• 08.10.2020 Ventimiglia, migrante in fuga si aggrappa al pantografo e muore folgorato

    Un migrante ieri sera è rimasto folgorato mentre cercava di raggiungere la Francia a bordo di un treno. Si era aggrappato al pantografo, il telaio che collega la motrice ai cavi dell’alta tensione. Le operazioni di recupero della salma e l’intervento del medico legale hanno richiesto molte ore. La circolazione sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Nizza, interrotta dalle 19.30 circa di ieri, è stata ripristinata verso le 2 della scorsa notte.

    https://www.ilsecoloxix.it/imperia/2020/10/09/news/migrante-in-fuga-si-aggrappa-al-pantografo-e-muore-folgorato-1.39398760

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 29.05.2019, #Osakpolor_Morogie

    Il 29 maggio 2019, durante una rissa scoppiata in spiaggia tra alcune persone di origine non europea, un uomo finisce in mare nei pressi della foce del fiume Roya. In quel tratto di litorale, dove le onde incontrano le acque dolci del fiume, si generano mulinelli e forti correnti: restare a galla è un tentativo disperato. L’uomo è sparito tra i flutti e nonostante le ricerche durate due giorni non è stato ripescato vivo né è stato ritrovato il corpo: si pensava che le correnti lo avessero trascinato in Francia.

    Il 31 maggio i giornali riportano la notizia del fermo in zona stazione di un diciannovenne di origine nigeriana: un poliziotto lo riconosce come una delle tre persone avvistate sulla spiaggia durante la rissa che ha causato l’incidente. Non si sa se abbia fornito ulteriori informazioni per dare un nome e un pezzo di storia all’uomo trascinato via dal mare. Veniamo però a sapere che il diciannovenne fermato è un migrante con richiesta d’asilo in Francia e con espulsione dall’Italia, che è stato fermato come uno dei responsabili della rissa, che è stato processato per direttissima per inottemperanza all’ordine di espulsione del questore di Imperia, che è stato trasferito in Francia e che da qui dovrebbe essere infine espulso (cioè rimpatriato? Sulla base della presunta responsabilità per l’incidente? Sulla base di qualcosa che ha commesso in Francia? Sulla base degli accordi di rimpatrio con la Nigeria? Interrogativi senza risposta). Game-over, anche per lui. E game-over anche per l’altro uomo di 24 anni di origine siriana di cui, nello stesso articolo di giornale, apprendiamo di sfuggita che gli tocca la medesima sorte: espulsione.

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    • Migrante linciato e preso a bastonate morì annegato nel Roya: tre giovani nigeriani indagati per omicidio preterintenzionale dal gup di Imperia

      I fatti risalgono al 29 maggio del 2019 e sono avvenuti a Ventimiglia. La vittima è Osakpolor Omoregie che per sfuggire al pestaggio del gruppo si gettò nel fiume. I tre, accusati anche di lesioni aggravate e minacce, compariranno in udienza preliminare

      Compariranno il 18 gennaio davanti al gup di Imperia, Anna Bonsignorio, i tre giovani nigeriani accusati dell’omicidio preterintenzionale di un connazionale. In udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Paola Marrali, sono finiti Juniro Iyoha, 23 anni, difeso dall’avvocato Alberto Pezzini, Fortune Nworji, 28enne assistito dall’avvocato Elena Pezzetta, e Osa Osemwengie, 28 anni difeso dal legale Simona Costantini. Quest’ultimo imputato risulta irreperibile e l’ufficio di Procura ne ha ordinato le ricerche.

      I fatti risalgono al 29 maggio del 2019 e sono avvenuti a Ventimiglia. La vittima è Osakpolor Omoregie, anche lui giovane nigeriano, morto annegato nelle acque del Roya. Il fratello, rappresentato dall’avvocato Marco Bosio, è pronto a costituirsi parte civile.

      Stando alle indagini compiute dalle forze dell’ordine i tre indagati in concorso fra loro «e con almeno altre due persone non identificate», è riportato negli atti, sono accusati di aver prima colpito ripetutamente la vittima con un bastone e di averlo lanciato con pietre e cocci di vetro. Il gruppo poi, avrebbe inseguito il ragazzo che per sfuggire ai presunti aggressori «non avendo altra via di fuga» si gettò nel Roya e morì annegato. Durante l’inseguimento, come riferito da alcuni testimoni, i tre gridarono alla vittima «fuck you, come here» nel tentativo di riacciuffarlo.

      Oltre all’omicidio preterintenzionale i tre dovranno rispondere anche dei reati di lesioni aggravate e minacce. All’esito dell’autopsia infatti furono rinvenuti sul corpo martoriato della vittima contusioni varie e anche «una tumefazione sovraorbitaria sinistra». Traumi questi che indicarono un violentissimo pestaggio. Pestaggio da cui il giovane nigeriano ha cercato in tutti i modi di sfuggire, ma che fu il prologo della tragedia, l’ennesima che vede quale protagonista sfortunato un ragazzo extracomunitario giunto a Ventimiglia e inghiottito dal ghetto del Roya.

      https://www.sanremonews.it/2022/11/16/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/migrante-linciato-e-preso-a-bastonate-mori-annegato-nel-roya-tre-giovani

    • Migrante linciato e preso a bastonate morì annegato nel Roya, i tre imputati nigeriani non si trovano: il gup ordina le ricerche

      La vittima è Osakpolor Omoregie che per sfuggire al pestaggio del gruppo si gettò nel fiume. I tre, che non hanno conoscenza del processo a loro carico, sono accusati di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e minacce.

      (#paywall)
      https://www.sanremonews.it/2023/01/18/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/migrante-linciato-e-preso-a-bastonate-mori-annegato-nel-roya-i-tre-niger

  • 09.09.2018 Ventimiglia, cadavere recuperato in mare vicino al porto : è di un migrante

    A dare l’allarme è stato il bagnino di un vicino stabilimento balneare

    Il corpo senza vita di un migrante, probabilmente di origine nordafricana, è stato recuperato ieri pomeriggio dalla Capitaneria di Porto sulla parte esterna della diga foranea del costruendo porto di Ventimiglia. Il cadavere si trovava incagliato tra gli scogli a circa 3 metri di profondità.

    Il migrante, di cui al momento non si conosce ancora l’identità, sarebbe morto annegato, probabilmente dopo una caduta dalla diga. Al momento è esclusa l’ipotesi di morte violenta. Sulla base di una prima ispezione del corpo, compiuta ieri dal medico legale, il pm ha infatti liberato la salma, ritenendo più probabile che il migrante sia scivolato in acqua accidentalmente.

    A dare l’allarme è stato il bagnino di un vicino stabilimento balneare che, a bordo di una piccola imbarcazione, ha avvistato il corpo sul fondale intorno alle 13 di ieri e avvertito la capitaneria. Quando il cadavere è stato recuperato, era ancora in rigor mortis: segno che il decesso era avvenuto da poco tempo. La vittima indossava ancora i vestiti, ma non aveva documenti. Il corpo si trova ora all’obitorio di Bordighera.

    https://www.riviera24.it/2018/09/ventimiglia-cadavere-recuperato-in-mare-vicino-al-porto-e-di-un-migrante-5

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  • juin 2018 (quelques jours avant le 21.06.2018) Migrante muore nel mare di Ventimiglia

    Il corpo senza vita notato da alcuni passanti sulla spiaggia.

    Il corpo senza vita di un migrante di circa 35 anni è stato rinvenuto in serata sulla riva del mare a Ventimiglia, precisamente sul lungomane all’altezza di via Tacito, in un tratto di litorale destinato a spiaggia libera, dove da qualche giorno sono tornati a bivaccare decine di giovani che intendono sconfinare in Francia.
    Secondo le prime notizie dovrebbe trattarsi di un africano che probabilmente avrebbe avuto un malore mentre faceva il bagno o che sarebbe affogato poichè non sapeva nuotare.
    Sono tutte ipotesi sulle quali lavorano i carabinieri e la Guardia Costiera, intervenuti sul posto insieme al medico legale.

    https://genova.repubblica.it/cronaca/2018/06/21/news/migrante_muore_nel_mare_di_ventimiglia-199661940

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    • Ventimiglia, migrante morto rinvenuto in riva al mare

      Probabilmente la causa del decesso è l’annegamento

      Il mare restituisce il cadavere di un migrante.

      Un africano di circa 35 anni è stato rinvenuto da alcuni passanti, verso le 20, morto sulla riva davanti il lungomare, all’altezza dell’incrocio con via Tacito.

      Sul posto sono intervenuti i militari dell’Arma e della Guardia Costiera.

      Ad accorgersi del corpo, in acqua da qualche giorno visto lo stato di decomposizione del viso, sono stati alcuni bagnanti che hanno recuperato la salma e l’hanno portata a riva, allertando il 112.

      Il cadavere dell’uomo, con ancora indosso i pantaloni di una tuta, una giacca e le scarpe, non presenta segni di violenza. Lo straniero potrebbe essere caduto in mare dove ha trovato la morte. Non aveva documenti con sé.

      Il corpo è a disposizione dell’autorità giudiziaria.

      https://www.riviera24.it/2018/06/ventimiglia-migrante-morto-rivenuto-in-riva-al-mare-563832

  • 14.01.2018 Migrante folgorato sul tetto di un treno

    Cadavere carbonizzato trovato all’arrivo in stazione a Mentone

    Un migrante è stato trovato semi carbonizzato sul tetto del locomotore di un treno francese della compagnia Sncf all’arrivo in stazione a Mentone (Francia), dopo aver fatto sosta anche a Ventimiglia.

    La scoperta è avvenuta questa mattina.

    Per consentire i rilievi del caso l’autorità giudiziaria transalpina ha deciso di sospendere la circolazione ferroviaria per circa due ore. E’ probabile che la vittima sia salita sul treno in Italia con l’intento di arrivare il Francia e che per evitare di essere sbalzato durante il viaggio si sia aggrappato al pantografo che trasmette energia elettrica al treno, rimanendo folgorato.
    Dall’inizio del 2017 ad oggi questo è il quinto caso di migranti che muoiono così nel tentativo di superare il confine francese a Ventimiglia. Il primo caso si è registrato il 17 febbraio, il morto venne scoperto a Cannes. La seconda morte avviene il 19 maggio, la terza il 23 maggio, la quarta il 27 agosto. Il 15 maggio, invece, un migrante folgorato si salvò.


    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/01/14/migrante-folgorato-sul-tetto-di-un-treno_6181cc40-dca3-4bc4-a6b1-4256ee223478.h

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    • Ventimiglia, migrante muore folgorato sul tetto di un treno mentre cerca di andare in Francia

      Il corpo di un uomo è stato ritrovato semi-folgorato sul tetto di un treno, nei pressi della stazione ferroviaria di Mentone, in Francia, a poca distanza dal confine italiano. Il convoglio era partito da Ventimiglia.

      L’incidente mortale è avvenuto questa mattina intono alle 9. Secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di un migrante che avrebbe cercato di passare il confine aggrappandosi al pantografo che trasmette energia elettrica al treno, rimanendo folgorato.

      Il convoglio francese, della società Sncf, era partito da Ventimiglia in direzione della Francia. Per permettere lo svolgimento dei rilievi la circolazione ferroviaria è stata sospesa per circa due ore. Dall’inizio del 2017 ad oggi questo è il quinto caso di migranti che muoiono così nel tentativo di superare il confine francese a Ventimiglia. Il primo caso si è registrato il 17 febbraio, il morto venne scoperto a Cannes. La seconda morte avviene il 19 maggio, la terza il 23 maggio, la quarta il 27 agosto. Il 15 maggio, invece, un migrante folgorato si salvò.

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2018/01/14/news/migrante_folgorato_tetto_treno-186497792

    • Un migrant mort électrocuté en gare de Menton

      Ce dimanche matin vers 7h, le corps brûlé d’un migrant d’origine gambienne a été retrouvé sur le toit d’un train. Le jeune homme de 28 ans s’est électrocuté en grimpant sur le toit pour traverser la frontière franco-italienne.

      Triste découverte ce dimanche matin vers 7h en gare de Menton. Le corps d’un migrant en feu a été aperçu sur le toit d’un train en provenance de Vintimille. Le conducteur du train et des voyageurs ont été alertés par plusieurs détonations.

      La victime, un migrant originaire de Gambie, âgé d’une trentaine d’années était allongée sur le dos sur la catenaire. Il a été électrocuté. Son téléphone portable, retrouvé par les policiers montre des messages indiquant son intention de rejoindre les Alpes-Maritimes depuis l’Italie.

      https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-corps-en-feu-retrouve-en-gare-de-menton-1515920251

  • 27.12.2017 Un jeune migrant retrouvé mort près de #Roquebrune-Cap-Martin

    Ce mercredi matin vers 9 heures, le corps sans vie d’un jeune Africain a été retrouvé sur un talus de l’autoroute A8 près de Roquebrune-Cap-Martin.

    Un jeune homme d’une vingtaine d’années a été découvert ce mercredi matin vers 9 heures sur un talus de l’autoroute A8 près de la sortie Sud de Roquebrune-Cap-Martin. Il s’agirait du corps d’un migrant d’origine africaine. Le jeune homme aurait succombé à une chute d’après les gendarmes des Alpes-Maritimes.

    Il dormait visiblement dans une cabane abandonnée surplombant l’autoroute. Il aurait glissé à cause de la pluie et se serait cogné la tête. Son corps a ensuite dévalé jusqu’au talus de l’A8. Il a été vu par des employés de l’autoroute.
    Retrouvé pieds nus avec son petit carnet de bord

    Le jeune homme était pieds nus avec son duvet et un petit carnet de bord écrit en anglais où visiblement, il retraçait son périple pour venir en Europe. Il venait probablement de Vintimille en Italie et tentait de regagner la France. Une autopsie doit être pratiquée.

    https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-jeune-migrant-retrouve-mort-pres-de-roquebrune-cap-martin-1514374029

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • E’ di un giovane migrante il corpo ritrovato sull’A8 a Roquebrune: ennesima vittima del confine

      Aumenta il numero di migranti morti nel tentativo di raggiungere la Francia.

      E’ di un giovane migrante il corpo senza vita trovato ieri sull’A8 all’altezza del comune francese di Roquebrune. Lo straniero, che potrebbe avere 20 anni, sarebbe morto in seguito ad una caduta. Lo riporta France 3.
      Il giovane aveva trovato rifugio in una baracca, a strapiombo sull’autostrada, dove dormiva in un sacco a pelo. Forse nel sonno, il migrante è precipitato nel vuoto, morendo sul corso.

