• #Faula_birdi

    Carla Madeddu, giovane neolaureata fuorisede, è tornata a Portucollu, suo paese natale, per un colloquio di lavoro con una importante multinazionale che porterà “energia green” in tutta la Sardegna. Per Carla, affascinata dalla mission aziendale, ottenere quel posto significa avere un incarico dí prestigio e stare vicino alla madre, rimasta sola. Una volta giunta ín paese, l’amara sorpresa: uno strano furto porta alla chiusura repentina della fabbrica. Per Carta la grande occasione sembra svanire. Determinata a non farsela sfuggire incontrerà personaggi disposti ad aiutarla ma scoprirà presto che le cose non sono come sembrano: spesso nel paradiso si nasconde l’inferno. La Sardegna non è una eccezione.

    https://www.roundrobineditrice.it/rr/faula-birdi-erre-push

    #BD #extractivisme #Sardaigne #Italie #bande-dessinée #livre #greenwashing

    • “Fàula Birdi”, la graphic novel sull’assedio fossile a danno del presente e futuro della Sardegna

      Il fumetto realizzato da Erre Push ed edito da Round Robin racconta il tentativo di imporre su territori già martoriati da uno sviluppo industriale senza scrupoli un processo di massiccia metanizzazione. Ad affiancare l’autore anche ReCommon, che denuncia l’operato di Snam, il colosso del sistema di trasporto del gas in Europa

      “Con la storia di Carla Madeddu, determinata e testarda protagonista di Fàula Birdi, ho voluto raccontare un territorio ‘straordinario’ in cui paradiso e inferno si mescolano e una nuova promessa, questa volta verde, si trasforma nell’ennesimo mostro che calpesta, occupa e devasta la Sardegna. È il racconto di una ‘bugia verde’ che può essere smascherata solo da chi decide di non arrendersi”. Sono le parole di Erre Push, autore della graphic novel Fàula Birdi (ed. Round Robin) che racconta l’assedio estrattivista della Sardegna. Tratta cioè del tentativo di imporre su un’isola già martoriata da un’espansione industriale senza freni una progressiva e massiccia “metanizzazione”. A discapito delle energie rinnovabili e di una giusta transizione.

      Il fumetto, come ama definirlo Erre Push, è scritto in collaborazione con ReCommon, è disponibile nelle librerie e l’8 dicembre verrà presentato a Roma durante la Fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri Più liberi” (ci sarà anche Altreconomia, ndr). “Fàula Birdi è dedicato a tutte le persone che ogni giorno si dedicano a difendere il proprio territorio. È un tentativo di smascherare le narrazioni tossiche propinate dalle corporation e che vengono sostenute da politici poco lungimiranti. È un modo per raccontare il modello estrattivista che segue da secoli lo stesso canovaccio”, si legge nell’introduzione.

      Con il cosiddetto “Dpcm energia” approvato lo scorso maggio dal Governo Draghi è stato confermato che il futuro energetico dell’isola sarà a base di gas fossile. Il decreto infatti ha previsto la costruzione di due terminal per il gas “naturale” liquefatto (Gnl) e una rete di distribuzione per trasportare il combustibile fossile verso i tre poli industriali dell’isola. Per ReCommon si tratta di un’operazione discutibile e “fuori tempo massimo”. Il metano non era mai stato al centro dello scenario energetico della Sardegna, la produzione di elettricità dagli anni Ottanta è affidata a due centrali a carbone la cui chiusura è prevista per il 2025 e una a olio combustibile. Con l’abbandono del carbone la Ong si augurava una transizione verso le energie rinnovabili. È accaduto il contrario. In secondo luogo, inoltre, la scelta del gas è debole anche dal punto di vista economico a causa degli elevati costi del combustibile che governi e istituzioni faticano sempre di più a contenere.

      Protagonista assoluto dell’operazione è Snam, il più grande operatore di trasporto e stoccaggio di gas fossile in Europa e che gestisce oltre 41mila chilometri di rete per il trasporto di gas e oltre 20 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio. La sua presenza nel Mediterraneo è in forte espansione grazie alla costruzione di diverse di infrastrutture per la rigassificazione e la distribuzione del Gnl (Piombino docet) e secondo ReCommon non è quindi un caso che voglia estendere la sua influenza anche alla vicina isola.

      “Fàula Birdi è una storia universale, che racconta come le ‘bugie verdi’ stanno già rubando il presente e il futuro alle ragazze a e ai ragazzi che giovanissimi non trovano opportunità in tutti quei territori martoriati da modelli di sviluppo fallimentari. La Sardegna non merita l’ennesima speculazione energetica e l’ennesima dipendenza -questa volta dal gas- che bloccherà una giusta transizione energetica e sociale. Merita di poter essere un’isola da cui i giovani non debbano scappare, ma possano esprimere il meglio di sé per costruire una società più giusta sostenibile e adeguata alle loro aspettative”, concludono Elena Gerebizza e Filippo Taglieri di ReCommon.

      https://altreconomia.it/faula-birdi-la-graphic-novel-sullassedio-fossile-a-danno-del-presente-e

      #Dpcm_energia #gaz #énergie #gnl #méthane #charbon #Snam

  • Gli affari dei “campioni italiani” con il regime di #al-Sisi in Egitto

    #Eni, #Snam, #Intesa_Sanpaolo e #Sace hanno stretto in questi anni rapporti proficui con il governo del Cairo, responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Nemmeno l’omicidio di Giulio Regeni ha segnato un punto di svolta nella fossile “campagna d’Egitto”. Il dettagliato report di ReCommon (https://www.recommon.org) in occasione della Cop27 sul clima.

