aux nouvelles formes du capitalisme.

    Ethnographie et statistiques

    Mon livre invite le lecteur à pénétrer dans l’univers de vie des agents immobiliers du secteur de la vente et à découvrir les coulisses de leur métier. Il fait le récit de leur quotidien, de leurs inquiétudes, de leurs représentations, de leurs valeurs.

    Il s’appuie sur un dispositif d’enquête articulant ethnographie et statistiques. J’ai effectué une enquête de terrain dans une agence immobilière parisienne dans laquelle j’ai travaillé pendant quinze mois. J’y étais chargée de tâches administratives, accompagnais les négociateurs dans leurs diverses activités, participais aux réunions de travail et aux formations. Afin de multiplier et de diversifier les interlocuteurs, j’ai également réalisé une cinquantaine d’entretiens avec des agents immobiliers travaillant dans des types d’agences différents, des villes et des quartiers variés, et présentant des degrés divers d’ancienneté et de réussite dans le métier. Par ailleurs, des analyses statistiques ont été menées à partir des enquêtes Emploi de l’Insee, afin notamment de mettre en évidence les groupes professionnels qui, au regard de plusieurs variables, sont les plus proches des agents immobiliers.

    À partir du cas des agents immobiliers, cet ouvrage contribue aussi à l’exploration d’un monde plus vaste, que l’on peut nommer les « cols blancs du commerce ». Ce dernier, en plein essor depuis le début des années 1980, est emblématique de transformations sociales récentes. Ce livre aide ainsi à réfléchir aux manières de travailler et de vivre dans une société où les services à la personne, les relations de clientèle et l’individualisation des trajectoires ne cessent de se répandre.

    #vente #précarité_en_col_blanc #indépendants_des_services #enquête #livre

  • http://www.arbre-vengeur.fr/?p=4625

    Chevillard, on y souscrit ardemment

    Précédé d’une préface inédite de l’auteur, ce volume contient la dernière année qui ne sera pas éditée en volume séparé .

    Ben justement, non, je ne souscris pas du tout à cette saloperie. Il est hors de question, quand bien même j’adorerais pouvoir lire la dernière année, comme j’ai lu les neufs premières années chaque automne, c’était même mon plaisir annuel de lecture, il est hors de question que je raque pour me racheter les neufs volumes précédents. C’est un procédé vil et dégueulasse, indigne. Peigne-culs

    Et donc je le volerai. Et je donnerai les neufs volumes précédents, désormais surnuméraires, à une bibliothèque communiste de ma connaissance. Vous faites chier.

    Et désormais les blagues entendues de Monsieur Chevillard sur son peu de lecteurs j’arracherai leurs pages, vu l’irrespect total envers sans doute l’un de ses très rares lecteurs de tous les livres à leur sortie depuis 1987 de ce fât môssieur. Mourrir m’enrhume et Chevillard m’emmerde.

    #peigne-cul

  • C’est un #gag, n’est-ce pas ?

    “The European Union is allowing members to restrict sales of #inflatable_boats and outboard motors to Libya in an effort to stop dangerous migrant smuggling across the Mediterranean.”

    https://apnews.com/c0ab907fc60d4e28b3eda175320eb48b

    –-> C’est comme cela que l’UE veut lutter contre les morts en mer ?
    En interdisant la vente de bateaux gonflables ?
    Si ce n’était pas si dramatique, je serais morte de rire...

    #ridicule #bateaux_gonflables #asile #migrations #réfugiés #Méditerranée #commerce #vente #smuggling #smugglers #passeurs

  • Vague de malaises chez les ouvriers du textile au Bangladesh
    Thomas Engrand, 26/05/2017

    Ces problèmes de santé ne seraient pas liés uniquement aux pics de chaleurs. Les autorités pointent aussi du doigt la malnutrition et la fatigue.

    Quand les prix se veulent imbattables, ce sont les droits humains qui sont battus à mort.

    http://www.la-croix.com/Economie/Monde/Vague-malaise-chez-ouvriers-textile-Bangladesh-2017-05-26-1200850406

    #conditions_de_travail #sous_traitants #sous_traitance #Rana_Plaza #mondialisation #sécurité #ouvriers #droits #Bangladesh #grève #salaires, #usine #textile #progrès #traçabilité #vente_en_grande_quantité_et_à_très_bas_prix #concurrence #impunité #multinationales

  • Le mot de l’éco. Uber gagnera-t-elle un jour de l’argent ?
    http://www.francetvinfo.fr/replay-radio/le-mot-de-l-eco/le-mot-de-l-eco-uber-gagnera-t-elle-un-jour-de-largent_2006567.html

    Les pertes d’Uber atteignent des sommets
    Trois milliards de dollars pour l’année 2016, selon une estimation de Bloomberg. Si cela se confirme, ce sera un milliard de plus qu’en 2015. Depuis sa création, en 2009, Uber aura englouti au total, cinq milliards de dollars pour financer son développement. Un développement à marche forcée d’ailleurs : Uber est aujourd’hui disponible dans plus de 500 villes, réparties dans près de 80 pays.