      Lo hanno trovato così, avvolto nella coperta e a piedi nudi, con un piccolo quaderno nel quale annotava piccoli aneddoti quotidiani.

      https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-jeune-migrant-retrouve-mort-pres-de-roquebrune-cap-martin-1514374029

    • #Roquebrune-Cap-Martin : un migrant retrouvé mort au bord de l’A8 après une chute

      Un migrant âgé d’une vingtaine d’années a été trouvé mort ce mercredi au bord de l’autouroute A8. Son corps a été découvert au niveau de la commune de Roquebrune-Cap-Martin. Le jeune homme aurait été victime d’une chute.
      Un jeune migrant a été trouvé mort ce mercredi sur un talus de l’autoroute A8, qui relie la France à l’Italie, au niveau de Roquebrune-Cap-Martin. L’homme, d’une vingtaine d’années et d’origine africaine, aurait été victime d’une chute alors qu’il dormait dans une cabane, située en surplomb de l’autoroute.

      Son corps a été découvert par les patrouilleurs de la société d’autoroute, et doit faire l’objet d’une autopsie selon la gendarmerie des Alpes-Maritimes. Le jeune homme a été trouvé pieds nus, dans son duvet, et avec un petit carnet dans lequel il notait les anecdotes de son quotidien.

      Au moins quinze migrants sont morts depuis septembre 2016 dans les Alpes-Maritimes, selon un décompte de l’AFP.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/menton/roquebrune-cap-martin-migrant-retrouve-mort-au-bord-a8-

    • E’ di un giovane migrante il corpo ritrovato sull’A8 a Roquebrune: ennesima vittima del confine

      E’ di un giovane migrante il corpo senza vita trovato ieri sull’A8 all’altezza del comune francese di Roquebrune. Lo straniero, che potrebbe avere 20 anni, sarebbe morto in seguito ad una caduta. Lo riporta France 3.
      Il giovane aveva trovato rifugio in una baracca, a strapiombo sull’autostrada, dove dormiva in un sacco a pelo. Forse nel sonno, il migrante è precipitato nel vuoto, morendo sul corso.

      Lo hanno trovato così, avvolto nella coperta e a piedi nudi, con un piccolo quaderno nel quale annotava piccoli aneddoti quotidiani.

      https://www.riviera24.it/2017/12/e-di-un-giovane-migrante-il-corpo-ritrovato-sulla8-a-roquebrune-ennesima-v

  • 26.08.2017 Migrante trovato morto folgorato sul treno Ventimiglia-Marsiglia

    Il giovane, 25 anni, è stato trovato arso vivo nella cabina elettrica. La Polizia francese ha trovato altri due profughi nascosti accanto al cadavere

    Ennesima tragedia della disperazione tra Italia e Francia. Un migrante di 25 anni è stato trovato folgorato e arso vivo in una cabina elettrica di un treno partito da Ventimiglia e diretto a Marsiglia. Il corpo carbonizzato dell’uomo è stato trovato alle 17,25 quando il convoglio regionale delle ferrovie francesi (Sncf) si è fermato alla stazione di #Cannes-#La_Bocca.

    Nell’angusto spazio della cabina elettrica sul treno la polizia ha trovato altri due migranti nascosti accanto al cadavere della vittima. A maggio altri due migranti morirono nelle medesime circostanze sempre sullo stesso convoglio.

    https://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/27/news/migrante_trovato_morto_folgorato_sul_treno_ventimiglia-sanremo-173962840

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Alpes-Maritimes : un migrant meurt en se cachant à bord d’un train en provenance d’Italie

      Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes depuis le début de l’année.

      Un migrant, qui se cachait dans l’armoire électrique d’un train en provenance de la ville italienne de Vintimille, a été retrouvé samedi mort, électrocuté, vers 17h en gare de Cannes La Bocca (Alpes-Maritimes), a révélé Nice-Matin.

      La victime, dont la nationalité n’a pas été indiquée, a été électrocutée après s’être cachée dans ce local pour déjouer les contrôles aux frontières qui sont systématiques en gare de Menton, la première après la frontière. Les 300 passagers qui avaient pris place à bord de ce TER assurant la liaison Vintimille-Marseille ont été transbordés sur un TGV. Le trafic a été suspendu le temps de l’intervention de la police et des pompiers.

      Il s’agit du troisième migrant (https://www.leparisien.fr/faits-divers/cannes-un-migrant-trouve-mort-dans-un-train-en-provenance-d-italie-20-05-) retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017. Au total, depuis début 2016, sur la ligne de TER reliant Vintimille à la France, six migrants sont morts et deux autres ont été blessés par électrocution, soit dans les armoires électriques, soit sur les toits des trains.

      La SNCF indique avoir mis en oeuvre un dispositif d’information pour les migrants en gare de Vintimille pour les prévenir de ces dangers et tenter d’éviter de tels drames.

      https://www.leparisien.fr/faits-divers/alpes-maritimes-un-migrant-cache-dans-un-train-en-provenance-d-italie-ret

    • Un migrant meurt en se cachant à bord d’un train en provenance d’Italie

      Un migrant, qui se cachait dans l’armoire électrique d’un train en provenance de la ville italienne de Vintimille a été retrouvé ce samedi 26 août mort, électrocuté. Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017.

      Le corps a été retrouvé aux alentours de 17H00 en gare de Cannes La Bocca dans,les Alpes-Maritimes, a précisé un porte-parole de l’entreprise publique, confirmant une information de Nice-Matin.

      La victime, dont la nationalité n’a pas été indiquée, a été électrocutée après s’être cachée dans ce local pour déjouer les contrôles aux frontières qui sont systématiques en gare de Menton, la première après la frontière.

      Les 300 passagers qui avaient pris place à bord de ce TER assurant la liaison Vintimille-Marseille ont été transbordés sur un TGV. Le trafic a été suspendu le temps de l’intervention de la police et des pompiers.

      6 migrants sont morts et 2 autres ont été blessés par électrocution

      Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017.

      Au total, depuis début 2016, sur la ligne de TER reliant Vintimille à la France, six migrants sont morts et deux autres ont été blessés par électrocution, soit dans les armoires électriques, soit sur les toits des trains.

      La SNCF indique avoir mis en oeuvre un dispositif d’information pour les migrants en gare de Vintimille pour les prévenir de ces dangers et tenter d’éviter de tels
      drames.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/cannes/migrant-meurt-se-cachant-bord-train-provenance-italie-1

  • 16.08.2017 Migrante travolto da treno a Ventimiglia

    Iracheno di 36 anni, stava andando a piedi verso la Francia.

    Un migrante iracheno di 36 anni è morto investito da un treno all’imboccatura della galleria di zona #Peglia a Ventimiglia.

    La linea ferroviaria con la Francia è interrotta dalle 18 circa.

    L’uomo è stato travolto dal treno in direzione Francia. Sul posto è presente il personale sanitario del 118 con la polizia ferroviaria.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/08/16/migrante-travolto-da-treno-a-ventimiglia_bd6dd510-7661-4157-bc6b-7924dc5b51ab.h

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 12.07.2017 Ventimiglia, tragedia sull’#Aurelia a #Latte : morto migrante travolto da un camion

    Un migrante è rimasto ucciso nel primo pomeriggio di oggi , sulla tstrada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte. Per una dinamica ancora da chiarire, lo straniero è stato travolto da un camion che trasportava terra.

    L’uomo sarebbe morto sul colpo. Sul posto, tempestivamente quanto inutilmente, sono intervenuti i soccorsi del 118, rappresentati dall’automedica e un’ambulanza della Croce Rossa.

    https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-tragedia-sullaurelia-a-latte-morto-migrante-travolto-da-un-cam

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Ventimiglia, è un 23enne del Gambia il ragazzo investito da una betoniera. Tra le ipotesi: fatalità e suicidio

      Sarebbe un 23enne originario del Gambia e regolare in Italia, il migrante morto nel primo pomeriggio di oggi sulla strada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte, dove è stato investito da un’autobetoniera.
      A quanto si apprende in seguito agli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il ragazzo sarebbe stato appena respinto dalla Francia, paese che aveva provato a raggiungere per l’ennesima volta. Gli sarebbero mancati, però, i documenti per l’espatrio: per questo la Francia lo aveva respinto e riportato al confine italo-francese di ponte San Luigi per la riammissione.

      Tornando a Ventimiglia a piedi, il giovane ha però trovato la morte. Quello che sia successo esattamente ancora non si conosce: sarà la polizia stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente costato la vita al 23enne straniero, morto sul colpo a seguito delle gravi lesioni riportate tra cui un gravissimo trauma cranico. Al momento le ipotesi sono due: potrebbe trattarsi di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede e dunque potrebbe essere stato urtato e “agganciato” dalla betoniera che viaggiava verso Ventimiglia, oppure il giovane potrebbe essersi volutamente lanciato sotto il mezzo. Quest’ultima versione sarebbe stata confermata sia dall’autista dell’autobetoniera che da una donna che si trovava sul luogo dell’incidente insieme al suo bambino nel momento dell’accaduto.

      https://www.liguria24.it/2017/07/12/ventimiglia-e-un-23enne-del-gambia-il-ragazzo-investito-da-una-betoniera-tra-le-ipotesi-fatalita-e-suicidio/74397

    • Ancora un migrante morto al confine con la Francia

      Ventimiglia, attraversava la strada, travolto da un camion. Era stato appena riammesso in Italia

      Aveva 23 anni il giovane originario del Gambia, il ragazzo morto questo pomeriggio lungo il tratto della Strada Statale Aurelia in frazione Latte di Ventimiglia investito da un’autobetoniera. Dagli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il giovaneera regolare in Italia e proprio quest’oggi era stato riammesso dalla Francia all’Italia perchè non in regola con i documenti per l’espatrio, trovando così la morte a pochi chilometri dal confine. Per quanto riguarda l’esatta ricostruzione della dinamica del tragico incidente, è affidata alla polizia stradale di Imperia che dovrà cercare di capire se si tratta di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede venendo urtato lateralmente o se si sia volontariamente buttato sotto il mezzo pesante, come asserito da una testimone e dall’autista stesso dell’autobetoniera. Le indagini sono in corso ed è al vaglio degli inquirenti se verrà effettuata l’autopsia sul corpo del giovane africano.

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2017/07/12/news/ancora_un_migrante_morto_al_confine_con_la_francia-170629581

    • Ventimiglia, è un 23enne del Gambia il ragazzo investito da un’autobetoniera. Tra le ipotesi: fatalità o suicidio

      Sarebbe un 23enne originario del Gambia e regolare in Italia, il migrante morto nel primo pomeriggio di oggi sulla strada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte, dove è stato investito da un’autobetoniera.
      A quanto si apprende in seguito agli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il ragazzo sarebbe stato appena respinto dalla Francia, paese che aveva provato a raggiungere per l’ennesima volta. Gli sarebbero mancati, però, i documenti per l’espatrio: per questo la Francia lo aveva respinto e riportato al confine italo-francese di ponte San Luigi per la riammissione.

      Tornando a Ventimiglia a piedi, il giovane ha però trovato la morte. Quello che sia successo esattamente ancora non si conosce: sarà la polizia stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente costato la vita al 23enne straniero, morto sul colpo a seguito delle gravi lesioni riportate tra cui un gravissimo trauma cranico. Al momento le ipotesi sono due: potrebbe trattarsi di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede e dunque potrebbe essere stato urtato e “agganciato” dalla betoniera che viaggiava verso Ventimiglia, oppure il giovane potrebbe essersi volutamente lanciato sotto il mezzo. Quest’ultima versione sarebbe stata confermata sia dall’autista dell’autobetoniera che da una donna che si trovava sul luogo dell’incidente insieme al suo bambino nel momento dell’accaduto.

      Le indagini sono in corso, per appurare l’esatta identità della vittima in base agli esami dattiloscopici. La salma dell’africano è a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre l’autopsia per avere ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale. La betoniera è sotto sequestro.

      https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-e-un-23enne-del-gambia-il-ragazzo-investito-da-una-betoniera-t

    • Ventimiglia, tragico incidente a Latte: conclusi i rilievi della scientifica, sempre più probabile l’ipotesi di un suicidio

      Sono conclusi i rilievi della polizia scientifica che ieri ha lavorato a lungo nella frazione di Latte, sulla strada statale Aurelia, per ricostruire la dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita un 23enne originario del Gambia, regolare in Italia, paese nel quale era appena stato riammesso dopo essere stato respinto, poche ore prima, dalla Francia.
      Il giovane è morto sotto le ruote di un’autobetoniera, all’altezza del civico 14. Indagato per omicidio colposo l’autista del mezzo pesante, un 36enne di Ventimiglia: “Un atto dovuto”, ha spiegato il comandate della polizia stradale Gianfranco Crocco, “Per consentire il proseguo delle indagini”. Il 36enne, sotto shock per l’accaduto, è stato sottoposto ad alcol test, che ha dato esito negativo. Posta sotto sequestro l’autobetoniera di sua proprietà.

      Al momento l’ipotesi più accreditata è quella che il giovane straniero abbia volutamente lasciato il marciapiede sul quale camminava, diretto in Italia, e si sia buttato sotto le ruote del camion, che viaggiava in direzione Ventimiglia. Un gesto estremo, alla base del quale ci potrebbe essere la disperazione di vedersi rifiutato, magari per l’ennesima volta, dalla Francia.
      A testimoniare l’accaduto, c’è una donna che al momento della tragedia transitava a piedi su quello stesso marciapiede dal quale il ragazzo si è lanciato in strada. La testimone ha dichiarato di aver visto il giovane buttarsi sotto il mezzo, come se il suo intento fosse proprio quello di suicidarsi.

      Al momento, però, tutte le ipotesi sono al vaglio della polizia stradale che conduce le indagini, coordinate dal pm Barbara Bresci. Non si può ancora escludere che il giovane abbia accusato un malore o che si sia trattato, invece, di una tragica fatalità.