    Perché Eni ha continuato ad aumentare i propri investimenti in Egitto persino dopo che sono emersi possibili legami tra l’assassinio del ricercatore italiano Giulio Regeni e il regime di Abdel Fattah al-Sisi? Qual è stata la destinazione finale degli ingenti finanziamenti che Intesa Sanpaolo ha concesso al ministero della Difesa e al ministero delle Finanze egiziani? Perché l’assicuratore pubblico Sace non ha avuto alcuna remora nel garantire la raffineria di Assiut, nonostante altri attori finanziari fossero preoccupati per le implicazioni reputazionali derivanti proprio dal “caso Regeni”? E perché Snam non pubblica ancora l’elenco completo degli azionisti dell’East mediterranean gas company?

    Sono solo alcune delle domande che ReCommon ha rivolto alle principali aziende e società italiane che hanno stretto in questi anni rapporti proficui con il governo egiziano, accusato di gravi e ripetute violazioni dei diritti umani (su tutte la detenzione di circa 60mila dissidenti politici) e che si rifiuta di collaborare con gli inquirenti italiani nelle indagini sul rapimento, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni. Gli interrogativi, insieme a un’attenta analisi degli interessi economici delle singole realtà, è contenuta nel dossier “La campagna d’Egitto – Gli affari dei ‘campioni’ italiani con il regime di al-Sisi” pubblicato il 7 novembre 2022, all’indomani dell’apertura della 27esima Conferenza della Nazioni Unite sul clima (Cop27) che si svolge a Sharm el-Sheikh. Un documento preciso e dettagliato da cui emerge, ancora una volta, come il business prevalga sui diritti umani e sui processi democratici.

    L’Egitto è un punto di investimento centrale per Eni, che lì possiede circa il 20% delle proprie riserve di gas con una produzione annuale di 15 miliardi di metri cubi (pari al 30% del totale dell’azienda e al 60% di quella egiziana) per un utile di 5,2 miliardi di euro in cinque anni, che costituisce circa un terzo degli utili complessivi della divisione “Esplorazione e produzione”.

    Uno snodo chiave negli interessi dell’azienda in Egitto è stata la scoperta ad agosto 2015 del giacimento sottomarino “Zohr” che, secondo le esplorazioni di Eni, conterebbe circa 850 miliardi di metri cubi di gas: si tratterebbe quindi di una delle maggiori riserve a livello mondiale e la più grande nel Mediterraneo. Con l’omicidio Regeni, rinvenuto il 2 febbraio 2016, le relazioni diplomatiche tra i due Paesi si sono però complicate. “Abbiamo detto chiaramente che noi siamo per i diritti umani, per questo pretendiamo chiarezza assoluta. La vogliamo come italiani e come Eni”, aveva dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’azienda, a Il Messaggero il 6 marzo 2016. Ma solo pochi giorni prima, il 21 febbraio, la sua società aveva ottenuto l’assegnazione proprio dell’appalto per il giacimento “Zohr”.

    Secondo ReCommon al centro dei legami tra Eni e il regime di al-Sisi vi sarebbero i debiti accumulati dalle aziende energetiche egiziane nei confronti delle compagnie fossili straniere che nel 2013, anno della presa del potere da parte del generale, avevano raggiunto quota sei miliardi di euro. In particolare Eni era tra le aziende più esposte, con un ammontare di crediti scaduti pari a un miliardo di euro. Nel 2015 l’azienda italiana è riuscita però ad accordarsi con l’Egitto garantendo cinque miliardi di euro in investimenti in cambio di condizioni contrattuali favorevoli che comprendono anche un raddoppio del prezzo del gas che il Paese acquista dall’azienda. “Di lì a poco la società realizzerà la maxi scoperta di ‘Zohr’ e nel giro di qualche anno i debiti contratti dallo Stato egiziano risulteranno azzerati. Non c’è ombra di dubbio che, dal punto di vista degli affari, Eni abbia vinto la sua scommessa, accettando però di legarsi al regime egiziano con un nodo così stretto da non allentarsi neppure di fronte all’uccisione di un cittadino italiano”, ricorda ReCommon. Inoltre grazie ai progetti realizzati da Eni, il regime di al-Sisi è riuscito a conquistarsi un ruolo di primo piano nello scacchiere energetico regionale ed europeo

    Anche Snam, il più grande operatore d’Europa per quanto riguarda il trasporto del gas e che gestisce una rete di 41mila chilometri e una capacità di stoccaggio di 20 miliardi di metri cubi, partecipata dallo Stato italiano, vanta numerosi affari nel Paese nordafricano. L’azienda ha acquistato a dicembre 2021 il 25% della East mediterranean gas company (Emg), proprietaria del gasdotto Arish-Ashkelon che collega Israele ed Egitto, anche noto come “Gasdotto della pace”. Secondo ReCommon tra gli azionisti di Emg vi sarebbero Emed, una società “partecipata dalla israeliana Delek Drilling e dal gruppo statunitense Chevron” e che controlla il 39% di Emg. Secondo le inchieste di ReCommon e della testata investigativa egiziana Mada Masr, Emed avrebbe legami con i vertici dei servizi segreti egiziani.

