• Due svalutazioni a distanza di pochi mesi, di cui l’ultima a seguito della decisione della banca centrale di lasciare fluttuare liberamente la valuta sui mercati internazionali, hanno portato il cambio con il dollaro da 0,78 a 1,55. E per un paese come l’Azerbaijan che importa quasi tutto ciò ha comportato un aumento generalizzato del costo della vita compreso i generi di prima necessità. La gente, quindi, è tornata dopo tanto tempo a manifestare nelle piazze della capitale e delle principali città trattenuta a stento dalle forze di polizia. Tempi duri per i petro-stati. Se poi si considera che l’export dell’Azerbaijan è basato al 95% sugli idrocarburi si fa presto a intuire la parabola dell’economia del paese precipitata in poco tempo dall’opulenza sfarzosa alla crisi recessiva.
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      Noi siamo fondamentalmente pro-europei”, aggiunge il deputato che gli siede a fianco, “ma dopo la fine dell’Unione Sovietica non abbiamo bisogno di un altro grande fratello”, sottolinea usando il termine tradizionalmente riferito all’ingombrante vicino russo.
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      Frode fiscale, malversazione, finanziamenti illeciti, alto tradimento sono alcuni dei capi di imputazione che il regime azero ha usato in questi anni per silenziare attivisti come #Leyla_Yunus, #Rasul_Jafarov e #Khadija_Ismayilova, coraggiosi esponenti del mondo non governativo locale che si battono da anni per difendere e fare rispettare i diritti di tutti.

      #merci
      #Azerbaïdjan
      juste un peu énervant de devoir subir la description des différents lieux du haut de gamme touristique local (hôtel cinq étoiles, restaurant au caravansérail, etc.) mais, bon, on fait partie d’une délégation européenne ou pas (et en plus les prix ont été divisés par 2 euros…)