      La salma dell’africano resta a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre l’autopsia per avere ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale.

      https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-tragico-incidente-a-latte-conclusi-i-rilievi-della-scientifica

  • 21.03.2017, #Abderazake_Jahyea
    Un migrant se tue après avoir chuté d’une falaise sur un sentier abrupt

    Mardi midi, le cadavre d’un migrant a été retrouvé au niveau du « #Pas_de_la_mort », un sentier abrupt, situé à la frontière entre Menton et le village italien de #Grimaldi.

    https://www.nicematin.com/index.php/faits-divers/un-migrant-se-tue-apres-avoir-chute-dune-falaise-sur-un-sentier-abrupt-12

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 13.06.2017 Stava pulendo le scarpe e poi è sparito. Migrante minorenne morto in mare a Ventimiglia

    Ora le accuse di Intersos: la tragedia “per una perdurante e vergognosa condizione di degrado” e per “la negazione dell’accoglienza”

    Forse stava pulendo le sue scarpe nella zona della foce, quando è finito in acqua. Un migrante sudanese che avrebbe 16 anni disperso per alcune ore nel pomeriggio, martedì 13 giugno, alla foce del fiume Roja, a Ventimiglia, è stato trovato morto in serata. Hanno lavorato alle ricerche in mare la capitaneria di porto, 118, carabinieri e polizia. Il giovane è stato visto affogare. C’è una ragazza che ha detto di essere la sorella del ragazzo.

    Sembra che il ragazzo si sia avvicinato all’acqua per lavare le scarpe sul bagnasciuga, una sarebbe finita in mare e lui avrebbe cercato di recuperarla. È scomparso in un punto della confluenza segnato da correnti forti. E ora arrivano le accuse da parte di Daniela Zitarosa, assistente legale del progetto Intersos a Ventimiglia: «È una morte che fa rabbia e di fronte alla quale lo Stato non può chiudere gli occhi».

    Il riferimento è «alla condizione di inaccettabile degrado del campo sorto sotto il ponte sulle rive del fiume Roja: 250 persone, un terzo delle quali monitorate da Intersos come minori non accompagnati, vivono da mesi senza accesso all’acqua e ai servizi igienici, in condizioni di estremo disagio e vulnerabilità». E da Intersos attaccano: la drammatica storia di oggi «nasce da una perdurante e vergognosa condizione di degrado, deliberatamente alimentata nel territorio di Ventimiglia da una politica di militarizzazione e negazione dell’accoglienza».

    https://www.lastampa.it/imperia-sanremo/2017/06/13/news/stava-pulendo-le-scarpe-e-poi-e-sparito-migrante-minorenne-morto-in-mare-a-

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  • 23.05.2017 La mort d’un migrant rattrape le Festival de Cannes

    L’homme, qui se cachait dans la gare de marchandises de Cannes-La Bocca, est mort dans un wagon de TER, électrocuté.

    Retour au réel. Un courriel arrive dans la boîte de réception, lundi 22 mai, à 10 h 05 : « Mort d’un migrant par électrocution à Cannes pendant le Festival. » Suit un communiqué intitulé « L’envers du décor à Cannes », signé du délégué de la Ligue des droits de l’homme de Provence-Alpes-Côte d’Azur, Henri Rossi : on apprend que, « dans la gare de marchandises de Cannes-La Bocca, un migrant, qui se cachait, est mort dans un wagon de TER, électrocuté ».

    Dans la région, lit-on encore, d’autres ont péri « en tombant d’une falaise, en basculant d’un viaduc de l’autoroute », ou ont été emportés « par une crue de la Roya ». La LDH condamne « l’attitude des pouvoirs publics et de l’Etat, de la région et du département, qui poussent des réfugiés à risquer aussi dangereusement leur vie en leur claquant la porte au nez ».

    Au même moment, des festivaliers patientent en bas des marches du Palais des festivals, pour découvrir, vers 11 heures, le film de Michael Haneke, Happy End, en Compétition officielle. Le cinéaste autrichien ausculte l’enfermement social d’une famille bourgeoise qui vit à Calais, alors que tout autour d’eux se jouent des drames humains. Un groupe de migrants fera irruption lors des fiançailles de la mère, incarnée par Isabelle Huppert.
    « Lien noué avec les réfugiés »

    Il ne s’agit pas du seul film cannois à évoquer la question, loin s’en faut. Dans La Lune de Jupiter, du Hongrois Kornel Mundruczo, en compétition, un réfugié syrien plane au-dessus de Budapest. Quant au réalisateur mexicain Alejandro Gonzalez Iñarritu, il propose, jusqu’au 27 mai, une installation de « réalité virtuelle » dans un hangar d’aéroport proche de Cannes, Carne y Arena, où le spectateur peut vivre le cauchemar des migrants à la frontière entre le Mexique et les Etats-Unis. Il faut « recréer la réalité pour la rendre palpable », dit-il.

    Et pour faire réagir ? Chiche, répond le réalisateur Michel Toesca. Autre coïncidence, il est à Cannes, lundi après-midi, pour présenter son documentaire sur la vallée de la Roya, où des habitants viennent en soutien aux migrants – le film, en cours de tournage, est produit par Jean-Marie Gigon (Sanosi Productions). A ses côtés, Cédric Herrou : l’agriculteur a été condamné le 10 février, par le tribunal correctionnel de Nice, à 3 000 euros d’amende avec sursis, pour avoir pris en charge des migrants sur le sol italien. Il en accueille aussi chez lui, entre ses oliviers et ses poules. « Ce sera un film sur la vie, léger, sur ce lien noué avec les réfugiés », explique Michel Toesca. Autour de la table, il y a Elias, qui a fui le Niger et travaille désormais avec Cédric Herrou. Et Sinawi Medine, Erythréen, photographe installé à Nice.

    https://www.lemonde.fr/festival-de-cannes/article/2017/05/23/la-mort-d-un-migrant-rattrape-le-festival-de-cannes_5132262_766360.html

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Cinque migranti morti folgorati sui treni nel 2017 per andare in Francia

      Il 17 febbraio 2017 un migrante viene trovato morto sul tetto di un treno francese partito dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia, verso le 5.30. Il macabro rinvenimento è avvenuto alla stazione di Cannes «La Bocca», in Francia.

      Sono cinque i migranti morti folgorati o carbonizzati, nel 2017, nel tentativo di raggiungere la Francia: stipati dentro i vani tecnici dei treni o, peggio ancora, aggrappati al pantografo. Stamani l’ultima vittima, la prima del 2018 (LEGGI QUI: https://primalariviera.it/cronaca/migrante-folgorato-semi-carbonizzato-sul-tetto-un-locomotore-mentone)

      Nel dettaglio.

      Il 17 febbraio 2017 un migrante viene trovato morto sul tetto di un treno francese partito dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia, verso le 5.30. Il macabro rinvenimento è avvenuto alla stazione di Cannes «La Bocca», in Francia.

      Il 15 maggio 2017, un altro straniero resta folgorato, ma per fortuna ancora in vita, alla stazione di Carnoles. Lo trovano sul tetto del treno «Ter 86050», diretto a Nizza. L’uomo ha riportato ustioni a entrambe le gambe.

      Il 19 maggio 2017, un migrante trentenne del Mali, presumibilmente partito dalla stazione di Ventimiglia su un treno «Ter» francese, muore folgorato, in un piccolo locale adibito a quadro elettrico del convoglio, nella stazione di Cannes la Bocca.

      Il 23 maggio 2017, un giovane migrante è stato trovato morto, in un locale tecnico di un treno francese, alla stazione ferroviaria di Cannes La Bocca, in Costa Azzurra. A imbattersi nella macabra scoperta è stato il personale della «Sncf» (società che gestisce il trasporto pubblico in Francia).

      Il 27 agosto 2017: un migrante di circa 25 anni viene trovato carbonizzato (in seguito a folgorazione), nel vano tecnico di un treno «Ter» delle Ferrovie francesi, in sosta alla stazione ferroviaria di Cannes «La Bocca» e diretto a Marsiglia.

      https://primalariviera.it/cronaca/cinque-migranti-morti-folgorati-sui-treni-nel-2017-per-andare-in-fran

  • 19.05.2017 #Cannes, l’ennesima tragedia : giovane migrante morto folgorato su un treno

    Il giovane trentenne malese è stato trovato ieri sera a Cannes La Bocca in un piccolo locale adibito a quadro elettrico.

    Ancora un tragedia legata all’immigrazione al confine tra Italia e Francia. Un giovane migrante di 30 anni del Mali, presumibilmente partito dalla stazione di Ventimiglia su un treno “Ter” francese, è stato trovato morto, ieri sera, in un piccolo locale adibito a quadro elettrico del convoglio, nella stazione di Cannes la Bocca.

    Secondo quanto riferito dal quotidiano francese Nice Matin, il rinvenimento è avvenuto da parte del personale Sncf (l’ente che gestisce il trasporto pubblico francese), durante le operazioni di pulizia delle carrozze.

    Si teme che l’uomo possa essere rimasto folgorato, ma verrà comunque effettuata un’autopsia. Più di una volta, in passato, alla stazione di Ventimiglia, sono stati individuati migranti stipati in minuscoli locali adibiti a quadro elettrico, che sono stati salvati in tempo.

    Si tratta dell’ennesima morte dettata dalla disperazione di chi prova in ogni modo a varcare il confine. Le autorità francesi hanno svolto tutti i rilievi del caso sul luogo del ritrovamento del corpo ed è stata disposta l’autopsia per stabilire con maggiore esattezza le cause della morte.

    https://www.globalist.it/news/2017/05/20/cannes-l-ennesima-tragedia-giovane-migrante-morto-folgorato-su-un-treno

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Cannes : un migrant trouvé mort dans un train en provenance de Vintimille

      Un homme de 30 ans a été trouvé mort ce vendredi 19 mai dans la soirée en gare de Cannes La Bocca dans le compartiment technique d’un train en provenance de Vintimille. Le corps de ce migrant a été découvert par un agent de la SNCF.

      C’est un agent de la SNCF qui a entendu du bruit lors d’une visite technique. A l’ouverture du local, trois autres hommes qui y étaient cachés ont pris la fuite. La mort de la victime, dû à une électrisation, a été constatée par un médecin du SMUR, rapportent les sapeurs-pompiers.

      Il s’agit de la 2e mort d’un migrant en gare de Cannes La Bocca depuis le début de l’année. Le corps carbonisé d’un migrant avait été trouvé le 17 février sur le toit d’un train en provenance de Vintimille.

      C’est aussi sur le toit d’un TER que dimanche dernier, un autre migrant avait été trouvé, gravement brûlé aux jambes. Il a été découvert en gare de Roquebrune-Cap-Martin dans les Alpes-Maritimes et admis à l’hôpital de Toulon, spécialisé dans les grands brûlés.

      12 victimes depuis le début de l’année

      Ce nouveau décès dramatique porte à douze, selon les ONG intervenant sur place, le nombre de morts de migrants enregistrés dans la région depuis 2016.
      Les interpellations à la frontière franco-italienne sont en forte hausse depuis le début de l’année et ont presque triplé par rapport au début 2016, selon les derniers chiffres de la préfecture.

      En dehors des cas d’électrisation à bord de trains, les migrants ont en majorité trouvé la mort lors de chocs avec des véhicules le long de l’autoroute ou avec des trains au bord de la voie ferrée. Un migrant a également perdu la vie après une chute sur un sentier de montagne dit du « pas de la Mort », à Menton.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/cannes/cannes-migrant-trouve-mort-train-provenance-vintimille-

    • Nice : un migrant électrocuté sur le toit d’un train, il est grièvement blessé

      Le trafic ferroviaire a été perturbé à Nice ce lundi 19 juin par la découverte d’un homme électrocuté sur le toit d’un train. Il s’agit un migrant selon toute vraisemblance. Il a été évacué « en urgence absolue ».

      L’accident s’est produit ce lundi 19 juin vers 6h, selon les premiers messages d’information de la SNCF à ses voyageurs.

      « Il s’agit d’un homme de 27 ans. Il a été retrouvé électrocuté sur le toit d’un train et évacué en urgence absolue vers un centre pour grands brûlés à Toulon », ont précisé les secours.

      « Ce type d’accidents arrive fréquemment à des migrants. Le conducteur du train a subi un gros choc psychologique. Selon un autre conducteur, témoin de la scène, la victime est parvenue à descendre par l’échelle de secours », a précisé à l’AFP Michel Mafioly, délégué CGT Cheminots conducteurs à Nice.

      A la frontière franco-italienne, le nombre de migrants d’origine africaine est en forte hausse depuis janvier, de même que les accidents mortels.

      Fin mai, la SNCF avait dénombré 4 migrants morts et 2 blessés par électrocution entre Vintimille et Cannes depuis le début de l’année, sans compter les accidents sur les voies, et déplore « une situation très compliquée ».

      La semaine passée, une centaine de migrants originaires d’Afrique de l’Est, en majorité des Soudanais, étaient arrivés à Nice pour demander l’asile, après 60 km de marche à pied depuis la frontière franco-italienne.

      2 morts à Cannes depuis le début de l’année

      A deux reprises, les cheminots ont découvert le corps sans vie d’un migrant mort dans une armoire électrique en gare de Cannes-La Bocca.

      Des tracts et des affichages sont faits en plusieurs langues à Vintimille pour prévenir des dangers et tenter d’éviter ces drames.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/nice/nice-migrant-electrocute-toit-train-il-est-grievement-b

  • 17.06.2015 Ventimiglia – Trovati migranti morti lungo ferrovia francese

    Imperia – Mentre trascorre piuttosto tranquillamente, senza tensioni e senza novità, il quinto giorno per gli oltre cento migranti che si trovano a Ventimiglia, sulla scogliera di Ponte San Ludovico, ad un passo dalla frontiera francese ancora presidiata dalla Gendarmerie e dalla Police Nationale, arriva una notizia inquietante.

    Fonti francesi e italiane avrebbero infatti appena confermato il ritrovamento di due cadaveri lungo la ferrovia in territorio francese oltre Mentone. I corpi senza vita apparterrebbero a due migranti. Ma al momento non si conoscono ulteriori dettagli, anche se sembra che gli immigrati siano stati trovati morti sui binari, forse uccisi da un treno di passaggio mentre cercavano di entrare in territorio francese.