    “Tutti questi investimenti infrastrutturali vengono attuati grazie agli istituti di credito e alle istituzioni finanziarie. In prima fila c’è Bank of Alexandria, la sussidiaria locale del primo gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo”, ricorda ReCommon. L’istituto è la quinta banca d’Egitto e conta 1,5 milioni di clienti su 179 filiali. Nel 2006 il governo di Hosni Mubarak aveva venduto per 1,6 miliardi di dollari l’80% delle azioni della banca a Intesa Sanpaolo. Bank of Alexandria, partecipata anche dal governo egiziano, afferma di essere il canale privilegiato degli investimenti italiani nel Paese nordafricano, tra cui il settore oil&gas e quello degli armamenti.

    A garanzia degli investimenti vi è poi Sace, l’assicuratore pubblico italiano controllato dal ministero dell’Economia, che tra il 2016 e il 2021 ha emesso garanzie a progetti oil&gas per un totale di 13,7 miliardi di euro, ponendosi così al terzo posto per il supporto finanziario all’industria fossile dopo le controparti canadesi e statunitensi. In Egitto, Sace ha emesso garanzie per 3,9 miliardi di euro. Tra le infrastrutture supportate dall’istituto vi sono due raffinerie: la Middle East oil refinery (Midor) e l’Assiut oil refinery (Aor), entrambe in capo all’Egyptian general petroleum corporation (Egpc), l’azienda petrolifera di Stato.

    Per realizzare Midor, Sace ha garantito i prestiti di Bnp Paribas, Crédit agricole e Cassa depositi e prestiti (Cdp) per un ammontare di 1,2 miliardi di euro. Mentre per quanto riguarda la raffineria di Assiut, Sace ha agito in modo simile garantendo a febbraio 2022 un supporto finanziario pari a 1,32 miliardi di euro: l’impianto è la più grande raffineria dell’Egitto meridionale e si tratta di un’infrastruttura strategica per al-Sisi che ha presenziato personalmente l’inaugurazione dei lavori il 22 dicembre 2021. Tuttavia secondo le ricostruzioni dei quotidiani StartMag e Milano Finanza (citate nel report di ReCommon) vi sarebbero state delle resistenze all’interno di Cdp in merito al finanziamento della raffineria dovute alla “scarsa sostenibilità ambientale e a imprecisate ‘considerazioni geopolitiche’”.

    La stima di 3,9 miliardi di euro relativa alle garanzie di Sace comprende però solo il supporto alle operazioni classificate di categoria A e B cioè “quei progetti che possono avere ripercussioni ambientali e sociali che vanno da gravi a irreversibili: raffinerie, oleodotti, gasdotti, centrali termoelettriche, petrolchimici, dighe e altre mega-infrastrutture”. Sace, infatti, non è obbligata a riportare le altre categorie di investimento tra cui possono ricadere armamenti come ad esempio l’acquisto di due fregate militari italiane da parte dell’Egitto da Fincantieri nel 2020 per un totale di 1,2 miliardi di euro. L’esposizione storica di Sace al regime del Generale al-Sisi è quindi molto superiore ai 3,9 miliardi di euro dichiarati.

    https://altreconomia.it/gli-affari-dei-campioni-italiani-con-il-regime-di-al-sisi-in-egitto

    #Italie #Egypte #Regeni #Giulio_Regeni #Assiut #pétrole #raffinerie #East_mediterranean_gas_company (#EMG) #droits_humains #Zohr #gaz #énergie #gazduc #gazduc_Arish-Ashkelon #Emed #Delek_Drilling #Chevron #Bank_of_Alexandria #Middle_East_oil_refinery (#Midor) #Assiut_oil_refinery (#Aor) #Egyptian_general_petroleum_corporation (#Egpc) #Bnp_Paribas #Crédit_agricole #Cassa_depositi_e_prestiti (#Cdp) #Fincantieri

  • La strana coincidenza: “Il metanodotto #Snam passerà dai focolai #Xylella
    –-> l’étrange coïncidence: le méthanoduc Snam passera là où s’est déclenché la Xylella (maladie des oliviers)

    Una strana coincidenza, per il momento solo questo, ma desta qualche sospetto: le ipotesi di tracciato del metanodotto Snam, collegato a Tap, attraversano proprio i focolai di Xylella dove ci saranno i maggiori abbattimenti di ulivi


    http://www.morasta.it/la-strana-coincidenza-il-metanodotto-snam-passera-dai-focolai-xylella
    #oliveraie #méthane #méthanoduc #énergie #coïncidence
    cc @albertocampiphoto