    A chaque fois la recette est la même
    Uber n’arrive dans une ville qu’en position de force - en clair, après s’être assurée d’un nombre suffisant de chauffeurs qui travaillent pour elle. Du coup, elle les subventionne très largement, à tel point que, dans de nombreux pays, le prix payé par le client est inférieur à la somme versée au chauffeur. Mais ça coûte très cher : ces subventions représenteraient, selon les experts, les deux tiers des pertes d’Uber dans le monde.

    Reste que, une fois que l’appli est devenue incontournable, une fois qu’Uber est en position de quasi-monopole, changement radical d’attitude. Uber coupe les subventions et augmente sa marge. En France la commission prélevée sur une course est ainsi passée le mois dernier de 20 à 25%.

  • Quand #Saadi_Kadhafi s’envoyait en l’air chez Dassault
    https://reflets.info/quand-saadi-kadhafi-senvoyait-en-lair-chez-dassault

    Vous êtes peut-être un lecteur trop récent de Reflets pour vous en souvenir, mais en avril 2012, votre journal préféré publiait une vidéo montrant Saadi Kadhafi en #France, réalisant toute une série d’emplettes, auprès notamment de Panhard et de Thalès. Du 6 au 10 juin 2006, à une époque où Mouammar était entre gentil-gentil et […]

    #Alain_Martel #Eric_Trapier #Essais_en_vol #Falcon #Patrick_Castagnos #Philippe_Rebourg #Rafale #Sarkozy #Ventes_d'armes
    https://reflets.info/wp-content/uploads/saadi-a-paris.mov

  • « Les banques et l’Etat grecs essaient de prendre nos maisons tous les mercredis au tribunal de paix »

    Interview de Filippos Filippides, membre du comité « Vente aux enchères STOP », contre la vente aux enchères des biens immobiliers pour défaut de paiement.

    #mobilisation #logement #Troïka #créanciers #débiteurs #dette #crise #actions #enchères #ventes_publiques #Grèce #immobilier #expulsion #expulsions_locatives #Syriza #cadtm

    http://www.cadtm.org/Les-banques-et-l-Etat-grecs

  • « Une République exemplaire »
    http://survie.org/billets-d-afrique/2016/254-fevrier-2016/article/une-republique-exemplaire-5190

    Hollande, avec l’aide de Le Drian, aura réussi au moins une chose : une militarisation tous azimuts, de la politique étrangère, de la politique intérieure et même de l’économie. Avec cette année, une prise de commande record pour les marchands de canons : 16 milliards d’euros en 2015, contre moitié moins l’année précédente qui était déjà un très bon cru. A cette occasion, Jean Guisnel (Blog Défense ouverte, 22/01) nous explique que « les Saoudiens financent l’achat [à la France] de 2,3 milliards d’euros (...)

    #254_-_février_2016

    / #Ventes_d'armes, #Partis_politiques_francais, #Brèves_d'Afrique_et_d'ailleurs

  • Arabie Saoudite : le risque d’une autre erreur #géopolitique majeure
    http://fr.myeurop.info/2016/11/14/arabie-saoudite-le-risque-d-une-autre-erreur-g-opolitique-majeure-14852

    Daniel Vigneron

    Il y a 25 ans, l’Europe et la France n’ont pas su assister la jeune démocratie russe. Il y a 10 ans, elles ont fermé les portes de l’UE à la Turquie. Poutine et Erdogan en sont les produits. Et certains voudraient pourtant répéter les mêmes erreurs avec l’Arabie Saoudite.

    Le rapprochement diplomatique initié depuis deux ans entre la France et l’Arabie Saoudite est sous le feu des critiques dans l’Hexagone. lire la (...)

    #Parti_pris #Europe #Moyen_Orient #droits_de_l'homme #libéralisation #monarchies_du_Golfe #ouverture #Saoud #Ventes_d'armes #wahhabisme

  • Affaire #Karachi : une nouvelle étape est franchie dans la perspective d’un procès
    https://www.mediapart.fr/journal/france/211016/affaire-karachi-une-nouvelle-etape-est-franchie-dans-la-perspective-dun-pr

    © DR Enlisé depuis le début de l’année 2016 dans les sables de la procédure, le dossier, dans lequel s’enchevêtre #Corruption, ventes d’armes et financements politiques illégaux, s’est enrichi, mercredi 19 octobre, des réquisitions d’un haut-magistrat qui réclame le renvoi devant le tribunal correctionnel de six acteurs clés du scandale.

    #France #Balladur #Léotard #Sarkozy #Takieddine #Van_Ruymbeke #Ventes_d'armes