    Parigi ha infatti chiuso la frontiera per impedire il passaggio dei migranti dall’Italia alla Francia, ma i profughi non si arrendono e restano accampati al confine di Ventimiglia. Anche se, nelle ultime ore, sarebbero aumentati i controlli della polizia italiana sui sentieri che portano a Ponte San Ludovico, e un gruppo di immigrati che da cinque giorni si trova sugli scogli ha chiesto stamattina, spontaneamente, alla Croce Rossa di poter lasciare la scogliera e recarsi alla stazione di Ventimiglia.

    https://liguriaoggi.it/2015/06/17/ventimiglia-trovati-migranti-morti-lungo-ferrovia-francese

    –-> événement qui date de 2015, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • Reportage. #Alta_Val_di_Susa, quei profughi ora accolti sulla rotta di neve e gelo

    Accanto alla stazione di Oulx, in nove mesi sono passate 9mila persone: il 60% proveniva dalla rotta balcanica. Don Luigi (Migrantes): dare un tetto a chi viaggia nel freddo

    Non piangono mai i bambini che arrivano all’ultima tappa prima del confine francese. Sono esausti, dormono di continuo, qualcuno ha i piedi morsicati dai topi negli accampamenti di fortuna in Bosnia, eppure non piangono. Lo raccontano commossi gli operatori e i volontari del rifugio per immigrati ’#Fraternità_Massi' nella casa dei salesiani accanto alla stazione di Oulx. Ai piccoli il lungo viaggio sembra un gioco in compagnia dei genitori. Per gli esperti il gioco si chiama ’rotta italiana’ oppure ’terminale della rotta mediterranea’ e anche ’limite occidentale della rotta balcanica’. Comunque la si veda, Oulx dal 2017 è diventata una porta di uscita sempre più battuta dall’Italia verso la Francia e l’Ue, per marciatori della speranza in viaggio da anni. Non temono di andare in mezzo alla neve in scarpe da tennis, ma se vengono al rifugio voluto dalla fondazione ’#Talità_Kum' con i medici di #Rainbow_4_Africa aperto h 24 trovano scarponi, cibo, possono farsi visitare e passare una notte al caldo dopo le 16, quando d’inverno cala subito il buio e la temperatura scende sottozero. A pochi passi dal rifugio in Alta Val di Susa, ironia della sorte, fermano i treni di linea per la Francia e persino il Tgv. Ma il viaggio comodo è roba per chi ha documenti europei e Green pass. Il resto dell’umanità tenta di prendere un bus di linea, se non controllano i ’certificati verdi’, o arriva a piedi fino alle piste di fondo di #Claviere e poi si infila nei boschi per 20 chilometri per passare il Monginevro. Un’impresa al buio col freddo, specie per le famiglie con donne incinte e bambini. Oltretutto la sorveglianza dei gendarmi dotati anche di visori notturni al confine e lungo la statale è continua. Inflessibili anche con i più vulnerabili, non rilasciano il documento di respingimento, il ’refus d’entrée’, contro cui presentare appello. Chi passa, però, in 5 giorni arriva a Parigi e da lì prosegue per Germania, Paesi Bassi, Belgio o Regno Unito, nell’Europa che cerca manodopera.

    Gli scarponi li lasciavano i valligiani quando si è aperta la rotta. Il rifugio prosegue la tradizione solidale, mettendoli nelle rastrelliere. Ogni giorno passano da qui almeno 60 persone, con punte di 100 dall’estate a novembre. Quando si supera quota 50 la Croce rossa sposta i profughi al polo logistico di Bussoleno, 20 chilometri a valle, così che nessuno dorma all’aperto. Da aprile a dicembre sono passate 9mila persone e altre 1.500 sono state portate alla Croce rossa. Il 60% proveniva dalla rotta balcanica, gli altri erano subsahariani sbarcati da poco e tunisini alle prese con disoccupazione.

    «È dura marciare nella neve, ma chi proviene dai Balcani dice che dopo Bosnia e Croazia passare il Monginevro è come bere un bicchiere d’acqua – spiega don Luigi Chiampo, 62 anni, da 10 parroco di Bussoleno, presidente di Talità Kum e responsabile Migrantes della diocesi susina – e da quando abbiamo aperto il centro a Oulx nel 2018 non ci sono più stati morti sulle montagne. Passavano dal Colle della Scala, molto pericoloso. Nel 2021 dalla valle è passato un fiume di circa 15mila persone dirette a Claviere. Arrivano a Trieste e in 72 ore attraversano il nord in treno o bus, oppure vengono dai centri di accoglienza. Il rifugio lo abbiamo aperto per non far dormire più nessuno in mezzo alla strada ed è importante la rete che si è creata e la collaborazione con le istituzioni». I Comuni, al contrario di quanto accade Oltralpe, sono presenti. La Prefettura di Torino contribuirà al nuovo rifugio di fronte alla ’Fraternità Massi’, sempre di proprietà dei salesiani, molto più grande, in cui a giorni si sposteranno le attività. Che comprendono le attività dei medici e infermieri di ’Rainbow for Africa’ e degli operatori legali di Diaconia valdese e Danish refugee Council, che qui hanno un punto nodale del loro osservatorio dei tre confini. Cena e assistenza le offrono la rete solidale di Talità Kum, aperta ad associazioni laiche e nazionali.

    «Prepariamo un piatto di pasta, offriamo un letto caldo – afferma racconta Giorgio Guglielminotti, storico operatore – e se lo desiderano parliamo. Soprattutto diamo le scarpe a chi arriva con i piedi rotti da marce interminabili». I single dormono in uno camerone e le famiglie nei container in cortile. Si resta al massimo 48 ore ad eccezione delle famiglie numerose. Secondo Serena Tiburtini, coordinatrice di programma per Danish refugee council, le famiglie sono soprattutto afghane (il 40%) e iraniane. Poi i pachistani. «Passano da Claviere a piedi – aggiunge – perché sono abituati alla montagna. Sono arrivati i primi evacuati in estate da Kabul, i più ricchi, gli altri li attendiamo nei prossimi mesi. I tempi di ricongiungimento con i parenti sono troppo lunghi. Una ragazza afghana a settembre mi ha detto che non poteva attendere sei mesi per raggiungere la madre in Svezia, mentre poteva farcela in 15 giorni. Un giovane curdo iraniano, rimasto storpio a una gamba, fratturata dalle botte prese in Croazia, non riusciva a passare a piedi. Ma voleva raggiungere moglie e figlioletta in Svizzera. Niente ricongiungimento, alla fine è partito con un passeur».

    «Chi arriva a Oulx dalla rotta balcanica è esausto fisicamente e mentalmente – prosegue Eloisa Franchi dei medici di Rainbow 4 Africa – poi c’è chi arriva con ferite da marcia o con le cicatrici delle torture inferte dai poliziotti croati. Noi offriamo primo soccorso per curare la ’patologia di confine’, uno stress psicofico continuo. Nel nuovo rifugio avremo uno spazio per dare assistenza continuativa».

    A Oulx sono arrivate quest’anno due donne in procinto di partorire: una ci è riuscita, l’altra ha messo al mondo un bambino morto. Era da sola, marito e figlio erano già passati, ma sono tornati indietro per salutare il piccolo e ripartire con lei. Domani si concluderà qui il ’Cammino della Speranza’, staffetta partita da Trieste in bici una settimana fa per ricordare cosa accade ogni giorno da un confine all’altro.

    https://www.avvenire.it/attualita/pagine/scarponi-per-chi-marcia-nella-neve-la-valle-solidale-e-i-migranti-bambini

    #montagne #Alpes #migrations #asile #réfugiés #Briançon #Oulx #Italie #France #frontières #frontière_sud-alpine #Val_di_Susa

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    ajouté à cette métaliste :
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    Et plus précisément ici :
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  • Due migranti investiti e uccisi da un treno al Brennero

    L’incidente nella notte a due chilometri dal confine di stato. Le due vittime stavano entrando a piedi in Italia seguendo i binari. Si tratta di due uomini marocchini di 26 e 46 anni

    Due richiedenti asilo marocchini sono morti dopo essere stati investiti da un treno al Brennero stamane (sabato 18 dicembre) all’alba.

    L’incidente è avvenuto nei pressi di #Bagni_di_Brennero, a oltre due chilometri dal confine di stato.

    Le vittime, due migranti che stavano viaggiando a piedi dall’Austria verso l’Italia seguendo i binari, sono state investite da un treno passeggeri della SAD partito da Brennero alle 6.32. Si tratta di due cittadini marocchini di 26 e 46 anni. Dai documenti che portavano con sé risulta che avessero fatto domanda di asilo in Austria ottenendo una protezione temporanea. Non si sa perché avessero varcato il confine.

    Il macchinista ha segnalato alle autorità ferroviarie di avere probabilmente investito un animale ma ha proseguito la sua corsa.
    Sono passati poi un treno merci (il conducente ha comunicato che la presunta carcassa di animale non ostruiva i binari) e un altro treno da cui non sono giunte segnalazioni.

    È stato il macchinista di un treno successivo, partito da Brennero alle 7.38, ad avvistare due sagome lungo i binari e a fermare il convoglio.
    La linea ferroviaria è stata bloccata da prima delle 8 fino alle 10.
    Il treno investitore si trova alla stazione di Bolzano; secondo i rilievi della scientifica ci sono chiari segni di impatto sulla vettura di testa.

    Sul posto sono intervenute la Polfer e squadre di soccorso, poco dopo è arrivato l’elicottero Pelikan 2 per la constatazione del decesso.
    Il magistrato di turno, Andrea Sacchetti, è stato avvisato telefonicamente e segue le indagini.

    Negli anni scorsi diversi migranti in fuga hanno perso la vita sulla linea ferroviaria del Brennero. La tragedia di oggi, 18 dicembre, si è consumata proprio nella giornata internazionale dei diritti dei migranti.

    https://www.rainews.it/tgr/bolzano/articoli/2021/12/blz-incidente-brennero-treno-binari-migranti-morti-ec0f08ad-a7c5-4b9d-ab62-7
    #décès #morts #asile #migrations #réfugiés #Brenner #Italie #Autriche #frontière_sud-alpine #Alpes

    Le nom des victimes :
    #Mohamed_Basser (26 ans) et #Mostafà_Zahrakame (46 anni)
    –-> voir article Melting Pot Europa ci-dessous : https://www.meltingpot.org/2021/12/brennero-altre-morti-di-confine

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    ajouté à la liste sur les migrants morts au Brenner :
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    elle-même ajoutée à la métaliste des morts dans les Alpes :
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    • Brennero, altre morti di confine

      Le due persone migranti morte al Brennero rappresentano l’atrocità dei confini nel generale silenzio delle istituzioni locali ed europee

      Sabato 18 dicembre alle 6.40 due persone sono morte investite da un treno a Terme di Brennero, a tre chilometri dalla frontiera. Ci sono voluti ben 70 minuti perché un macchinista di un altro treno si accorgesse che ad essere stati travolti erano due uomini. Si scoprirà solo in seguito che si trattava di due persone di nome Mohamed Basser, di 26 anni, e Mostafà Zahrakame, di 46 anni, entrambe di nazionalità marocchina.

      A distanza di alcuni giorni dall’ennesima tragedia che avviene nei pressi di un confine tra Stati dell’Unione Europea, le uniche notizie trapelate sottolineano che avevano in tasca un permesso di protezione temporanea rilasciato dalle autorità austriache. Ma nulla sappiamo di cosa è accaduto prima dell’investimento, né sappiamo se le famiglie siano state avvisate e del perché volessero entrare in Italia e come mai hanno deciso di farlo a piedi.

      Se molte domande rimarranno inspiegabilmente senza risposta, almeno è necessario conoscere il contesto in cui sono costrette a muoversi le persone che tentano di attraversare uno dei confini che in questi ultimi tre anni è scomparso dai radar dei media nazionali.

      Sette anni di violazioni e respingimenti

      Sembrano molto lontani gli anni 2013 e 2014, quando l’asse del Brennero era la rotta del transito soprattutto di chi approdava in Sicilia o arrivava dai Balcani e voleva proseguire il proprio viaggio verso nord. Ben presto le cose peggiorano nonostante le numerose proteste che si svolsero sul confine contro la sua “chiusura”. Il piccolo paese, luogo di breve sosta per un assurdo quanto grottesco centro commerciale, si trasformò in un simbolo di rivendicazione politica, di libertà di movimento, di corpi resistenti connessi ad altri luoghi di abusi e resistenze come Idomeni, Ventimiglia, Calais, Ceuta… .

      Ma dal 2015, attraverso una profilazione razziale – pratica vietata dalle Convenzioni internazionali – i controlli in frontiera verso l’Austria e in seconda battuta verso l’Italia, sono diventati la prassi quotidiana. La politica europea, sancendo come prioritario il contrasto ai cosiddetti movimenti secondari, ha adottato una strategia fino ad oggi rimasta invariata, altro che revisione del Regolamento Dublino. La mobilità umana all’interno di Schengen di fatto è rimasta solo un privilegio per i cittadini e le cittadine europee.

      La militarizzazione del confine e il controllo capillare su ogni treno in transito hanno costretto le persone migranti a scegliere altre rotte oppure a tentare modalità più pericolose per aggirare gli ostacoli. Un report curato da Antenne Migranti e ASGI, con testimonianze e osservazioni raccolte nel periodo tra gennaio e luglio del 2017, evidenziava come tramite controlli sistematici, carrozza per carrozza, venivano fatte scendere le persone prive di titolo di viaggio e rimesse su un treno verso Bolzano. I controlli venivano effettuati anche sui treni provenienti dall’Austria, con procedure sommarie di respingimento immediato nel paese. Tra le violazioni riscontrate anche il respingimento di un numero consistente di minori, la confisca di oggetti personali, di vestiario e telefoni, multe con richiesta immediata di denaro, l’assenza di traduttori e l’impossibilità di accedere ad una difesa legale.

      Il controllo del confine non si materializzava solo nei pressi del valico ma si estendeva su tutta la linea ferroviaria fino ad “allungarsi” alle stazioni di Bolzano, Trento e Verona. Anche in queste città si attivarono sistemi di controllo con dei veri e propri checkpoint solo per le persone con tratti somatici africani o asiatici; all’interno dei treni il controllo sistematico spettava alle cosiddette pattuglie “trilaterali”, un imponente apparato militare messo in campo da Italia, Austria e Germania. Malgrado le denunce e le azioni legali, il quadro generale di violazioni e prassi illegittime non è cambiato fino a divenire sistematico, un atto quotidiano di prevaricazione, una delle tante cose a cui ci si è abituati.

