Venice Climate Camp 2020 - Decolonizzare la crisi ecologica. Il report del dibattito | Global Project
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A cosa è dovuta tale frattura? Secondo Ferdinand, al fatto che il pensiero ambientalista spesso sottovaluta il peso della vicenda coloniale e allo stesso tempo i movimenti politici antirazzisti e anticoloniali non mettono in luce la centralità del dato ecologico.
Le soggettività subalterne “negre” sono sottovalutate nella loro capacità di praticare modalità di abitare il mondo non estrattive, quando nel frattempo i coloni imponevano un sistema di produttivo violento come quello delle piantagioni.
La genealogia alternativa per Ferdinand parte proprio dai Caraibi e dai “maroons”, gli schiavi che nel XV secolo fuggivano dall’oppressione occidentale.
Ed è anche da qui che la storia della crisi climatica deve partire, ancora una volta oltreoceano e non in Europa. Per analizzarla in maniera decoloniale occorre scardinare, prima di tutto, il pensiero occidentale e bianco di Rousseau o di Thoreau, teorizzando un unico concetto di “natura” che rappresenta un piccolissimo pezzo di mondo.