      Una lunga scia di sangue

      La scia di sangue segue un fil rouge: sempre, o quasi sempre, le morti avvengono lungo il percorso ferroviario.

      Rawda Abdu, 29 anni, in Italia da appena dieci giorni, perse la vita il 16 novembre del 2016 nei pressi di Borghetto, una frazione di Avio della provincia di Trento, travolta da un treno regionale diretto a Verona; qualche giorno dopo, il 21 novembre, perse la vita il diciassettenne Abel Temesgen, eritreo, rimasto ucciso mentre cercava di nascondersi all’interno di un treno merci diretto in Germania. Il mese dopo due persone, un uomo e una donna di origini africane morirono in Tirolo schiacciate da un tir mentre erano nascoste e assiderate su un vagone merci. Altri, in questi anni, hanno rischiato di morire congelati, ma fortunatamente sono stati salvati come il piccolo Anthony di 5 anni della Sierra Leone. E poco sappiamo delle tante persone che hanno provato a transitare lungo le creste di confine tra metri di neve e temperature bassissime. Oppure di coloro che per sfuggire ai controlli hanno scelto altre strade più impervie e usato altri mezzi.

      Quello di cui siamo certi è che queste sofferenze non sono tragiche fatalità ma dirette conseguenze di politiche spietate che hanno ampiamente messo in conto che queste morti ci siano. E che consapevoli di questo, per anni, hanno discusso del nulla acquietando l’indignazione che queste provocano. I tanti decantati dibattiti – dalla riforma di Dublino al sistema di ricollocamento, fino ad un sistema comune di asilo – non hanno prodotto nulla che andasse nella direzione di favorire il rispetto dei diritti fondamentali poiché il “problema”, per loro, è stato affrontato sempre e solo esclusivamente dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico, a garanzia solamente della libertà di circolazione delle merci e dei cittadini europei. Ne è piena conferma il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo.

      Riaccendere una luce sulla rotta

      La rotta del Brennero ha ripreso forza nel corso del 2021 diventando uno dei tanti snodi di transito che dai paesi dell’Europa centrale portano verso la Francia o altri paesi del nord Europa: chi arriva al Brennero, spesso, ha percorso precedentemente la cosiddetta rotta Balcanica e, come minimo, ha subito violenze dalle polizie e altri respingimenti, ha dovuto sostare forzatamente in campi di confinamento o in jungle, trovando supporto solo da attivisti e volontari solidali.

      Vite sospese, alla ricerca di un luogo sicuro, di un paese che li accolga o che permetta a loro di regolarizzarsi, di avere i documenti. In concomitanza con l’incremento dei transiti, sono aumentati i pushback illegali perpetrati dalla polizia austriaca e tedesca, in particolare di giovani afghani. Difficile oggi capire quali siano i numeri reali del passaggio da e per l’Italia ma si può supporre che ogni mese più di 300 persone cerchino di passare il valico di confine. Tra la fine di dicembre e il mese di gennaio l’associazione Bozen Solidale, attiva da anni in Alto Adige / Südtirol a supporto delle persone migranti in transito e non, prevede di attuare un monitoraggio al Brennero con l’obiettivo di capire la portata reale del passaggio. Lo scopo effettivo sarà, poi, quello di raccogliere storie, tornare a sensibilizzare la cittadinanza e fare pressioni alle istituzioni per mettere seriamente in discussione le attuali politiche di controllo e respingimento.

      https://www.meltingpot.org/2021/12/brennero-altre-morti-di-confine

  • Bangladeshi migrant found dead near Slovenia-Croatia border (04.12.2021)

    The body of a migrant from Bangladesh has been found in Slovenia near the border with Croatia. Police say it is the first such death in this part of the border region.

    Police in the town of Koper, on Slovenia’s Adriatic coast, said that the dead body of a 31-year-old man was found on Saturday, December 4, in the Dragonja Valley, between the Dragonja and Sečovlje border crossings in southwest Slovenia.

    The man’s documents were found near his body. Police said that he was a Bangladeshi citizen and that the Embassy of Bangladesh had been informed.

    An autopsy was ordered to determine the cause of the man’s death, but initial information indicated that he died of hypothermia a day before he was found, a spokesperson from the Koper Police Department told InfoMigrants.

    While deaths of migrants have been recorded in the past on the Croatia-Slovenia border, this was the first known fatality in this region of the Dragonja valley, the spokesperson said.

    Border patrols

    Slovenian police, supported by the army, are deployed along the 670-km border with Croatia. Border surveillance of irregular migrants is conducted with the help of mounted police, dogs and technical equipment such as drones, thermographic cameras and helicopters.

    The interior ministry announced in 2020 that drones were increasingly being used to monitor the movements of migrants from above. “When migrants try to flee being apprehended, they run in several directions and drones make it easier for police officers to follow and apprehend them,” the ministry said in an article published online in June, 2020.

    Migrants usually “avoid populated areas and travel at night, using forest paths and remote terrain, while they spend the day resting in hidden-away locations,” the ministry continued.

    “Most of them use GPS navigation on smartphones in airplane mode, which prevents them being traced ... Illegal migrants very quickly adapt to police measures and frequently change both their routes and border crossing methods.”

    The police spokesperson in Koper confirmed that border patrols and surveillance have continued during the past 18 months.

    Both Croatia and Slovenia are members of the European Union, but Croatia is outside the Schengen visa-free area.

    There are thousands of migrants trapped in the Balkan states, unable to cross national borders to continue their journeys. Many are sleeping rough in cold winter weather.

    https://www.infomigrants.net/en/post/37038/bangladeshi-migrant-found-dead-near-sloveniacroatia-border

    #Croatie #Slovénie #asile #migrations #réfugiés #frontière_sud-alpine #Alpes #montagne #décès #mort

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  • Une petite fille de 10 ans meurt noyée dans la rivière frontière entre la Croatie et la Slovénie

    Une petite fille turque de 10 ans est morte dans la #Dragonja, la #rivière qui sépare la Croatie de la Slovénie, à seulement 30 km de l’Italie. Elle était sur les épaules de sa mère, qui tentait de gagner l’autre rive, lorsqu’elle a été happée par le courant.

    Elle était recherchée depuis sa disparition, le 9 décembre dernier. Une petite fille turque de 10 ans est morte noyée dans la rivière Dragonja, frontière naturelle entre la Slovénie et la Croatie, dans le nord-ouest de l’Istrie. Le 11 décembre, son corps a été retrouvé sous l’eau, à deux mètres de profondeur, et à 400m du lieu de sa disparition, a précisé Suzana Sokač, une représentante de la police, au média slovène Dvevnik (https://www.dnevnik.si/1042978940/kronika/nadaljuje-se-iskanje-deklice-ki-jo-je-odnesla-dragonja).

    Une cinquantaine de personne au total - des policiers, des pompiers, des chiens de sauvetage, et des plongeurs de l’armée slovène - avaient entrepris des recherches le long de la rivière jusqu’à son embouchure dans la mer Adriatique, durant deux jours.

    La petite fille avait disparu, alors que sa famille tentait de traverser la rivière pour gagner la Slovénie, sur l’autre rive. Elle a été emportée par les eaux alors qu’elle se trouvait sur les épaules de sa mère.

    https://twitter.com/SuzanaLovec/status/1470044411518230533

    Cette dernière est quant à elle saine et sauve. Elle a réussi à s’accrocher à un arbre et n’a pas été emportée par le courant, « très fort à cet endroit », indique le journal italien L’Espresso (https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/12/10/news/migranti_tragedia_confine_di_schengen-329668240). Cette femme de 47 ans a réussi à grimper sur une échelle tendue par un policier croate et un policier slovène, et à sortir de l’eau, selon un communiqué de la police. « Elle était à moitié consciente, comme si elle était prise de convulsions, a raconté un habitant. Elle a de la chance d’être en vie ».

    Les policiers ont également pu sauver ses trois autres enfants. Ses deux garçons de 18 et 5 ans avaient réussi à traverser la rivière et ont été interceptés côté slovène. Son troisième garçon, âgé de 13 ans, était encore sur la rive croate. C’est lui qui a donné l’alerte, en allant chercher de l’aide auprès d’un riverain. « Il ne connaissait pas un mot d’anglais. Il était mouillé et a juste crié : ‘Help ! Help !’ », a expliqué l’habitant.

    Une étape sur la route des Balkans

    D’après ce riverain, la zone autour de la rivière Dragonja est régulièrement fréquentée par les migrants. ’’Mais quand ils voient la lumière et les gens, ils s’éloignent", a-t-il déclaré, en ajoutant que ce n’était pas la première fois qu’il aidait des exilés en détresse.

    Selon L’Espresso, la zone, où des clôtures de fils barbelés ont été érigées par endroits, est désormais une étape pour de nombreux migrants afghans, pakistanais et bangladais, qui font chemin sur la route migratoire des Balkans. Traverser la Dragonja de la Croatie à la Slovénie leur permet d’entrer dans l’espace Schengen, et de se rapprocher de l’Italie. Une fois la frontière passée, la ville italienne de Trieste n’est plus qu’à 30 km.

    La semaine dernière, le corps d’un homme bangladais de 31 ans avait été retrouvé au même endroit, après avoir traversé le cours d’eau. Une autopsie a été ordonnée pour déterminer la cause du décès. Mais les premières constatations indiquent qu’il est mort d’hypothermie, un jour avant d’avoir été retrouvé, avait déclaré à InfoMigrants un porte-parole du département de police de Koper. Ce jour-là, les températures étaient négatives.

    Le 1er janvier 2020, un corps avait été retrouvé près de là, à Socerb, à la frontière slovène : celui d’un Algérien de 29 ans, décédé après une chute dans un précipice.

    Depuis quelques années, la frontière entre la Slovénie et la Croatie, longue de 670km, est très surveillée. La police y patrouille régulièrement, appuyée par des drones, des caméras thermiques et des hélicoptères. « Lorsque des migrants tentent de fuir, ils courent dans plusieurs directions et les drones permettent aux policiers de les suivre et de les appréhender plus facilement », avait déclaré le ministère de l’Intérieur slovène en juin 2020.

    D’après le porte-parole de la police de Koper, une ville slovène au bord de l’Adriatique, la surveillance des frontières et les opérations de contrôle se sont poursuivies au cours de ces 18 derniers mois.

    https://www.infomigrants.net/fr/post/37179/une-petite-fille-de-10-ans-meurt-noyee-dans-la-riviere-frontiere-entre

    #Croatie #Slovénie #asile #migrations #réfugiés #frontière_sud-alpine #Alpes #montagne #décès #mort

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    • Desetletno turško deklico, ki jo je odnesla Dragonja, našli mrtvo

      V Dragonji so danes našli truplo desetletne turške deklice, ki jo je v sredo zvečer med prečkanjem reke z mamo odnesel močan tok. Truplo so našli dva metra pod vodo.

      Okoli pol ene ure so kakih 400 metrov stran od njenega izginotja danes našli truplo desetletne deklice, ki jo je med prečkanjem Dragonje v sredo odnesel močan tok reke, je potrdila Suzana Sokač, predstavnica policijske uprave Istrske. »Oseba je bila najdena približno dva metra pod vodo,« pa so smrt potrdili tudi v PU Koper.
      Na terenu 50 slovenskih policistov, gasilcev ...

      Desetletno deklico so na obeh straneh Dragonje iskali vse od srede zvečer, ko jo je z maminih ram odnesel močan tok Dragonje. Takrat jim je iz reke uspelo rešiti povsem izčrpano 47-letno Turkinjo, ki je deklico skušala spraviti s hrvaške na slovensko stran. Zraven je imela še dva druga otroka in nečaka. Ni ji uspelo. Deklico je odneslo, sama se je komaj še uspela držati za podrto deblo sredi reke. Močno podhlajeno so jo odpeljali v bolnišnico v Pulju.

      Deklico so tudi danes iskali tako na slovenski kot na hrvaški strani reke. Razmere so bile težke, reka je narasla. Policisti, poklicni in prostovoljni gasilci, vodniki reševalnih psov, pripadniki podvodne reševalne službe Slovenije in potapljači Slovenske vojske so bili na terenu od devetih zjutraj, so sporočili s PU Koper. Skupno jih je bilo okoli 50. »Prav tako policisti pomorske policije in URSP izvajajo pregled in iskanje ob izlivu reke Dragonje v morje,« so še dodali.
      Na Hrvaškem tudi s podvodnimi droni

      Iskalno akcijo je izvajalo tudi večje število reševalnih služb na Hrvaški strani reke Dragonje. Večjemu številu potapljačev so se na hrvaški strani danes pridružili člani antiteroristične enote Lučko, poročajo hrvaški mediji. »Reka je visoka, vse je odvisno od tega, v kakem stanju je deklica,« je za medije povedal Robert Boban Paulović, načelnik PP Buje. »Upamo, da se je uspela rešiti na kopno. Upamo, da bomo našli kakšno sled. Vse moči smo usmerili v to, da jo najdemo,« pa je dodal Marko Rakovac, član hrvaške gorske reševalne službe, ki je prav tako priskočila na pomoč. Na delu so tudi sledni psi. Dragonjo bodo prečesali tudi s pomočjo podvodnih dronov.
      Nesel jim je lestev

      Za hrvaške medije je o dramatičnih trenutkih v sredo zvečer spregovoril Jonatan Strojan iz Dramca, ki je poklical policijo in pomagal pri reševanju ženske iz vode. Povedal je, da je na njihova vrata potrkal 13-letni deček, ki je kričal le »help, help« , torej na pomoč. »Bil je premočen. Policija je prišla v roku desetih minut, sam sem šel pogledat, ali kdo potrebuje mojo pomoč. Potrebovali so vrv in lestev,« je razložil za Dnevnik Nova TV. »Ženska ni bila pri zavesti. Kot bi bila v nekem krču. Imela je srečo, da je bila še živa,« je dodal. Tudi sam je zabredel v reko. V tem času so pri njem doma poskrbeli za dečka, ki je prišel prosit za pomoč. Dali so mu nova oblačila, čevlje, hrano in pijačo. Jonatan pravi, da je migrantov tam naokrog veliko, a ker se izogibajo lučem in domačinov, ki kaj veliko ne vidi. »Sploh si ne morem predstavljati, kako grozno je to za otroke. Ne vedo, kaj bo z mamo, gledajo, kako ji iz rok v vodo pade njihova sestra … Grozljivo,« strne svoje občutke.

      https://www.dnevnik.si/1042978940/kronika/nadaljuje-se-iskanje-deklice-ki-jo-je-odnesla-dragonja

    • Ta smrt je na tvojih plečih, Evropa. Na tvojih plečih, Slovenija

      Desetletne deklice si spletajo kitke, božajo sosedove mačke, hihitajo se s prijateljicami in igrajo nogomet. V šoli imajo priljubljene predmete, učijo se tujih jezikov, pričkajo se s svojimi brati in sestrami. In ob decembrskih večerih težko zaspijo, ker razmišljajo o tem, ali bodo lahko budne dočakale novo leto.

      Danes so desetletno deklico mrtvo potegnili iz mrzle Dragonje. Dva metra pod vodo so potapljači našli njeno truplo. V reki, mimo katere se vsako leto skoraj vsi mi vozimo na svoje počitnice. Utopila se je v četrtek, ko je s svojo družino želela prečkati mejo, v želji po boljšem življenju.

      Umrla je na našem pragu, kot že toliko prebežnikov. Kot je na našem pragu, v dolini Dragonje, pred nekaj dnevi zmrznil 31-letni moški. In kot so v Kolpi umirali ljudje pred njima.
      suzana lovec

      Desetletne deklice si spletajo kitke in se izpod svojih toplih pernic ob koncih tedna zbujajo pozno. Desetletne deklice ne bi smele biti prestrašene, premražene in jokajoče, umirajoče v reki, utopljene v krutosti naše migracijske politike.

      Ta smrt je na tvojih plečih, Evropa, ki s svojo zastraševalno migracijsko politiko hočeš natanko to. Da ljudje, ki jih nimaš za svoje, ostanejo pred tvojimi vrati. Pa čeprav mrtvi.

      Ta smrt je na tvojih plečih, Slovenija, ki v tem že dolgo pridno sodeluješ. Na meje postavljaš rezilno žico, ki ji po “evropsko” rečeš tehnična ovira. V Centru za tujce razčlovečiš. Na terenu, če le lahko, preslišiš prošnje za azil. Izvajaš push-backe ; ljudi pošiljaš nazaj na Hrvaško in od tam v BiH, zavedajoč se, da jih tam čaka sistematično nasilje. In s tem kršiš lastno zakonodajo, ustavo, mednarodne konvencije, človekove pravice. In ko te na to opozarjajo, tisti redki humanitarci, nevladniki, pravniki, kulturniki in novinarji, ki še zmorejo opozarjati, gledaš stran. Opozarjajo te že leta in ti gledaš stran. V Evropo, ki vse to dopušča. Evropo, ki je zrasla na zaklinjanju, da je vsako življenje enako vredno.

      Desetletne deklice si spletajo kitke in ob sobotnih večerih gledajo risanke. Zdaj je tak večer.

      Nihče ne trdi, da so migracijske politike lahka stvar. Da vprašanja niso kompleksna in da ne terjajo kompleksnih odgovorov. Jih. A povsem jasno je, da je edini napačen odgovor na migracije – kršenje človekovih pravic. Natanko to, kar Evropa in Slovenija že dolgo počneta. Delamo natanko to, česar ne bi smeli. V ljudeh smo nehali videti ljudi.

      https://n1info.si/novice/slovenija/ta-smrt-je-na-tvojih-plecih-evropa-na-tvojih-plecih-slovenija

    • Morire al confine

      Giovedì scorso una quarantasettenne con i suoi quattro bambini ha cercato di guadare il fiume per entrare in Slovenia. Il figlio diciottenne e un altro bimbo di cinque anni sono riusciti ad arrivare sulla sponda slovena; la donna con sulle spalle la bambina è rimasta in mezzo al corso d’acqua, mentre l’altro figlio tredicenne anni è restato bloccato sul versante croato. Le acque, ingrossate dalle piogge dei giorni precedenti, hanno trascinato via la bimba, mentre la madre è rimasta aggrappata ad un tronco. È stato il figlio sulla sponda croata a dare l’allarme, bussando alla porta di una casa e urlando in inglese le uniche parole che conosceva: “help”, “help”. Il proprietario è andato immediatamente sul posto e poco dopo è arrivato anche un agente della polizia croata che si è buttato nel fiume, ma non è riuscito a far altro che a impedire che la piena portasse via anche la donna. A quel punto dall’altra parte del confine sono arrivati i poliziotti sloveni. Hanno usato il guinzaglio del cane per legare l’agente che si è tuffato in acqua e poi, con l’aiuto di una scala, messa tra le due sponde, hanno tratto in salvo la donna.

      I profughi sono stati immediatamente riconsegnati ai croati, che prima li hanno trasportati a Pola, dove sono stati ricoverati in ospedale (in Slovenia l’ospedale di Isola distava solo pochi chilometri) e poi li hanno trasferiti al centro profughi di Zagabria, dove hanno chiesto asilo politico. Ora la salma della bimba attende di venir portata in Turchia, dove verrà sepolta nel villaggio natale della famiglia.

      https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Morire-al-confine-214618

    • Tužan kraj potrage : U rijeci pronađeno tijelo djevojčice (10) koja je s obitelji prelazila rijeku

      Djevojčicu je, podsjetimo, odvukla jaka struja kada je s turskom državljankom pokušala prijeći rijeku i doći u Sloveniju. Policija je ženu uspjela spasiti. Riječ je o migrantima.

      Desetogodišnja djevojčica za kojom se od jučer tragalo nakon što je nestala u nabujaloj rijeci Dragonji pronađena je mrtva u subotu oko 12.30 sati, izvijestila je istarska policija. “Mrtvo tijelo djevojčice pronađeno je u vodi na mjestu koje je oko 400 metara nizvodno od mjesta nestanka, a pronašli su je djelatnici interventne postrojbe PU istarske”, izvijestila je glasnogovornica istarske policije Suzana Sokač koja je u ime policije izrazila sućut obitelji. Inače u pretrazi za djevojčicom tijekom jučerašnje dana i jutros sudjelovali su policijski službenici iz Buja, pripadnici interventne jedinice policije iz Pule, pripadnici specijalne policije iz Rijeke i ATJ Lučko sa svojim roniocima, HGSS sa psima tragačima, djelatnici Civilne zaštite državne intervencijske postrojbe Rijeka, djelatnici Crvenog križa obučeni za potrage na brzim vodama, vatrogasci i pripadnici lokalnih DVD-a te slovenski policajci i vatrogasci.

      https://www.vecernji.hr/vijesti/i-dalje-se-traga-za-curicom-iz-turske-u-pomoc-stize-veci-broj-ronioca-15465

  • Montgenèvre : une plainte contre un tract des maraudeurs portant assistance aux migrants

    Ce lundi 6 décembre, la direction générale de la police nationale a porté plainte contre X auprès du parquet de Gap, après la distribution d’un tract sur les maraudes effectuées au col de Montgenèvre par des bénévoles pour venir en aide aux migrants en difficulté. Une enquête pour diffamation a été ouverte.

    La qualité n’est pas bonne, mais on arrive à lire...

    https://www.ledauphine.com/faits-divers-justice/2021/12/08/montgenevre-une-plainte-contre-un-tract-des-maraudeurs-portant-assistanc

    #plainte #diffamation #asile #migrations #frontières #maraudeurs #maraudes #tract #manifestation #solidarité #justice #Hautes-Alpes #frontière_sud-alpine #Alpes #France #montagne

    ping @isskein @karine4

  • 06.11.2021 : Ventimiglia, cadavere nel burrone. Iniziato il recupero

    Si tratta probabilmente di un migrante precipitato dal passo della morte.

    Sono iniziate stamani le operazioni di recupero del corpo avvistato ieri sera nel dirupo sottostante il cosiddetto “passo della morte”, a Ventimiglia.

    A recuperare la salma, probabilmente appertenente ad un migrante, saranno i vigili del fuoco del nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale) con l’ausilio di un’autoscala.

    https://www.riviera24.it/2021/11/ventimiglia-cadavere-nel-burrone-iniziato-il-recupero-725159/?share_from=facebook

    #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #asile #migrations #réfugiés #mort #décès #Alpes #Vintimille #Italie #France #frontières #passo_della_morte

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    ajouté au fil de discussion sur les morts à la frontière de Vintimille :
    https://seenthis.net/messages/784767

    lui-même ajouté à la métaliste sur les morts aux frontières alpines :
    https://seenthis.net/messages/758646

    • Migranti, trovato cadavere sul ‘Passo della Morte’ tra Italia e Francia

      Un corpo è stato avvistato, nella tarda serata di ieri, in una gola sotto il Passo della Morte, in frazione Mortola di Ventimiglia, il sentiero scosceso solitamente utilizzato dai migranti per espatriare in Francia.

      Questa mattina sono iniziate le operazione per il recupero della salma, segnalata da un escursionista di passaggio che ha notato il corpo in fondo alla scarpata: sul posto anche i vigili del fuoco che hanno aiutato con i propri mezzi a raggiungere il cadavere.

      Al momento sono in corso le operazioni per identificare il corpo, in modo da risalire alle cause dell’incidente e quindi ricostruire la vicenda.

      https://www.genova24.it/2021/11/migranti-trovato-cadavere-sul-passo-della-morte-tra-italia-e-francia-282523

  • 30.10.2021 : Un migrant ivoirien électrocuté sur le toit d’un train à la frontière franco-italienne

    Un Ivoirien de 31 ans a été gravement brûlé par une électrocution alors qu’il se trouvait sur le toit d’un train en gare de #Menton Garavan. Le jeune homme aurait cherché à échapper à un contrôle policier. Il a été évacué par les sapeurs-pompiers vers l’hôpital Pasteur de Nice, puis vers le service des grands brûlés de Marseille.

    Un nouveau drame aux frontières. Un jeune migrant a été électrocuté, samedi 30 octobre, en gare de Menton Garavan (Alpes-Maritimes), tout près de la frontière franco-italienne, a rapporté, mardi 2 novembre, Nice matin (https://www.nicematin.com/faits-divers/un-jeune-migrant-electrocute-sur-le-toit-dun-train-en-gare-de-menton-gara). Selon le procureur de la République de Nice, Xavier Bonhomme, cet Ivoirien de 31 ans se trouvait dans le train en provenance de Vintimille et serait monté sur le toit pour échapper à un contrôle de police.

    Le procureur a annoncé l’ouverture d’une enquête, confiée au commissariat de Menton.

    Il aurait reçu une très importante décharge et serait tombé sur le quai. D‘après les informations de Nice matin, le jeune Ivoirien a reçu des premiers secours des CRS puis a été pris en charge par les sapeurs-pompiers. Il a été envoyé à l’hôpital Pasteur de Nice puis transféré vers le service des grands brûlés de l’hôpital de Marseille.
    Pas de décès formellement confirmé

    Le média en ligne italien Riviera 24 déclarait dimanche que « certaines sources confirm[aient] la mort de l’homme, tandis que d’autres parl[aient] même de deux étrangers qui seraient morts électrocutés par la ligne à haute tension qui alimente les voies » (https://www.riviera24.it/2021/10/migrante-folgorato-su-treno-tra-ventimiglia-e-mentone-723772).

    Néanmoins, il n’était pas encore possible, mercredi matin, de confirmer formellement le décès du jeune migrant.

    « Le trafic ferroviaire est resté interrompu une grande partie de l’après-midi, jusqu’à 18h, le temps de procéder aux constatations », précise Nice matin.

    « La frontière tue encore et encore, une électrocution sur le toit d’un train », a dénoncé dans un communiqué, l’association Roya citoyenne (https://www.roya-citoyenne.fr/2021/11/la-frontiere-tue-encore-et-encore-une-electrocution-sur-le-toit-dun-t).

    Au moins 20 morts à la frontière italienne

    Le drame de samedi n’est pas le premier à la frontière franco-italienne par où tentent de passer de nombreux migrants qui souhaitent poursuivre leur parcours d’exil vers la France ou l’Allemagne.

    Le 29 août dernier, un jeune Bangladais de 17 ans avait déjà trouvé la mort près de Vintimille (https://www.infomigrants.net/fr/post/34747/un-migrant-meurt-electrocute-a-la-frontiere-italofrancaise). Il avait été lui aussi électrocuté en tentant de monter sur un train.

    Pour éviter d’autres accidents, l’édile de Vintimille, Gaetano Scullino, a demandé à la ligne ferroviaire italienne de mettre en place une « équipe pour contrôler les trains à l’arrivée et au départ de la ville, en collaboration avec la police des chemins de fer ».

    Des milliers de migrants tentent chaque année de rejoindre la France depuis l’Italie voisine, en montant dans des trains ou en marchant le long des voies ou de l’autoroute. Ces tentatives de traversée de la frontière peuvent parfois être fatales. Ces dernières années, au moins 20 exilés sont morts dans cette zone frontalière.

    https://www.infomigrants.net/fr/post/36195/un-migrant-ivoirien-electrocute-sur-le-toit-dun-train-a-la-frontiere-f

    #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #asile #migrations #réfugiés #Alpes #Vintimille #Italie #France #frontières #blessé #blessé_grave #électrocution

    –-> mort ou blessé grave ? Les sources divergent...

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    • Migrante folgorato su treno tra Ventimiglia e Mentone

      Alcune fonti parlano addirittura di due stranieri morti

      Un uomo è rimasto folgorato nel pomeriggio di ieri sul treno “80046” partito da Ventimiglia alle 13,30 e diretto in Francia. Si tratterebbe di un migrante trovato alla stazione ferroviaria di Menton Garavan. La notizia trapela soltanto ora e la dinamica di quanto accaduto non è ancora del tutto certa. Alcune fonti confermano il decesso dell’uomo, mentre altre parlano addirittura di due stranieri morti folgorati dall’alta tensione che alimenta i convogli.

      Al momento è certo che la circolazione ferroviaria è rimasta interrotta per circa cinque ore: i treni sono ripresi a viaggiare soltanto intorno alle 18,15.

      Secondo quanto ricostruito fino ad ora, il migrante sarebbe rimasto folgorato alla prima stazione francese dopo il confine, quella di Garavan, appunto, forse aggrappandosi ai cavi dell’alimentazione nel tentativo di scendere dal tettuccio del vagone sul quale si era rifugiato.

      https://www.riviera24.it/2021/10/migrante-folgorato-su-treno-tra-ventimiglia-e-mentone-723772/?share_from=facebook

    • La Frontière tue encore et encore une électrocution sur le toit d’un train, 30/10/21 – MENTON FIN DU VOYAGE

      On meurt à « Menton, perle de la Côte d’Azur ». On meurt dans les montagnes de Briançon, on meurt à Calais, on meurt à Hendaye… Les meurtriers qui nous gouvernent savent bien qu’en érigeant des murs toujours plus haut, toujours plus hérissés de pointes, en multipliant de patrouilles de vigiles payés pour vous traquer, ils vous tuent.

      Silence, on tue. En Europe, en Italie, en Espagne, en France… C’est devenu un mode d’action gouvernemental envers les personnes exilé.e.s, une « gestion des flux migratoires ».

      Rappelons cette litanie sinistre égrénée sur le site de ADN (Association pour la Démocratie à Nice), qui n’en finit pas de s’alourdir : http://ademonice06.com/frontiere-de-dangers

      Voir l’article : Riviera 24 : Migrant électrocuté sur un train entre Vintimille et Menton : https://www.riviera24.it/2021/10/migrante-folgorato-su-treno-tra-ventimiglia-e-mentone-723772

      https://www.roya-citoyenne.fr/2021/11/la-frontiere-tue-encore-et-encore-une-electrocution-sur-le-toit-dun-t

    • Mentone, migrante folgorato mentre scende dal tetto di un treno partito da Ventimiglia

      L’uomo, per fortuna, è rimasto soltanto ferito

      Un migrante è rimasto folgorato alla stazione ferroviaria di Menton Garavan. L’uomo, per fortuna, non è rimasto ucciso ma solo ferito dopo aver toccato i cavi dell’alta tensione mentre stava tentando di scendere dal tetto del treno Regionale 80046, partito da Ventimiglia alle 13.30. La circolazione dei convogli, interrotta per diverse ore per permettere i soccorsi, è ripresa solo nel tardo pomeriggio.

      Un incidente del tutto analogo nella dinamica a quello avvenuto lo scorso 29 agosto. Quella volta, però, l’esito fu fatale per un ragazzo originario del Bangladesh che morì a causa della scossa elettrica presa sul tetto del treno.

      https://telenord.it/mentone-migrante-folgorato-mentre-scende-dal-tetto-di-un-treno-partito-da-v

    • Menton : un migrant ivoirien meurt électrocuté en voulant échapper à un contrôle d’identité

      Encore un drame à la frontière italienne. Un migrant ivoirien âgé de 31 ans est décédé, électrocuté sur le toit d’un train en gare de Menton Garavan, la plus proche gare française après la frontière italienne de Vintimille. L’homme n’a en effet pas survécu à ses brûlures, survenues le 4 novembre 2021 après-midi alors qu’il tentait d’échapper à un contrôle d’identité. Selon le procureur de la République de Nice, Xavier Bonhomme, le jeune trentenaire «  semble-t-il à bord  », se serait hissé sur le toit du train après avoir aperçu les policiers. Il se serait alors électrocuté en s’accrochant aux câbles électriques pour quitter le toit du wagon. Un drame du même ordre s’était produit le 29 août 2021. Un jeune bangladais, âgé de 17 ans avait perdu la vie en se hissant sur le toit d’un train à destination de Menton, depuis Vintimille.

      https://www.monacohebdo.mc/actualites/societe/mort-migrant-ivoirien-train-menton

      –-> dans cet article on parle d’un accident survenu le 4 novembre 2021, alors que les autres articles parlent d’un accident qui a eu lieu le 30 octobre. Pourtant les infos sur l’homme décédé semblent coïncidé : dynamique de l’accident, âge, pays d’origine

  • Borderline | The Wire

    Harsh living conditions have always brought people together in the Kupa-region on the Croatian-Slovenian border, but today the stream of life is cut in two by a razor wire to keep refugees from entering Slovenia.

    https://player.vimeo.com/video/532174343

    http://www.offworld.be/index.php/film-borderline-wire

    #film #film_documentaire #documentaire #Tiha_Gudac
    #frontières #barbelé #Croatie #Slovénie #Kupa #Balkans #route_des_Balkans #migrations #asile #réfugiés #rivière #clôture #fermeture_des_frontières #frontière_sud-alpine

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    • Slovenia, Croazia : filo spinato

      «Mi chiedono ’sei pro o contro l’immigrazione?’, ma la domanda non ha senso, non c’è da essere pro o contro, l’immigrazione esiste. Piuttosto, bisogna scegliere come gestirla». Un’intervista a Tiha K. Gudac, regista del documentario Žica, filo spinato

      «Žica », letteralmente “filo spinato”, è il secondo documentario della regista croata Tiha K. Gudac (classe 1982). Dopo aver esordito nel 2014 con «Goli», che ripercorre la storia del nonno internato a Goli Otok, Gudac si occupa questa volte del filo spinato che il governo sloveno ha posizionato sul confine tra Croazia e Slovenia e sull’impatto che questo nuovo muro ha sulle comunità locali. Il film è parte del progetto «Borderline» prodotto da Off World e dedicato a diversi confini europei, raccontati attraverso sei documentari. Žica, uscito nel 2021, ha vinto il premio “Menzione speciale” al RAFF – Rab Film Festival.

      Com’è nata l’idea di un film sul filo spinato tra Slovenia e Croazia?

      Tutto è iniziato nel 2016, quando si è sviluppato il progetto «Borderline», con l’obiettivo di realizzare una serie di documentari sulle frontiere dell’Unione europea. Io ho proposto il confine croato-sloveno e realizzato un primo trailer. Allora c’era qualcosa di davvero macabro nel paesaggio: le autorità slovene avevano posto a terra dei rotoli di «nastro spinato» (razor wire), che è molto più tagliente del normale filo spinato e può incidere la carne fino all’osso. Per questo, si trovavano molti animali morti lungo il confine. La mia idea è stata selezionata e le riprese sono iniziate nel 2019.

      Qual è la situazione al confine croato-sloveno oggi?

      I rotoli di nastro spinato sono stati sostituiti con una recinzione sulla quale è stato collocato il filo spinato. La barriera è più lunga e più resistente, ma perlomeno meno pericolosa per chi ci cammina vicino.

      Nel tuo documentario ti concentri sulle conseguenze che il filo spinato ha nella vita quotidiana di chi ci vive vicino. Da dove sei partita?

      Mi sono concentrata sull’area attorno al fiume Kupa (Kolpa, in sloveno) che divide i due paesi, in particolare, la zona di Petrina (Slovenia) e Brod na Kupi (Croazia). Si tratta di una regione che in Croazia è nota con il nome di Gorski Kotar e dove si registrano gli inverni più rigidi, secondi solo a quelli del monte Velebit. Date queste difficili condizioni di vita, la popolazione locale si è unita, da un lato all’altro del confine, e oggi rappresenta un’unica comunità in cui si parla sia sloveno che croato, e anche una terza lingua dialettale, che è un miscuglio delle prime due.

      L’impressione che si ha, guardando il tuo film, è che l’armonia locale sia stata distrutta da un’agente esterno...

      È così, non si tratta di un’esagerazione. Penso alla storia di Zlatko, uno dei protagonisti del documentario. Lui vive sul lato croato del fiume, ma siccome in quel punto non c’è una strada, lui attraversa la Kupa con una piccola barca per fare la spesa o cercare ciò che gli serve dal lato sloveno del fiume. Tanti altri, invece, hanno la casa da un lato e i campi dall’altro e quindi utilizzano i piccoli ponti per andare dall’altra parte. Ecco, con l’arrivo del filo spinato sono stati chiusi tutti i valichi minori e ora le persone devono fare a volte un giro di 40 km per arrivare dall’altra parte.

      C’è una bella scena nel film, in cui si vede la polizia locale mentre cerca di convincere gli abitanti della necessità del filo spinato...

      Tutti i protagonisti del film si trovano in una situazione in cui non vorrebbero essere. I poliziotti sono persone del luogo che hanno trovato un lavoro sicuro e stabile in un’area in cui non ci sono fabbriche o grandi imprese. Ora si ritrovano a dover posizionare filo spinato e fare respingimenti illegali. La popolazione locale, naturalmente, non ne vuole sapere del filo spinato, perché separa le comunità, impedisce agli animali di raggiungere il fiume ecc. I migranti, infine, arrivano dall’altro capo del mondo e cercano di sopravvivere e di attraversare il confine.

      Il film segue anche le vicende di Omar e Mohammed, due migranti che dalla Bosnia Erzegovina cercano di raggiungere l’Italia. La loro testimonianza dei respingimenti è molto forte...

      Mi ricordo un giorno, durante le riprese, quando ci siamo messi a chiacchierare a Velika Kladuša (Bosnia Erzegovina), facendo finta di avere una conversazione normale. Uno di loro mi ha chiesto quali fossero i miei hobby e quand’è venuto il suo turno ha detto: “Io cammino per la Croazia finché non mi riportano di qua”. Hanno provato ad arrivare in Slovenia 10–15 volte e ogni volta sono stati picchiati e respinti. Il comportamento violento della polizia croata non è solo inaccettabile perché viola i diritti umani di queste persone ma, se vogliamo, è anche irresponsabile nei confronti dei cittadini europei, perché traumatizza delle persone che poi arriveranno in Europa, cariche di paura e di rabbia.

      Che idea ti sei fatta del modo in cui i governi europei stanno rispondendo alla questione migratoria?

      Ho l’impressione che non si voglia vedere la realtà. Si parla di “crisi”, quando in verità le migrazioni non sono un fenomeno passeggero, ma che anzi durerà e, temo, peggiorerà nei prossimi anni. Il focus del mio film era il filo spinato ma inevitabilmente si è allargato all’immigrazione e mi sono resa conto che sul tema la gente ha una visione in bianco e nero. Mi chiedono “sei pro o contro l’immigrazione?”, ma la domanda non ha senso, non c’è da essere pro o contro, l’immigrazione esiste. Piuttosto, bisogna scegliere come gestirla. E siccome si tratta di un fenomeno complicato, serve una risposta articolata e non semplice come un muro o una barriera di filo spinato, che in ultima istanza non serve a nulla.

      Il tuo film è già stato presentato in diversi festival in Germania e nei Balcani. Quali sono state le reazioni finora?

      Il pubblico ne è stupito, perché si parla di luoghi familiari, molto vicini. In Slovenia, tuttavia, il film non è ancora stato proiettato, lo sarà a breve al festival del cinema di Portorose. Ma per quanto riguarda i respingimenti o la violenza sui migranti in generale, non mi sembra che ci sia un vero dibattito pubblico. Ci sono tante inchieste, pubblicazioni, ma quando si guarda alle dichiarazioni dei responsabili politici, c’è solo negazione. E mi dispiace, vorrei che la società reagisse di più, perché altrimenti finisce che ci si abitua pian piano a tutto, come al filo spinato davanti alla propria casa. E se guardiamo agli ultimi dieci anni in Europa, con la scusa del male minore o del male necessario, ci siamo in realtà abituati all’avanzata del fascismo.

      https://www.balcanicaucaso.org/aree/Croazia/Slovenia-Croazia-filo-spinato-212734

  • #Alberto_Di_Monte. Condividere il passo dei migranti

    Geografo e appassionato escursionista, Di Monte ha percorso e descritto cinque sentieri alpini. Attraversati, ieri come oggi, da persone in transito, in fuga da guerra e povertà.

    “Settant’anni fa ci passavano gli ebrei in fuga dalle persecuzioni razziali, oggi sono i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, decisi a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro migliore altrove, a percorrere i sentieri tra Dumenza, in provincia di Varese, e Astano in Svizzera. Lo stesso succede sulle propaggini settentrionali della Val di Susa, ora punto di transito ineludibile delle rotte migratorie che vanno dal Mediterraneo verso il Nord Europa e negli anni del secondo dopoguerra “sbocco naturale per milioni di italiani in cerca di lavoro dai cugini d’Oltralpe”. Le somiglianze tra i migranti di una volta e quelli di oggi sono notevoli, a partire dal comune desiderio di lasciarsi la povertà e le persecuzioni alle spalle, imboccando quei sentieri che scavalcano le frontiere e aprono le porte, forse, a un futuro migliore.

    Proprie le rotte utilizzate dai migranti di oggi e di ieri sono al centro del volume “Sentieri migranti. Tracce che calpestano il confine” (Mursia, 2021) che Alberto Di Monte, geografo e appassionato escursionista, ha recentemente pubblicato, descrivendo un percorso per entrare in Italia e quattro per proseguire verso Nord. Da Ventimiglia a Trieste, passando per Como, la Val di Susa, il Brennero, il libro tocca cinque punti caldi delle rotte migratorie che attraversano la Penisola, mettendo insieme ricordi personali e informazioni utili per gli escursionisti ma ricostruendo anche il periodo, il contesto e i motivi per cui ognuna delle zone attraversate è entrata nella grande storia delle migrazioni.

    Che cosa ha voluto dire ripercorrere questi sentieri?
    ADM Da cittadino, provo un profondo affetto per l’ambiente montano, esplorato sia in solitaria attraverso le discipline d’alta quota, sia in una dimensione collettiva con l’Associazione proletari escursionisti (“Sentieri proletari” è il primo libro edito da Mursia di Alberto Di Monte dedicato alla vicenda centenaria dell’Ape, ndr). In questo caso, però, l’esperienza era diversa: partivo da solo ma avevo la certezza di incontrare migranti in cammino, con motivazioni del tutto diverse dalle mie, o qualche accompagnatore che poteva aiutarmi a vedere quanto non era immediatamente visibile. Anche se apparentemente il panorama è fisso e immobile, un sentiero cambia completamente a seconda della stagione e col trascorrere del tempo. Ma cambia anche a seconda delle motivazioni che hanno spinto qualcuno a intraprenderlo.

    Possiamo considerare il camminare lungo queste vie un atto politico, una denuncia della gestione europea delle migrazioni?
    ADM È un atto politico perché richiede non solo la rinuncia all’attitudine dell’escursionista e del turista dolce, ma anche uno sforzo, se non di immedesimazione con i migranti, almeno di liberazione da tutti gli altri vestiti sociali. Inoltre attraversare questi sentieri è un atto di delegittimazione delle politiche migratorie dei Paesi europei: tanto più queste vie vengono attraversate, percorse e raccontate, tanto più si esprime vicinanza alle persone in movimento, dicendo chiaramente che non esistono persone illegali o aspirazioni illegittime. Condividerne il passo è un modo per ribadirlo.

    Nel suo libro non manca mai, in ciascuna delle tappe percorse, un riferimento anche ai solidali, alle persone che supportano i migranti lungo il percorso. Quanto sono stati importanti per le sue escursioni?
    ADM Sono stati coloro che mi hanno accompagnato lungo questi sentieri. Sono stati importanti perché, innanzitutto, mi hanno permesso di inserire nel libro solo le informazioni strettamente necessarie, a tutela di chi ancora è sulla rotta: ci sono fatti, incontri e ulteriori vie di cui, per ovvie ragioni, non ho parlato. Premesso questo, è indubbio che camminare con chi già conosce e abita i luoghi da attraversare dà l’opportunità di osservare ciò che l’occhio nudo non vede: non solo le potenziali difficoltà di attraversamento ma anche i cambiamenti che, nel tempo, hanno interessato quelle zone.

    “Un sentiero cambia completamente a seconda della stagione e col trascorrere del tempo. Ma cambia anche a seconda delle motivazioni che hanno spinto qualcuno a intraprenderlo”

    E per i migranti, invece, qual è il ruolo dei solidali che, in vari casi, proprio per questa loro attività, sono stati presi di mira dalle autorità?
    ADM Da quello più duro e difficile, come il disincentivare dal partire per il confine ormai in vista, qualora le condizioni non lo permettano; fino a quelli più immediati come fornire indicazioni, una coperta termica o calzature adeguate, o attivare i propri contatti oltreconfine. Ogni gesto di attivazione a fianco dei migranti è importante. Proprio il sostegno nell’ultima parte del percorso è uno dei più delicati e importanti perché, come nelle uscite alpinistiche, la discesa è più difficile rispetto al raggiungimento della vetta. Lo stesso succede ai migranti: è quando hanno attraversato il confine, ma non sanno di preciso dove si trovano e si sentono più stanchi, che la paura, il freddo, la stanchezza li possono colpire più facilmente. Per questo è importante, ad esempio sul versante francese, la presenza di “ronde” di solidali che si muovono sulle montagne di notte alla ricerca di persone disperse che hanno bisogno di sostegno.

    La descrizione di un sentiero diventa l’occasione per ripercorrerne la storia recente e non solo. Nella sua ottica l’escursionismo diventa un’occasione per conoscere un luogo, le sue caratteristiche tecniche e le persone che ne hanno fatto la storia?
    ADM L’escursionismo e l’alpinismo sono due discipline autenticamente moderne, anche se il sentiero, in ogni epoca, ha avuto il suo significato. Solo nell’ultimo secolo i sentieri sono diventati luoghi di divertimento, di svago, di esplorazione e agonismo. Ma già oggi questi percorsi hanno assunto significati diversi per alcune persone: sono semplici luoghi di passaggio, di connessione più rapida tra due punti.

    Le tracce utilizzate oggi dai migranti sono le stesse già usate a suo tempo dagli emigranti italiani e dai contrabbandieri?
    ADM Già in un altro libro citavo un episodio del 1923 riportato sulla rivista “Sport e proletariato” in cui si narrava della tempesta che aveva colto impreparati 23 migranti italiani nel tentativo di raggiungere la Francia attraverso i sentieri lungo le Alpi perché privi dei documenti adatti per l’espatrio. E già allora ci si interrogava sull’assurdità di queste tragedie. Anche questo libro insiste sulla stessa nota, mettendo in evidenza come i sentieri che ho descritto siano percorsi da comunità in fuga. Di ogni tempo. Settant’anni fa, nel caso di Ventimiglia ma non solo, da esuli antifascisti ed ebrei, trent’anni fa dalle persone in fuga dalle guerre balcaniche, oggi da migranti provenienti da Medio Oriente o dai Paesi africani. In alcuni casi, addirittura, questi diversi passaggi hanno lasciato delle tracce nel tempo: mappe, scritte sui muri, date impresse lungo il percorso.

    Dove queste tracce del passato sono rimaste più evidenti?
    ADM Sicuramente sul confine italo-francese a Ventimiglia. Il sentiero tra l’ultima località italiana e il panettone calcareo della Girandola, che separa i Balzi Rossi dalla Francia, è stato utilizzato di sicuro dagli ebrei in fuga. Ne è testimonianza una mappa e un documento in cui un ebreo perseguitato descriveva il percorso da seguire per raggiungere la Francia. E più recentemente, sui muri delle ultime case prima del confine si leggono una miriade di scritte e di annotazioni che raccontano chi è passato con messaggi di buon viaggio, di buona speranza o anche di disprezzo verso chi continua a ostacolare i percorsi migratori.

    Dei cinque percorsi descritti qual è quello che più le è piaciuto dal punto di vista escursionista? E quello che più consiglierebbe
    ADM Personalmente sono molto affezionato alle Alpi occidentali, in particolare alla Val di Susa e ai sentieri che vi si diramano. Anche se devo ammettere che una scoperta unica è stato il Brennero: sebbene nella mia mente vi associassi istintivamente solo una lunga fila di camion in attesa, ho scoperto che lungo il confine austriaco, appena sopra il passo, si arriva in una terra straordinaria. Dal punto di vista dei paesaggi ma anche da quello dell’aspetto del confine che, da grande Moloch controllato e militarizzato, torna a essere un elenco di cippi di pietra alti 30 centimetri e abbandonati lì da almeno un secolo.

    https://altreconomia.it/alberto-di-monte-condividere-il-passo-dei-migranti
    #montagnes #Alpes #frontières #migrations #réfugiés #asile #histoire #Dumenza #Astano #frontière_sud-alpine

    • "SENTIERI MIGRANTI. Tracce che calpestano il confine"

      «Il 3% della popolazione mondiale sta muovendo i propri passi altrove. Duecentosessanta milioni di donne e uomini si stanno spostando da qui a là in cerca di migliori condizioni di vita, senza intenzione di far ritorno a breve termine. Nella maggior parte dei casi si diviene migranti per motivi di studio o in cerca di lavoro. È il caso di quanti oggi lasciano l’India e la Cina, o l’America Centrale, ma anche quello di tanti giovani italiani alle prese con una carriera accademica precaria o l’ambizione di maggior meritato guadagno. Qual è la differenza? Se gli italo-parlanti vengono vezzeggiati dai rotocalchi col titolo di «cervelli in fuga» (180.000 laureati espatriati in dieci anni), a quasi tutti gli altri giramondo resta invece appiccicata la piatta etichetta di migranti economici.», si apre così Sentieri Migranti (Mursia, pagg. 194, Euro 15,00, con inserto fotografico), il nuovo libro di Alberto Di Monte che è al contempo una guida preziosa per tutti coloro che vogliono provare a percorrere alcuni dei tragitti utilizzati da migliaia di uomini e donne come via di fuga verso una vita migliore e un’attenta ricostruzione dell’evoluzione dei meccanismi istituzionali che tentano di impedirne l’attraversamento dei confini nazionali.

      I sentieri di cui questo volume narra sono anzitutto l’esito di un calpestio reiterato, incessante, prolungato: sono quelli percorsi da chi, per scelta, per obbligo e per necessità, intraprende un viaggio, trasformandosi in migrante dopo essere stato esule, perseguitato o discriminato.

      Con la compagnia di guide non professioniste, l’Autore percorre cinque rotte disseminate lungo l’arco alpino con partenza da Ventimiglia, una deviazione in Val Roja, una tappa a Bardonecchia e a Claviere, prima di prendere la via del nord lungo la linea immaginaria che unisce i tre laghi tra Luino e Chiasso, per spostarsi infine nei pressi di Trieste passando per il Brennero.

      Un cammino che si trasforma in racconto delle vite di chi, al di là di ogni restrizione, continua insistentemente a cercare una via di fuga verso una prospettiva migliore.

      https://www.mursia.com/blogs/notizie/sentieri-migranti-tracce-che-calpestano-il-confine

      #libro

  • En septembre 2021... la #barrière_frontalière entre la #Slovénie et la #Croatie s’allonge...


    The news coming from Slovenia confirms that the EU member states will indeed start with additional securitization of their borders in order to prevent access to refugees from Afghanistan. Namely, the Slovenian Minister of the Interior announced the additional installation of barbed wire on the border with Croatia.

    Slovenija produžuje bodljikavu žicu na granici s Hrvatskom

    SLOVENIJA će produžiti ogradu na granici s Hrvatskom namijenjenu onemogućavanju ilegalnih migracija, najavio je ministar unutarnjih poslova Aleš Hojs.

    Prilikom posjeta Savinjskoj regiji (centar Celje), koja se proteže od hrvatske do austrijske granice, Hojs je pogledao stanje na granici s Hrvatskom i kako se ona kontrolira te najavio postavljanje još nekoliko desetaka kilometara protumigrantske ograde. Ona se od velike migracijske krize 2015.-2016., kad je Slovenija počela postavljati bodljikavu žicu, do sada već protegnula na više od polovice dužine međusobne granice dviju država.
    Ministar: Europa će pomagati samo onima koji doista trebaju pomoć

    Vlada je u zaključnoj fazi potpisivanja ugovora o postavljanju više desetaka kilometara nove granične zapreke na južnoj granici, kazao je tom prilikom novinarima Hojs dodavši da bi radovi mogli započeti za dva do tri tjedna. Prema riječima Hojsa, člana stranke premijera Janeza Janše, trenutno obavještajni podaci ne govore o mogućem većem migrantskom valu iz Afganistana nakon što su tu zemlju preuzeli talibani. Kako je dodao, to je zasluga i činjenice što europski ministri unutarnjih poslova nedavno nisu dopustili da se nakon pada Afganistana u ruke talibana za moguće izbjeglice i migrante širom otvore vrata Europske unije, kao što je to bilo u krizi 2015./2016.

    “To znači da će Europa pomagati samo onima kojima je pomoć doista potrebna, a to su ranjive skupine, žene i djeca”, kazao je Hojs.

    Slovenija se nalazi na takozvanoj balkanskoj izbjegličkoj ruti prema zapadnoj i središnjoj Europi, no za razliku od prije nekoliko godina, njena policija bilježi sve manje pokušaja ilegalnog ulaska izbjeglica i migranata. Prema službenim podacima, u prvih sedam mjeseci ove godine bilo je 4495 nezakonitih ulazaka, što je za preko 70 posto manje nego u istom razdoblju lani, kad ih je zabilježeno 7577. Među zatečenim ilegalnim migrantima najviše je onih iz Afganistana, Pakistana i Bangladeša, koji čine polovicu svih ilegalnih ulazaka, a jako je smanjen broj Pakistanaca, Marokanaca i Alžiraca.

    Vlada Janeza Janše zaoštrila je ove godine propise koji omogućuju dobivanje azila, a Slovenija se kao predsjedateljica Vijeća Europske unije u ovom semestru usprotivila uspostavljanju tzv. humanitarnih koridora za moguće izbjeglice iz Afganistana. Žičanu ogradu na granici s Hrvatskom, na početku velikog migrantskog vala iz Sirije 2015.-2016., počela je postavljati nekadašnja vlada Mire Cerara, a do sada se žica nalazi na više od 200 kilometara njene dužine.

    https://www.index.hr/vijesti/clanak/slovenija-produzuje-bodljikavu-zicu-na-granici-s-hrvatskom/2304076.aspx

    #murs #frontières #migrations #réfugiés #asile #route_des_balkans #frontière_sud-alpine #barbelés #clôture

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    En 2020:
    La #Slovénie érige de nouvelles barrières à sa frontière avec la #Croatie
    https://seenthis.net/messages/843468

  • Frontière franco-italienne : quel bilan pour la nouvelle #brigade chargée de l’immigration illégale ?

    Après huit mois d’activité, c’est l’heure d’un premier bilan pour la #brigade_franco-italienne installée à #Menton. Créée pour lutter contre l’immigration irrégulière et les réseaux de passeurs, cette unité de police mixte affiche des « résultats encourageants ».

    C’est une unité bien spéciale qui a vu le jour en décembre 2020. À la frontière italienne, les polices française et transalpine travaillent en étroite collaboration au sein d’une même équipe.

    L’ambition est la même pour les deux pays : mettre à mal les réseaux de passeurs qui favorisent l’immigration illégale. Après huit mois d’existence, les premiers résultats sont tombés.

    Un bilan prometteur pour la suite

    Les données précises ont été présentées en conférence de presse le 16 septembre. Le dispositif aura permis d’effectuer 7.500 contrôles depuis sa création, dont 2.730 au niveau automobile et une centaine dans les trains, en plus des opérations déjà en place.

    Au total, ce sont 27 personnes qui ont été arrêtées. Ces interpellations concernent notamment des « personnes recherchées et des passeurs » a précisé Fernand Gontier, le directeur central de la #police_aux_frontières (#PAF).

    Ce résultat semble aussi bien convaincre du côté français que du côté italien. Massimo Bontempi, directeur de la police de l’air et des frontières du pays voisin, évoque déjà des pistes d’amélioration pour l’avenir de la brigade avec une coopération qui va s’améliorer « d’un point de vue technique, mais aussi linguistique, et enfin juridique ».

    Un mode opératoire simplifié

    Dans les faits, la police française doit avoir une autorisation pour passer côté italien, et inversement. La création de cette brigade a permis un champ d’action plus large pour les #forces_de_l’ordre.

    Ces dernières peuvent débuter une opération dans un pays et la terminer dans l’autre, sans aval préalable. Une liberté qui simplifie les démarches, notamment en cas d’urgence.

    Emmanuelle Joubert, la directrice départementale de la PAF, précise tout de même que « c’est le policier du pays concerné qui est responsable de la patrouille ».

    Chasse aux passeurs

    L’ambition est d’empêcher les flux migratoires clandestins, mais aussi et surtout le « trafic d’êtres humains et de mineurs » a expliqué Fernand Gontier.

    Mais les débusquer est un travail de longue haleine. La filière est large et regroupe de nombreux intermédiaires et fournisseurs de faux papiers et autres moyens de déplacement.

    https://nicepresse.com/frontiere-franco-italienne-quel-bilan-pour-la-nouvelle-brigade-chargee-d

    #France #Italie #asile #migrations #réfugiés #frontières #frontière_sud-alpine

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    ajouté à la métaliste sur les patrouilles mixtes :
    https://seenthis.net/messages/910352